Come utilizzare il finanziamento soci per tagliare il carico fiscale della S.r.l.

Ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale per affrontare un argomento che, sicuramente, susciterà l’interesse di ogni imprenditore che ha, o che vuole costituire, una S.r.l. .

Si tratta del finanziamento soci come strumento di Efficacia Fiscale.

A tutti gli imprenditori, nel corso del tempo, capita di dover “foraggiare” la propria attività, usando soldi propri.

Ed allora, perché non sfruttare questa circostanza per ottimizzare il carico fiscale?

Come sempre ho affrontato l’argomento con lo spirito del ricercatore e divulgatore fiscale e, prima di addentrarmi, pongo la domanda di rito: ti sei già iscritto al sito www.efficaciafiscale.com?

Se non l’hai ancora fatto fallo al volo e avrai accesso al materiale che metto gratuitamente a disposizione degli utenti iscritti, riceverai un avviso ogni volta in cui pubblico un articolo, registro un video o faccio una diretta sul mio canale YouTube Commercialista Calisti, organizzo un webinar, pubblico un Podcast.

Ora, sei pronto a scoprire come utilizzare il finanziamento soci per tagliare il carico fiscale?

Bando alle ciance & let’s go…

 

Il caso del mio cliente e lo spunto per questo articolo

Caro imprenditore, ti do il benvenuto in questo nuovo podcast del blog di Efficacia Fiscale, il blog con le soluzioni fiscali specifiche per tutti gli imprenditori che hanno una S.r.l. o che ne vogliono aprire una nuova.

Oggi, insieme a te, andremo a scoprire come ridurre le imposte della S.r.l. grazie al finanziamento soci.

Questo articolo è nato grazie ad una domanda che mi ha posto un cliente e, visto che su questo argomento ero già intenzionato a scrivere qualcosa, ho colto l’occasione al volo.

La domanda che mi ha posto Claudio, il mio cliente, è questa:

“Simone, se mio padre volesse finanziare un’operazione immettendo 10.000,00 € nella S.r.l., sarebbe possibile decidere a priori che, dopo un anno, a mio padre che è anche socio, venga riconosciuto un 10%? È una cosa legale e fattibile?”

Ricapitolando, situazione è la seguente.

L’imprenditore Claudio lavora nella S.r.l., mentre il padre è un socio finanziatore.

In sostanza, Claudio vorrebbe sapere se, dal finanziamento socio che dovrà effettuare il padre, lo stesso potrà ricevere gli interessi attivi.

Nella maggior parte dei casi, i finanziamenti soci sono infruttiferi (in modo da non avere contestazioni dal fisco), ma d’altro canto fare un finanziamento socio fruttifero permette di ottimizzare il carico fiscale.

Questo è uno strumento di efficacia fiscale molto delicato e per questo ci sono delle cose che voglio condividere con te, per offrirti la possibilità di proteggerti da eventuali contestazioni da parte del fisco.

 

Ottimizzare il carico fiscale della S.r.l. attraverso il finanziamento soci

Prima di tutto si deve comprendere come mai il finanziamento socio può essere uno strumento per ridurre le imposte delle S.r.l. .

Tutte le volte in cui una S.r.l. prende capitale in prestito erogato dalla banca, come nel caso di un mutuo, un fido, la società paga delle commissioni e degli interessi passivi che la stessa può scaricare.

Quindi, la S.r.l. che ha un mutuo paga delle rate, ogni mese, che sono composte da una quota capitale (che non rappresenta un costo, ma costituisce il rimborso del debito contratto con la banca) ed una quota interessi passivi (ovvero dei costi che andranno a ridurre l’utile della S.r.l.).

Questi interessi, invece, rappresentano dei ricavi per la banca, sui quali pagherà le sue imposte.

Questo meccanismo, tra la Banca e S.r.l., c’è anche tra socio finanziatore e la stessa.

Pertanto, la S.r.l. può scaricare gli interessi passivi che corrisponde al socio finanziatore, mentre quest’ultimo paga le imposte sugli interessi attivi che riceve.

Quando una persona riceve degli interessi attivi sul proprio conto corrente, paga il 26% di imposta sul Capital Gain, ovvero sul guadagno che deriva dal capitale.

Di conseguenza, quando un socio finanzia la propria S.r.l. e riceve indietro degli interessi attivi, su quegli interessi che riceve paga il 26%.

Questa aliquota, che il socio paga, è la stessa che paga un privato quando riceve degli interessi attivi sul proprio conto corrente, ed è la stessa che paga il socio quando prende gli utili con una normale distribuzione della S.r.l. .

Questo perché su tutti i proventi da capitale, attualmente, nella maggior parte dei casi si paga un’imposta fissa del 26%; quindi, sia che il socio prenda i soldi come distribuzione utili sia che prenda una parte di questi utili come interessi attivi.

Con quest’ultimo metodo, ovvero il finanziamento socio, la S.r.l. può tagliare le imposte, perché gli interessi attivi del socio sono interessi passivi per la S.r.l. che può scaricare dall’imponibile Irpef.

Di conseguenza, se prelevi gli utili dalla S.r.l. attraverso la loro distribuzione pagherai il 26% senza poter scaricare nulla, invece, con il finanziamento soci, riceverai degli interessi, ogni anno, come socio; interessi che, per te sono attivi, mentre per la S.r.l. sono passivi e potrà scaricare dall’Ires risparmiando circa il 24% (gli interessi passivi sono indeducibili ai fini Irap del 4%).

Questo è il meccanismo grazie al quale il finanziamento socio permette di tagliare il carico fiscale della S.r.l. ma, allo stesso tempo, si presta a speculazioni fiscali, sia da parte del socio che da parte della società.

Per questo motivo dovresti utilizzarlo molto attentamente.

Per fare questo, ti darò quattro consigli che ti permetteranno di proteggere al meglio questo strumento di risparmio fiscale.

 

Il finanziamento soci della S.r.l. e l’abuso di diritto

Primo punto: l’abuso di diritto.

Ricordati che lo Stato vuole evitare qualsiasi abuso del diritto, ossia non vuole che si utilizzi questo strumento come unico strumento per ridurre le imposte.

Come già detto in precedenza, non bisogna utilizzare il finanziamento socio solo come strumento per diminuire le imposte della S.r.l. .

Per superare questo problema, il consiglio che ho dato al mio cliente è quello di fare un finanziamento socio e fare in modo che, questi soldi, effettivamente abbiano una utilità o almeno siano investiti o rientrino in un piano di investimento.

Ti faccio un esempio un po’ estremo: se tu, socio, fai un finanziamento di 100.000,00 € alla tua S.r.l. solo per avere gli interessi per te attivi e scaricare gli interessi passivi, lasciando questi soldi per anni all’interno della tua società, non avrebbe senso fare un finanziamento perché, in sostanza, questi soldi alla società non servono.

In questa situazione, il fisco può richiamare l’istituto dell’abuso di diritto e contestare il finanziamento, perché lo hai utilizzato soltanto per ricevere gli interessi attivi e far scaricare alla S.r.l. gli interessi passivi e, di fatto, la società non ha utilizzato questo capitale per un fine economico.

Per cercare di superare l’abuso di diritto, il consiglio che do è quello di fare il finanziamento socio della S.r.l. per, poi, utilizzarlo. Certo non dovrai utilizzare i soldi subito, ma una volta versati dovrai aver un piano per poterli utilizzare a livello aziendale.

 

Il finanziamento soci della S.r.l. e il controllo del tasso d’interesse per l’abuso del diritto

Secondo punto: il tasso di interesse da applicare al finanziamento socio della S.r.l. .

Per evitare che possa configurarsi un abuso di diritto, il tasso di interesse da applicare deve essere quello di mercato.

Potrebbe essere difficile poter quantificare il valore di mercato, ma basta prendere il tasso utilizzato per i mutui o i fidi bancari.

Se applichi gli stessi importi nell’ambito di un finanziamento di un socio, non c’è alcuna speculazione, in quanto applichi le stesse condizioni economiche e contrattuali previste per un finanziamento bancario.

Quindi, ricordati di applicare al finanziamento socio della S.r.l. un tasso di interesse, o delle commissioni, pari a quelle di un finanziamento bancario.

 

Il finanziamento soci della S.r.l. ed il tasso di usura

Terzo punto: il tasso di usura.

In Italia c’è una norma, secondo la quale chi presta dei soldi non deve applicare un tasso che superi una determinata soglia che, se oltrepassata, fa sì che il tasso applicato venga considerato di usura, configurando un reato penale.

Il tasso che può essere applicato può essere deciso dal socio e potrebbe essere superiore a quello che chiederebbe la banca; ma occorre prestare attenzione a non superare il tasso di usura, perché potrebbe rientrare in un procedimento penale.

Tecnicamente, se la S.r.l. non va a rilevare questo problema, il socio non dovrebbe avere alcun problema di carattere penale ma, per sicurezza, io non mi spingerei oltre al tasso soglia.

Volendo unire questi tre punti, il socio può benissimo prestare i soldi alla S.r.l. trovando una utilità economica, utilizzando un tasso minimo uguale a quello che applicherebbe la banca comprese le commissioni; il tasso soglia da utilizzare non deve arrivare al tasso di usura, oltre questo tasso si rischia un procedimento penale.

Un tasso superiore, però, non sarà mai contestato dalla S.r.l. perché la società è tua, ma, in caso di controlli, l’Agenzia delle entrate potrebbe avviare automaticamente un processo penale.

C’è anche da dire che, se il socio presta i soldi alla S.r.l., la S.r.l. restituisce indietro questi soldi senza una scadenza fissa, cioè senza applicare un piano di ammortamento come nel caso di un mutuo.

Tieni presente che i tassi d’interesse per mutui e fidi cambiano nel tempo.

Dunque, sintetizzando questo terzo punto, puoi benissimo alzare il tasso, non c’è problema. Però, a mio parere, non devi superare il tasso di usura.

Ovviamente, se vuoi utilizzare un tasso più favorevole, devi verificare qual è il tasso di usura di un fido bancario, che è il tasso principalmente più alto.

 

Il finanziamento soci della S.r.l. ed il verbale di assemblea

Quarto punto: la redazione di un verbale di assemblea dei soci della S.r.l. .

All’interno del verbale andranno specificate le condizioni del prestito, l’importo che il socio della S.r.l. deve finanziare, il tasso di interesse e le condizioni di rimborso.

In base alle condizioni inserite nel verbale dell’assemblea, si riesce a comprendere se il finanziamento ha le caratteristiche di un mutuo con una restituzione rateale, oppure se ha caratteristiche di un fido bancario; in questo caso la restituzione non ha scadenza fissa e potrebbe giustificare l’applicazione di un tasso di interesse più elevato.

Il verbale di Assemblea deve, poi, essere firmato dall’amministratore della società e dal socio finanziatore, attribuendo allo stesso una data certa inviandolo tramite PEC; in questo modo, lasci una data certa a partire dalla quale il socio fa il finanziamento socio ad un determinato tasso d’interesse, in modo da evitare eventuali contestazioni da parte del fisco.

Questi sono i quattro punti da tenere in considerazione quando si vuole utilizzare un finanziamento soci per ridurre il carico tributario per la S.r.l. .

C’è da dire che questi interessi passivi per le S.r.l. sono un costo, ma sono deducibili solo ai fini Ires, mentre sono indeducibili ai fini Irap. Quindi il risparmio è del 24% relativo all’Ires (e non c’è il 4% aggiuntivo di risparmio fiscale relativo all’Irap).

Però, se il socio è un socio operativo, lavoratore, ecco che lui, mettendo degli interessi passivi nella sua S.r.l., risparmia anche i contributi Inps commercianti di un’ulteriore 24% (che si somma al risparmio Ires del 24%).

Se ci pensi è geniale, perché se riduci il reddito di un socio lavoratore, ecco che tu, con questi interessi passivi tagli sia l’Ires del 24%, ma anche i contributi Inps di un’ulteriore 24%.

Quindi, con il finanziamento soci ti prendi degli interessi attivi tassandoli come se fossero utili, ossia al 26% (la tassazione che c’è sugli interessi attivi c’è anche sugli utili della S.r.l.).

Dall’altro lato la S.r.l. elimina il 24% di Ires e, eventualmente, anche un’ulteriore 24% di contributi Inps, portando il risparmio fiscale al 48%, stando attento ad utilizzare questo strumento al meglio evitando di farlo diventare un abuso di diritto ed applicarlo con maggiore accortezza fiscale.

 

Conclusioni

Grazie a questo articolo ora sai come si può ottimizzare il carico fiscale della S.r.l. grazie al finanziamento soci.

In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .

Ma non basta.

Devi, infatti, anche verificare di:

  1. produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
  2. avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
  3. utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.

Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).

Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.

Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.

Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.

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