Coordinare i clienti, i fornitori e supervisionare i dipendenti della S.r.l. ti fa tagliare il 24% di tributi grazie a questa sentenza della Corte di Cassazione
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Ti do il benvenuto in questo nuovo articolo di Efficacia Fiscale per approfondire un argomento che suscita l’interesse di tutti coloro che sono amministratori di una S.r.l. e che hanno sempre (e giustamente) maldigerito la doppia imposizione Inps: la recente sentenza 27 gennaio 2021, n. 1759 della Cassazione.
Questa sentenza apre la porta alla possibilità di evitare la doppia contribuzione (gestione separata Inps per l’amministratore più la gestione commercianti per il socio lavoratore). Per poter evitare la doppia contribuzione, ovviamente, dovrai fare le cose per bene, ossia essere in una condizione di ragione qualora l’Inps tentasse di mantenere l’scrizione ad entrambe le gestioni.
Il mio articolo ha questo obiettivo.
Nei giorni scorsi questo argomento è stato uno dei più cliccati su Google e parecchi miei colleghi, nell’ansia di essere sul pezzo e sulla cresta dell’onda in tempo reale, si sono limitati a copiare e incollare il testo della sentenza senza fornire quelle spiegazioni che sono necessarie a chi, pur essendo un imprenditore curioso e desideroso di approfondire la materia, non è un commercialista né un avvocato e stenta a interpretarne il linguaggio.
Se hai letto i miei articoli precedenti e visto i miei video sul canale YouTube “Commercialista Calisti” (a proposito…non sei ancora iscritto? Corri a farlo 😉) mi chiamo Simone, sono un commercialista ho uno Studio online in cui ricevo clienti da ogni parte d’Italia e non solo.
Gli studi all’Università, il praticantato ed il lavoro in Studio mi hanno consentito di comparare i vari regimi contabili e di giungere alla conclusione che la S.r.l. è la forma migliore per gli imprenditori che non gestiscono una multinazionale (ma che ambiscono a farlo) e mi sono focalizzato su queste.
Non sono un marketer che vuole guadagnare vendendoti il concetto di S.r.l. . Semplicemente, calcolatrice alla mano, ho fatto i conti e ho visto, nero su bianco, i risultati.
In questi anni sono diventato un esploratore dell’immensa foresta di norme, circolari, risposte ad interpelli, sentenze di vario grado che regolano il mondo delle S.r.l., consapevole del fatto che, pur sapendo orientarmi ormai molto bene, devo costantemente tenermi informato visto che lo Stato, nelle sue varie forme (Governo, Agenzia delle Entrate, Inps, Giustizia ecc.), produce materiale sulle S.r.l. pressoché quotidianamente.
Ecco, altra cosa che non sono.
Non sono un accademico. Quindi non mi limito a conoscere le norme e a snocciolarle ma le interpreto e poi, durante le consulenze, le rivedo insieme a te, imprenditore, in modo da verificare che facciano al tuo caso di specie.
In altre parole, chi farà una consulenza non si troverà davanti il classico professionista in giacca e cravatta che fa sfoggio di eloquenza elencando norme.
L’obiettivo di un imprenditore che gestisce una S.r.l., è fare soldi. E ciò che porta a fare soldi, a parte il marketing, non è l’estetica o l’eloquenza del professionista.
È lavorare sulle soluzioni pratiche studiate sul tuo caso specifico.
Quindi, se decidi di fare una consulenza con me non aspettarti di trovarmi in giacca e cravatta circondato da tomi.
Aspettati una persona “alla mano” che troverà, insieme a te, le soluzioni legali per fare più soldi, ti basta 😉?
Spendo ancora due parole sui pilastri su cui si regge il mio Studio e sull’obiettivo che perseguo con i miei articoli sul blog, i miei libri, i miei video YouTube e le mie consulenze.
I pilastri sono la Contabilità Controllata mensile e l’Efficacia Fiscale.
La prima consente di avere un bilancio aggiornato ogni mese, che rispecchia perfettamente la realtà e consente a te imprenditore, di fare le scelte strategiche migliori per aumentare gli utili.
Queste scelte, come ben sai, devono essere precoci, per non trovarsi, a fine anno, a dover trovare soluzioni a ciò che, spesso, è ormai irrisolvibile.
Per questo è opportuno che il controllo della contabilità sia costante nel tempo e frequente (mensile, appunto).
L’Efficacia Fiscale consiste nell’individuare quando, quali, ed in che misura porre in essere i bonus previsti dallo Stato per ridurre il carico di imposte e contributi e di pianificare le imposte in netto anticipo rispetto a quando occorrerà versarle.
Anche questo va a favore delle scelte strategicamente migliori visto che consente di sapere quanto va accantonato per le imposte e, quindi, gestire il budget a disposizione per gli investimenti.
Il mio obiettivo è fare in modo che tu, imprenditore, abbia sempre più soldi.
Con più soldi avrai i fondi per pagare collaboratori capaci cui delegare parte degli incarichi in modo da avere più tempo a disposizione.
Magari dei collaboratori che lavoreranno online, come quelli di cui si avvale il mio Studio che, con la formula dello smartworking (formula che, sia io che i miei collaboratori, utilizziamo già da anni), potranno dedicarsi al lavoro con minor stress e maggior resa.
Con più tempo e più soldi potrai fare regali anche importanti alla tua compagna ed essere soddisfatto per la sua reazione, potrai essere più presente nella vita di chi ti vuole bene, potrai scegliere i migliori corsi di studi ai tuoi figli, potrai garantire a te stesso e a coloro che ami le migliori cure mediche.
In poche parole potrai diventare un uomo di successo a 360°, sociale e lavorativo, goderti l’invidia di chi ti vedeva come un povero illuso con manie di grandezza e dormire sonni tranquilli perché avrai fatto più soldi nel perfetto rispetto della legge.
Detto questo….sei pronto ad andare dritto al focus della Sentenza della Cassazione che potrà farti risparmiare contributi?
Bando alle ciance and let’s go…
Quante tipologie di Inps ha un amministratore e un socio di S.r.l.?
Ogniqualvolta ti affacci a gestire una S.r.l., devi essere consapevole che puoi essere assoggettato a due tipologie di contributi:
- Una tipologia di contributi sono quelli del socio lavoratore.
Ossia tutte le volte che un socio di S.r.l. fa un lavoro operativo, si deve iscrivere alla gestione Inps commercianti e, quindi, pagare un fisso come contributi minimo di euro 3.850,52, cifra che copre i contributi su un reddito attribuito al socio fino ad euro 15.953,00.
Nel caso in cui il socio lavoratore dovesse avere un utile attribuito dalla S.r.l. superiore ad euro 15.953,00, sulla quota di utile che è superiore, deve pagare un ulteriore 24% di contributi Inps;
- La seconda tipologia di contributi che puoi trovare nella S.r.l. è quella relativa al compenso da amministratore.
Ossia, ogni volta che l’amministratore prendere un compenso con un cedolino busta paga, su quel compenso deve pagare il 34,23% di contributi. Solo nel caso in cui l’amministratore stia pagando un’altra cassa di previdenza, i contributi sul compenso da amministratore diventano del 24%.
Nel momento in cui tu paghi sia la gestione separata, perché hai un compenso da amministratore, sia la gestione commercianti perché sei socio lavoratore, allora, questa, è chiamata “doppia imposizione”.
Dunque, se vuoi risparmiare dei tributi basta fare in modo di “eliminare” almeno una di queste tipologie di contributi.
Per esempio, se tu fossi un amministratore senza compenso, allora non pagheresti i contributi Inps.
Altro esempio, se tu fossi un socio finanziatore (ossia sei un socio ma non del lavoro operativo), allora potresti evitare di pagare i contributi Inps commercianti.
Ed è questo il motivo per cui ho voluto condividere questa circolare.
Infatti, una ottima soluzione che tu potresti utilizzare è quella di prendere i soldi dalla S.r.l. solamente come distribuzione di utili, delegando l’attività a terzi e senza prendere un compenso da amministratore (oppure prevedendo un compenso da amministratore ma di piccolo importo).
In questo modo eviti di pagare i contributi sul compenso dell’amministratore perché non si prende un compenso, e non si pagano i contributi del socio lavoratore, perché l’attività operativa è delegata interamente ai dipendenti.
Potresti anche pensare che, comunque, tu possa avere bisogno di un compenso da amministratore per avere maggiori benefici fiscali come, ad esempio, il rimborso forfettario, ok, allora puoi evitare di pagare i contributi Inps commercianti del socio lavoratore sugli utili della S.r.l. in quanto hai delegato interamente l’attività.
Ciò fa risparmiare all’imprenditore il 24% di tributi e cosa che l’Inps cerca di DISconoscere perché vuole incassare il più possibile, anche quanto non ha ragione. Circostanza che i giudici della Cassazione hanno limitato.
Ma per questo non preoccuparti, te lo spiegherò al meglio successivamente.
Per adesso è importante che tu comprenda che, in alcuni casi, puoi pagare l’Inps in due diverse gestioni, mentre, in altri casi, puoi solo pagare l’Inps in un’unica gestione.
Ecco il motivo per cui condivido questa circolare.
Qual è il problema dei contributi Inps che può nascere in una S.r.l.?
Nel capitolo precedente hai visto che, con una S.r.l., un imprenditore potrebbe pagare 2 diverse tipologie di Inps e che un metodo per tagliare il 24% di tributi è quello di essere un socio NON lavoratore, perché eviti di pagare il 24% dei contributi della gestione commercianti Inps sugli utili della società.
Puoi ottenere questo nel momento in cui tu NON fai l’attività operativa. Basta che tu dichiari all’Inps territoriale che sei un socio non lavoratore e, quindi, non ti iscrive alla gestione commercianti Inps.
Ma c’è un problema, l’Inps potrebbe aprirti una posizione Inps retroattiva senza fare gli opportuni controlli. Cosa che fa principalmente per avere un modo per incassare più soldi possibili.
Faccio una piccola premessa, io non dico che l’Inps è completamente nel torto. Se un imprenditore dichiara che non fa il lavoro operativo e, poi, lo svolge realmente allora l’Inps, anche se non ne ha diritto, è corretto che chieda il pagamento dei contributi all’imprenditore in modo retroattivo.
Ma quello che non reputo giusto è il caso in cui l’Inps chieda ingiustamente i contributi Inps al socio della S.r.l. che veramente non è operativo, senza avere le prove (che i giudici della Cassazione hanno già ripetutamente obbligato per l’iscrizione) solo con l’obiettivo di incassare più soldi per coprire buchi fatti per una malagestione di soldi pubblici. |
Fatta questa premessa, è giusto che gli imprenditori paghino i contributi Inps commercianti quando svolgono un lavoro operativo, tanto quanto è ingiusto che l’Inps chieda i contributi al socio cercando “scuse” per dichiarare che questo ultimo fa attività operativa mentre, di fatto, fa attività che competono solo all’amministratore, come ad esempio coordinare i clienti, i fornitori ed i dipendenti.
Ma per buona fortuna, nel mese di gennaio 2021, i giudici della Cassazione si sono espressi, nuovamente, a favore dell’imprenditore affermando che l’attività di supervisione del personale, di referente dei clienti e fornitori è considerata un’attività da amministratore e non da socio operativo (finalmente, non ti nascondo che era ora).
Per mostrarti questo non voglio solo riportarti la sentenza dei giudici della cassazione, ma voglio riportarti i singoli pezzi con relativi commenti in cui ti mostro, “numeri alla mano” (sarebbe meglio dire “sentenza dei giudici della Cassazione alla mano”) perché tu hai ragione, senza doverti leggere tutti i pezzi in cui c’è una comunicazione troppo tecnica o istituzionale fatta di sole leggi difficilmente assimilabili dagli imprenditori.
Conoscere questa sentenza dei giudici della Cassazione ti permette di avere uno strumento da utilizzare in sede di ricorso presso l’Inps o presso un giudice del tribunale provinciale. Strumento da portare come elemento per difenderti dimostrando che i giudici di ultimo grado hanno già preso una decisione e, quindi, annullando l’atto (richiedendo anche all’Inps i soldi che hai spese per il tuo avvocato).
Come puoi utilizzare questa sentenza a tuo favore?
Essenzialmente “tieni a mente” gli estremi di questa sentenza perché, in seguito, quando farai il ricorso direttamente all’Inps e, poi, nel caso presso il tribunale, dovrai fare riferimento a questa sentenza per portare delle prove a tuo vantaggio.
Ti dico questo perché, quando fai ricorso presso gli enti, devi portare delle prove a tuo vantaggio, ad esempio portando anche delle sentenze per mostrare come gli altri giudici si sono comportati. Ecco perciò come devi utilizzare questa sentenza.
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 27 gennaio 2021, n. 1759
1. La Corte d’appello di Bologna ha confermato la sentenza del Tribunale di Parma di accoglimento dell’opposizione proposta da L.C. avverso la cartella avente ad oggetto il pagamento dei contributi dovuti all’Inps – gestione commercio per l’attività svolta nell’ambito della società a r.l. di cui era presidente del cda della società e amministratore e come tale già iscritto alla gestione separata presso l’Inps.
La Corte, ritenuta ammissibile la doppia iscrizione, ha affermato che ai fini dell’iscrizione l’attività doveva essere diversa e distinta da quella di amministratore e che nella specie l’attività di supervisione e di referente per i clienti e i fornitori o l’assunzione di un dipendente, rientrava nelle normali incombenze dell’amministratore. […] |
Sostanzialmente la questione tratta di un imprenditore della provincia di Parma che svolgeva solo attività da amministratore. Nello specifico come amministratore svolgeva solo attività di supervisione, di referente per i clienti, referente per i fornitori e volendo ha assunto dipendenti.
L’Inps ha iscritto d’ufficio il socio alla gestione commercianti equiparandolo ad un socio lavoratore perché svolgeva le attività indicata qui sopra.
Il socio ha fatto ricorso prima al tribunale provinciale di Parma, poi l’Inps ha fatto l’appello presso il tribunale di Bologna dove ha perso e, per finire, è andata fino ai giudici di ultimo grado, ossia quelli della Cassazione, dove qui di seguito conoscerai il responso.
[…]
4. Il ricorso è infondato e va confermato quanto già affermato da questa Corte in precedenti intercorsi tra le stesse parti e relativi a periodi contributivi diversi (cfr. Cass. n. 8297/2016). |
– reputo che sia più utile riportare i pezzi della sentenza e poi commentarli ai fini dell’imprenditore, invece che riportare paro paro il testo della sentenza che potrebbe essere scritto in un modo che non è adeguatamente comprensivo per l’Imprenditore con una S.r.l. .
– in questo pezzo è riportato semplicemente che i giudici della Cassazione hanno rigettato il ricorso dell’Inps, dando ragione ai precedenti giudici di Bologna e di Parma, affermando che il socio che fa il referente per i clienti, per i fornitori ed assume il personale svolge solo un’attività da amministratore e, quindi, EVITA i contributi fissi Inps.
6. Nella fattispecie in esame la Corte territoriale ha rilevato che il facere che avrebbe giustificato una doppia iscrizione avrebbe dovuto essere diverso e distinto da quello di amministratore e che, nella specie, lo svolgere attività di supervisione, fungere da referente per i clienti e fornitori o l’avere assunto un dipendente rientravano tutte nelle competenze dell’amministratore. |
– questo pezzo è probabilmente il più importante in cui i giudici della Cassazione hanno stabilito che, in pratica, il socio lavoratore della S.r.l. che fa solo attività di “referente per i clienti, fornitori e assume i dipendenti”, rientra nell’attività da amministratore, quindi evita di pagare i contributi Inps commercianti.
Ti dico questo perché in precedenza l’Inps reputava che questa fosse un’attività che rientrava nell’ambito di un lavoro operativo aprendo d’ufficio delle posizioni Inps, iscrivendo anche gli amministratori che si difendevano in base a questa tipologia.
7. La sentenza impugnata ha, dunque, affermato lo svolgimento da parte del XXXXX della sola attività di amministratore, senza alcuna partecipazione diretta all’attività materiale ed esecutiva dell’azienda, e tale decisione non è stata validamente infirmata dalla parte ricorrente e dal mezzo d’impugnazione articolato.
Né, di per sé, la qualifica di socio di una società di capitali (con responsabilità limitata al capitale sottoscritto e con partecipazione alla realizzazione dello scopo sociale esclusivamente tramite il conferimento di tale capitale) può essere significativa dell’esercizio di diretta attività commerciale nell’azienda. Il ricorso deve, pertanto, essere rigettato con condanna dell’Inps a pagare le spese processuali. Avuto riguardo all’esito del giudizio ed alla data di proposizione del ricorso sussistono i presupposti di cui all’art. 13, comma 1 quater, dpr n. 115/2002. P.Q.M. Rigetta il ricorso e condanna l’Inps a pagare le spese di lite che liquida in Euro 3.000,00 per compensi professionali oltre 15% per spese generali ed accessori di legge nonché Euro 200,00 per esborsi. Ai sensi dell’art. 13, comma 1 quater del dpr n. 115 del 2002, dà atto della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, da parte del ricorrente dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello per il ricorso a norma del comma 1 bis, dello stesso art. 13. |
– ho voluto riportarti questo pezzo per ricordare 2 concetti importanti:
1) i giudici della Cassazione hanno ripetuto nuovamente che essere un socio di S.r.l. non significa, per forza, essere un socio lavoratore in automatico e che, per quello che riguarda il caso esaminato, quelle specifiche attività sono di competenza di un amministratore e non di un socio lavoratore. Questo permette al socio di evitare i contributi Inps del 24% della gestione commercianti;
2) che il ricorso è stato rigettato (ossia è a favore del contribuente) e che i giudici hanno condannato l’Inps a pagare le spese processuali, quindi, anche in futuro, dovresti avere le spese rimborsare in casi molto simili a questo.
Perché puoi tagliare il 24% di tributi grazie a questa nuova sentenza della Cassazione?
Spiego il motivo, anche con un esempio numerico.
Ipotizza di avere una S.r.l. con un utile di euro 100.000,00 (ossia ricavi meno i costi uguale 100.000,00).
Credo che per la maggior parte degli imprenditori, nel momento in cui inizi a fare un utile superiore ad euro 100.000,00 molto probabilmente è perché ha dei collaboratori a cui affidare l’attività operativa, dunque consideriamo il socio come non operativo, che svolge solo attività da amministratore.
Ecco, questo è il punto.
Se il socio fosse considerato un socio operativo, allora questo dovrebbe pagare il 24% di contributi Inps commercianti su un utile di euro 100.000,00.
Ciò comporterebbe per lui un pagamento di tributi pari ad euro 24.000,00 (in realtà potrebbero essere anche più alti).
Ma, se il socio fosse NON operativo, ossia svolgesse solo attività da amministratore, allora il socio EVITEREBBE di pagare euro 24.000,00 di tributi a titolo di contributi Inps commercianti.
Cosa che l’Inps potrebbe cercare di farti pagare e, per difenderti, puoi utilizzare questa ultima sentenza dei giudici della Cassazione.
Come utilizzare questa sentenza della Cassazione a tuo favore per tagliare il 24% di tributi? Cosa significa nella vita quotidiana per l’imprenditore?
Prima di passare alle conclusioni vorrei riportare alcune informazioni utili che ti servono per contestualizzare al meglio questa sentenza dei giudici della Cassazione.
Ricordati che l’Inps deve dimostrare che il socio svolga anche un’attività operativa, ma è anche vero che noi imprenditori dobbiamo dichiarare il vero.
Non solo per un motivo “etico”, ma anche per il fatto che se l’imprenditore svolge un’attività operativa nella S.r.l., poi l’Inps ha maggiore possibilità di aver ragione ed obbligare il socio a pagare il 24% di contributi Inps commercianti.
Posto che l’imprenditore abbia ragione, bisogna ricordarsi che, anche ingiustificatamente, l’Inps potrebbe aprire una posizione Inps commercianti al socio della S.r.l. .
Questo comporterebbe che egli dovrebbe prima fare un piccolo ricorso direttamente all’Inps utilizzando il cassetto previdenziale personale mostrando le indicazioni della sentenza di cui è in possesso. Potrebbe fare questo con il commercialista, spendendo anche poco.
Se l’Inps continuasse a fare opposizione, allora si sarebbe costretti a rivolgersi ad un giudice tributario provinciale, cosa che si potrebbe fare con un commercialista o avvocato e, quindi, si inizierebbero ad alzare i costi nonostante la ragione sia dalla propria parte.
Inoltre ti faccio presente che i contributi sono, comunque, da pagare anche se fai ricorso, salvo poi riaverli indietro dopo la sentenza del giudice insieme alle spese che hai anticipato all’avvocato. Queste spese, infatti, potrebbero esserti restituite nel caso in cui il giudice obblighi l’Inps a rimborsartele.
Di sicuro gli Enti andranno avanti fino all’ultimo grado di giudizio, ossia se perdono andranno anche presso un tribunale regionale e presso i giudici della Cassazione che sono gli ultimi ad esprimersi.
Ma, grazie a questa sentenza dei giudici della Cassazione con l’Ordinanza 27 gennaio 2021, n. 1759, hai già un forte elemento di prova per respingere l’Inps nell’avanzare pretese palesemente ingiuste da parte loro.
Conclusioni
Grazie alle informazioni che hai ottenuto da questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale sai quale nuovo strumento puoi utilizzare tutte le volte che l’Inps ti iscrive ingiustificatamente d’ufficio alla gestione Inps commercianti mentre fai un’attività di supervisione, assunzione del personale, referente dei clienti e dei fornitori.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .
Ma non basta.
Devi infatti anche verificare di:
a) produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
b) avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
c) utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.
Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).
Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.
Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.
Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.
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Grazie
Di nulla Carmen