Ecco come è nato il blog di Efficacia Fiscale e contro cosa sto combattendo

Ciao, benvenuto sul blog Efficacia Fiscale.

Mi presento, sono un dottore commercialista con un’impronta inusuale verso questo mondo, ecco perché nonostante il lavoro che mi sono scelto, ho deciso di gestire un blog.

Questa decisione è nata molto tempo fa, infatti, già durante il corso di laurea di Economia avevo un’unica certezza: non avrei mai fatto il Commercialista.

Come mai credevo questo?

Ho deciso di intraprendere economia perché ho sempre AMATO avere idee e soluzioni che fossero utili a creare vero valore per il business degli imprenditori e che facessero funzionare al meglio le aziende.

Ti dirò di più, anche se oggi sono un commercialista, sono di estrazione imprenditoriale.

Infatti, mio padre ha sempre fatto l’imprenditore.

La figura del commercialista era collegata a un servizio di supporto per l’imprenditore, insomma, non un punto di partenza, ma un punto di arrivo: io imprenditore produco e lui (il Commercialista) mi fa pagare le imposte.

Con il proseguo degli studi e le prime esperienze lavorative, mi sono accorto che il ruolo del commercialista può essere fondamentale in alcune scelte strategiche atte a migliorare e far crescere le aziende.

Esistono molte sfaccettature in questo lavoro, se alcuni colleghi commercialisti preferiscono coprire ruoli tributari, interfacciandosi con tribunali ed enti di riscossione, io ho preferito scegliere la strada che fa sì che l’imprenditore applichi le regole del mercato reale.

Scelta maturata grazie (anche) alla mia estrazione familiare.

Così, durante i miei primi anni di attività professionale ho notato che, mentre io ho voluto fare questo lavoro spinto dal desiderio di lavorare con gli imprenditori, c’erano molti altri miei colleghi che facevano questo lavoro perché amavano fare svolgere altre mansioni, come ad esempio le procedure in tribunale oppure quelle relative ai revisori contabili.

Credo che la mia scelta non sia migliore o peggiore rispetto ad altre, ho scelto questo cammino semplicemente perché mi sento più portato verso questo genere d’orientamento.

Il mio focus è ottimizzare l’azienda dei miei clienti, andando ad analizzare i pro e i contro, ed ecco perché spesso nei miei articoli parlo di strategie fiscali e contabili grazie al quale far prendere scelte strategiche all’imprenditore.

Inoltre, mi è sempre piaciuto unire l’apprendimento teorico con anche della sana pratica.

Così durante l’università ho sempre cercato di studiare e lavorare contemporaneamente.

Possiedo un diploma tecnico da perito elettrotecnico, e per i primi due anni di università ho lavorato solo nel periodo estivo svolgendo mansioni che non erano inerenti all’amministrazione di aziende.

Dal momento in cui ho fatto il tirocinio universitario del 3°anno sono riuscito a lavorare presso l’amministrazione di una società che gestiva supermercati.

Successivamente ho praticamente lavorato per quasi tutto il periodo della laurea specialistica, alternando lavori da 4 ore a 8 ore al giorno, lavorando per 8 mesi presso un istituto bancario, qualche mese presso l’amministrazione della società dove ho fatto il tirocinio universitario e quindi iniziando la pratica professionale che mi avrebbe consentito di accedere all’esame di stato per diventare un commercialista.

Questo periodo di lavoro durante il periodo della laurea specialistica mi ha dato conferma a quello che poi avrei voluto fare per il resto della mia vita. Infatti, durante gli studi, ho capito che il modo migliore per lavorare a stretto contatto con gli imprenditori, per capire quali problemi affrontavano e quindi di quali soluzioni potessero avere bisogno più di tutto, era quello di reinterpretare la professione del commercialista come figura che fosse di supporto all’azienda degli imprenditori.

Da quando ho iniziato la pratica c’è stato un avvenimento che ha caratterizzato molto le mie abitudini e quello che poi sono diventato, portandomi a diventare un fanatico della formazione.

L’evento cardine, che ha fatto sì che intraprendessi questa visione in maniera completa, è avvenuto durante l’ultimo anno della pratica triennale, quando sono diventato padre.

Era un periodo ottimo, le soddisfazioni fioccavano, ma come tutti i momenti belli prima o poi finiscono.

A distanza di un anno, io e la madre di mio figlio abbiamo deciso di dividere le nostre strade, mantenendo rapporti civili, da persone adulte quali siamo.

Arrivato a questo punto ho sentito la necessità di trovare un modo per comprendere in profondità quello che mi era capitato per capire cosa fare per evitare che succedesse nuovamente.

Ho iniziato ad avvicinarmi alla corrente della crescita personale, mi sono immerso (nel vero senso della parola, arrivavo a leggere due libri a settimana) in questi argomenti mentre, nel frattempo, aprivo il mio primo studio commerciale.

La necessità di crescita economicamente e il mio piacere per la lettura utile si è radicata a tal punto nel mio profondo che ho pensato di unire le mie conoscenze universitarie alla crescita professionale.

Come? Focalizzando l’attenzione e lo studio sul marketing e sul come far crescere la propria azienda.

Le principali teorie di crescita collegate allo sviluppo delle aziende provengono degli Stati Uniti.

Così questa incessante ricerca mi ha portato a leggere libri americani e a prenotare un viaggio studio a Miami per studiare l’inglese per 3 settimane (da novembre a dicembre 2018).

Tutto questo con l’obiettivo di ritornare negli Usa nel 2019 e iniziare a studiare presso qualche speaker americano che ha ottenuto risultati nella crescita imprenditoriale o nell’accounting.

E non ti nascondo che, il fatto di assumermi la responsabilità di essermi messo in proprio e dover pensare a far crescere l’azienda per pagare me stesso, mio figlio, l’affitto, le bollette, le spese personali ed i collaboratori, mi ha obbligato a dover diventare un imprenditore migliore.

Grazie alla mia passione per quello che faccio, sono riuscito a coniugare il mio lavoro con quello che ho sempre sognato: creare strumenti utili per le aziende e gli imprenditori.

Ma ti devo fare una confessione, purtroppo non sono il migliore commercialista sulla piazza, non sono adatto a tutti gli imprenditori e ti dico i 5 motivi:

  • Difetto 1, non amo dipendenti, ma amo i collaboratori che sono focalizzati sulla crescita dell’azienda dei clienti: non mi piace avere dipendenti e non mi piace pagargli il TFR, 13esime, ferie, permessi o malattie pretendono di essere pagati solo perché arrivano puntuali nel proprio posto di lavoro, senza creare un valore aggiunto per i clienti. Questo perché amo i collaboratori che sono focalizzati a migliorare l’azienda dei miei clienti, sabato, domenica e festivi compresi. Con la consapevolezza che essi possono essere pagati solo se l’azienda dei clienti è prospera e fiorente.

 

  • Difetto 2, non amo sprecare i soldi nell’affitto, nei collaboratori e clienti che vogliono lavorare solo facendo incontro “dal vivo”: non amo sprecare i soldi in affitti di ufficio o arredi faraonici solo per il fine di sprecare il tempo degli imprenditori per farli venire da me e fare un incontro senza un obiettivo di vero miglioramento della loro azienda. Amo spendere soldi in software che facilitano l’incontro a distanza con i clienti e che sono utili nella trasmissione online dei documenti contabili. Consentendo di fargli risparmiare tempo e facendo incontri con i clienti con obiettivi mirati per migliorare la loro azienda individuando azioni specifiche da mettere subito in pratica.

 

  • Difetto 3, non amo i forfettari o chi ha una contabilità con solo i ricavi e costi, ma amo chi vuole controllare il bilancio della propria S.r.l. una volta al mese: non amo avere tanti imprenditori forfettari o chi vuole gestire la propria azienda solo conoscendo i costi ed i ricavi una volta all’anno poco prima di pagare le imposte della dichiarazione dei redditi. Non è un discorso di razzismo ma è dovuto al fatto che, a mio modo di vedere, noi imprenditori non possiamo controllare la nostra azienda solo con la contabilità fatta di ricavi e costi. Questo in quanto ci sono tanti altri elementi che dobbiamo tenere sotto controllo per guidare la nostra azienda verso il successo. Al contrario amo gli imprenditori che vogliono proteggere il proprio patrimonio e la propria azienda utilizzando una S.r.l. e controllare il bilancio almeno una volta al mese verificando sia l’aspetto economico che quello finanziario.

 

  • Difetto 4, non voglio imprenditori evasori: non amo gli imprenditori evasori, perché poi entrano in meccanismi complessi e articolati che impiegano più tempo nel gestire il mancato pagamento dei tributi che nell’aver pagato regolarmente le imposte. Piuttosto amo gli imprenditori che pianificano il risparmio fiscale in anticipo perché producono utili veri.

 

  • Difetto 5, non voglio gli imprenditori spendaccioni che fanno spese senza fornire un vero valore per la propria azienda: non amo gli imprenditori che sono spendaccioni facendo spese personali non giustificate con fattura intestata all’azienda. Perché poi si ritrovano alla scadenza del versamento dell’iva lamentandosi con il commercialista che doveva avvisarli prima, in quando adesso non hanno abbastanza soldi sul conto corrente per pagare l’importo dell’iva, dovuto al fatto che i soldi dell’iva se li sono spesi tutti senza un giustificato fine utile alla loro azienda. Al contrario, preferisco interfacciarmi con imprenditori che vogliono assumersi la responsabilità dell’aspetto economico e finanziario della propria azienda, guardando il bilancio della propria azienda una volta al mese con il proprio consulente. 

 

Non sono il migliore commercialista sulla piazza, ma sono il commercialista giusto per una determinata categorie di imprenditori

Durante la pratica mi sono accorto quali difetti e quali pregi potevo avere.

Mi sono reso conto che non ero portato per essere preciso.

Ovviamente sono anche preciso perché si impara tutto nella vita, ma il fatto di essere preciso era una cosa che per me era dispendiosa sotto il profilo del tempo e dell’energia impiegata.

Non ero portato a voler essere pagato solo perché arrivavo in orario nella mia sedia dell’ufficio.

Mi piace essere una persona che rispetta gli appuntamenti, questo lo chiedo anche ai miei clienti e collaboratori, ma oltre alla puntualità mi piace essere pagato perché le persone traggono un vero vantaggio da me e dai miei servizi.

Ho fatto anche arrabbiare i miei dominus perché come collaboratore, a volte, ero terribile.

Non intendo dire che fossi una persona distruttiva, ma la mia mente era continuamente focalizzata nel diventare il più indipendente possibile dagli altri.

Titolari compresi.

E questo, a volte, generava diverse idee sul focus che dovevo avere per essere considerato “un buon collaboratore”.

Io ero uno a cui piaceva mettersi in proprio ed assumersi la propria responsabilità di quello che mi accadeva.

Con tutte le conseguenze del caso.

Avevo il piacere di diventare più indipendente possibile dagli altri e di rendere gli altri più indipendenti possibili da me.

Non mi piace dover fare soldi rendendo gli imprenditori dipendenti da me.

Piuttosto, preferisco essere pagato perché rendo la S.r.l. dei miei clienti imprenditori una macchina atta a fargli fare più soldi rispetto a quelli che spende.

Inoltre avevo anche un’altra caratteristica che, a mio parere, accomuna gli imprenditori.

E, questa caratteristica, mi ha condotto dove sono ora ed è il fatto di accettare che si possono fare errori.

Infatti puoi fare errori solo se lavori.

Attenzione, lungi da me l’idea di essere perfetto o imperfetto, ma credo di essere una persona che si mette in gioco con l’unico obiettivo di migliorare.

Cerco di prendere spunto da ciò che mi accade, cerco di imparare dai miei errori, che per partito preso preferisco chiamare esperienze.

Con la consapevolezza che l’unica cosa che si può fare con la propria azienda è di limitare il rischio delle conseguenze negative, non potendo eliminare del tutto il rischio.

In un certo senso, anche io mi reputo un imprenditore. A mio modo di vedere, ogni commercialista che si mette in proprio, deve ragionare come un qualsiasi altro imprenditore.

E, quindi, le cose su cui ho sempre preferito focalizzarmi, sia per far crescere il mio studio, sia per far crescere l’azienda dei miei clienti sono queste:

  • Rendere la contabilità uno strumento a valore per l’imprenditore per prendere scelte strategiche sulla propria azienda;
  • Non far perdere tempo all’imprenditore in incontri senza un chiaro obiettivo;
  • Consentirgli di mettersi in contatto con me e con i miei collaboratori con i moderni strumenti di comunicazione senza doverci incontrare fisicamente ogni volta;
  • Avere collaboratori che fossero attenti allo stato di salute delle aziende dei clienti e non solo contabili;
  • Adattare le soluzioni fiscali alle aziende del cliente, attraverso una preventiva pianificazione fiscale.

Da tutto questo è nata l’idea di diventare quello che io definisco il Commercialista Business, ossia un commercialista focalizzato sui bisogni degli imprenditori piuttosto che solo sulle procedure burocratiche.

E non ti nascondo che all’inizio non è stato facile convivere con questa missione, in quando sono stato mal compreso e ostacolato da altri colleghi.

Ho sempre professato la necessità di avere un consulente maggiormente a supporto delle imprese e meno focalizzato verso la burocrazia.

Attenzione, non voglio dire che la burocratica sia inutile e oltrepassabile, ma vorrei enfatizzare il fatto che è solo una parte dell’insieme che io, in veste di commercialista, devo rendere semplice all’imprenditore per consentirgli di governare al meglio la sua azienda.

Quello che affermo è che se io fossi un imprenditore, avrei bisogno di un consulente che sia di supporto al mio business utilizzando la mia contabilità come strumento per farmi prendere scelte strategiche per la mia azienda.

E che mi aiuti nel districarmi con le regole fiscali rendendomele di facile comprensione, adattandole al contesto del mio settore e della mia S.r.l..

Pensa che sono stato così frainteso che qualche collega mi ha fatto un esposto all’ordine dei commercialisti.

Sono una persona che accetta le opinioni e le idee diverse dalle mie.

E, perciò, reputo sano confrontarsi e capire di avere regole di vita diverse sia a livello personale sia a livello di professione (cosa che capita anche in un qualsiasi rapporto di coppia o rapporto tra soci).

E, molte volte, tutte le parti in causa hanno ragione nonostante esse abbiano regole di vita diverse.

Ma presumo che l’atto promosso nei miei confronti non sia tanto nel fatto di avere idee diverse, ma quanto come puro attacco personale.

E ti so dimostrare il perché.

Dico questo semplicemente perché le accuse sono state promosse da un “autore anonimo”.

Anonimo in quanto mi hanno contestato dei miei articoli, ma senza mettere il nome vero della persona (o delle persone) che lamentava questo mio comportamento e che ha/hanno allertato il presidente del mio ordine dei commercialisti.

Se io dovessi difendere i miei diritti, e dovessi fare una denuncia contro qualcuno dai carabinieri, penso che sia inaccettabile una denuncia anonima, giusto?

I carabinieri mi obbligherebbero a mettere il mio nome.

Se io dovessi andare in tribunale a contestare un comportamento illecito contro qualcuno, penso sia inaccettabile fare una denunci anonima, giusto?

Il tribunale mi obbligherebbe a mettere il mio nome.

Se io dovessi difendere un mio diritto lecito, non avrei problemi a mettere il mio nome in quando sono dalla parte del giusto.

Se dovessi attaccare qualcuno, e nascondere il mio nome, potrebbe significare che probabilmente sono consapevole di essere nel torto, in quanto sto attaccando qualcuno senza un sufficiente motivo

. Altrimenti avrei messo il mio nome in quando reputo di essere nel giusto difendendo un mio diritto.

Se faccio un’accusa omettendo il mio nome, probabilmente è perché credo di essere nel torto oppure di fare un torno a qualcuno.

Ti è mai capitato di ricevere una pugnalata alle spalle da qualcuno, amico, collega, famigliare o sconosciuto con l’autore del danno che cerca di nascondersi tra la folla?

Tu cosa penseresti di lui/lei? Sicuramente il suo giudizio sarebbe pessimo. Tutti la penserebbero così. E’ normale.

Poi giustamente l’ordine dei commercialisti ha avviato un’indagine dei miei confronti tramite un’apposita commissione di disciplina, e quindi sono stato regolarmente assolto da tutto questo.

Premetto che non ce l’ho con nessuno, e che non ho mai voluto chiedere all’ordine dei commercialisti chi fossero stati gli autori dell’accusa, in quanto la reputo più una perdita di tempo.

Da parte mia il rapporto è sano con tutti, ma questo mi ha fatto riflettere sul fatto che non tutti accettavano l’idea di un commercialista rivolto a supporto agli imprenditori.

E non ti nascondo che sono una persona a cui piace molto il confronto con altre persone e che riflette su quello che mi viene detto.

Infatti ho l’abitudine di confrontarmi con colleghi di più parti d’Italia, e questa mia caratteristiche mi ha permesso di sviluppare, con il tempo, proficue collaborazioni anche con commercialisti che hanno studi strutturati in maniera diversa rispetto al mio.

Questo mi ha fatto capire che c’è spazio per tutte le idee diverse e che si può avere ugualmente un ottimo rapporto con chiunque (se lo si vuole veramente).

Così ho accettato il fatto di avere dei nemici per il semplice fatto di voler lavorare a favore degli imprenditori. Inoltre, anche se a qualche collega non vado a genio, ho riscontrato che ci sono tanti altri colleghi più anziani di me e con studi di maggiori dimensioni cui ho un ottimo rapporto o che mi apprezzano per le idee che sto portando avanti.

 

Perché faccio tutto questo?

Da quasi 10 anni lavoro al fianco degli imprenditori e devo farti una confessione.

Per i primi 3 anni di lavoro ho commesso un grave errore.

Al tempo, ritenendomi un semplice commercialista, tenevo solo la contabilità.

Solo nel tempo mi sono accorto che questo era insufficiente nell’aiutare realmente gli imprenditori a pagare i fornitori e aumentare gli utili della loro azienda.

E non lo dico solo io.

Infatti un articolo uscito in una rivista del sole 24 ore (Econopoly) del 24 agosto 2018 è stato intitolato “Il boom delle Srl ha il fiato corto: in Italia urge una scuola d’impresa” e come già avrai capito da solo, l’autore ha affermato che da una sua indagine ha constatato che il numero degli imprenditori che hanno aperto una S.r.l. è aumentato, ma purtroppo senza un adeguato supporto nel gestire proficuamente la propria azienda.

“Il numero delle imprese italiane cresce. Ce ne dà conferma un report pubblicato dall’ISTAT poco meno di un mese fa, 27 luglio 2018. Il tasso di natalità, nel quinquennio preso in esame, 2011-2016, corrisponde al 7,7%.” […] […] “In materia di forma giuridica, la preferenza degli italiani è inequivocabile: le società di capitale e, in particolare, la Società a responsabilità limitata dominano la scena.”  […] […] “Quanti amministratori di Srl dell’amplissimo contesto piccolo-imprenditoriale sanno leggere adeguatamente un bilancio e quanti, invece, si limitano ad apporre una firma sul documento redatto dal commercialista?”  […] […] “Fare impresa, a questo punto, potrebbe equivalere a un oltraggio alla visione comune della morale perché occorrerebbe assumersi, non tanto il rischio di capitale, quanto piuttosto un nuovo rischio, quello di metodo: in Italia, è quanto mai necessaria una scuola d’impresa, un processo formativo che rigeneri la nostra disponibilità intellettuale.”

Quindi dalla mia esperienza personale a contatto con gli imprenditori, supportato anche dall’articolo presente in una rivista del sole 24 Ore, ho capito una cosa importante sul metodo di lavoro che io stavo utilizzando con i miei clienti.

 

“Ci voleva qualcosa di più che prendere le fatture ai clienti e richiamarli al telefono solo quando dovevano pagare le imposte per aiutare gli imprenditori nel far crescere la loro azienda

E ti spiego il motivo qui di seguito.

Vedi, tu sei un imprenditore, quindi sicuramente capisci quanto sia importante conoscere costantemente lo stato di salute della tua azienda.

Questo perché è grazie alla tua azienda che ottieni le principali risorse per mantenere la tua famiglia.

Tu hai bisogno di un sistema che ti permetta di conoscere costantemente lo stato di salute della tua azienda e soprattutto di capire in quale direzione la stai mandando.

Mentre lavoravo a fianco degli imprenditori nel trovare soluzioni al loro business, mi sono accorto che ci sono delle condizioni le quali, se rispettate e controllate periodicamente, ti permettono di avere la certezza di generare utili.

Questo è capitato a tutti gli imprenditori con cui ho collaborato.

Questo significa che anche per te è lo stesso.

Anche tu hai, in azienda, determinati parametri che, se controllati con costanza, ti consentono di avere la certezza di generare utili con la tua impresa.

Inoltre, puoi prevenire in anticipo eventuali “problemi”, come ad esempio Equitalia, e, soprattutto, puoi guidare la tua azienda verso nuovi maggiori utili.

Se tu controlli questi parametri, sicuramente non avrai problemi con Equitalia.

Ma, nel caso avessi importi arretrati, avresti un sistema che ti permette di avere la certezza di pagare Equitalia regolarmente, conservando la giusta liquidità aziendale per mantenere in vita la tua impresa.

Questo significa farti stare sereno, senza incazzature della moglie, e avere la garanzia di poter pensare solo alla tua azienda.

Nonostante questo sia probabilmente il periodo peggiore, degli ultimi 40 anni (qui in Italia) per gestire un’azienda, tu riuscirai ugualmente a migliorare costantemente la tua attività, incrementando sia il numero dei clienti e soprattutto la loro qualità.

Questo sarà possibile grazie all’assistenza specifica mensile che tu riceverai da me nel controllo costante sul tuo bilancio.

Assistenza che consiste nell’inviarti, ogni mese, il bilancio aggiornato della tua azienda riclassificato con il margine di contribuzione totale dell’impresa e dei singoli beni, in cui sono riportati, inoltre, i principali indicatori di performance aziendale.

Questi indicatori ti consentono di avere una visione del risultato economico ottenuto e quindi di avere il controllo sulla tua intera azienda.

 

Cosa contro combatto: ecco perchè rischi di rovinarti per sempre con la tua azienda

Appena abilitato mi sono messo in proprio e ho avuto la fortuna di lavorare subito a fianco degli imprenditori e conoscere le loro problematiche.

Mi è capitato di aver collaborato anche con qualche imprenditore che si è rovinato con la propria azienda.

 Mi spiego meglio.

Mi era capitato di entrare in contatto con imprenditori (anche amici di famiglia) che avevano una propria azienda da più di 10 anni, ma erano in una situazione in cui avevano tutti i fidi bancari utilizzati fino alla massima capienza.

Così erano impossibilitati a chiedere nuovi finanziamenti e, inoltre, avevano Equitalia che incominciava a bussargli alla porta, chiedendo in cambio la casa e l’auto.

Ma, soprattutto, con un’azienda che non valeva più niente.

E’ anche vero che, se una persona si trova con più di 100.000 euro di debiti presso Equitalia, con tutti i fidi tirati al massimo del possibile e con l’azienda che non vale niente, significa che per molti anni quest’azienda ha lavorato in perdita.

Te lo ripeto: per molti anni l’azienda ha lavorato in perdita senza che l’imprenditore se ne accorgesse.

Con le perdite che erano coperte da nuovi fidi bancari.

Apro una parentesi: Ti spiego per quale motivo è capitato, e perché può ancora succedere, se non cambi sistema.

Ecco com’era il sistema di gestione della contabilità che lui aveva e che forse hai anche te:

  1. Alla fine del mese o al termine del trimestre raccogli le fatture;
  2. Le consegni fisicamente alla persona che ti gestisce la contabilità (se sei un po’ più evoluto, gliele invii per email, drive o dropbox);
  3. Il consulente ti carica i documenti nel software;
  4. Appena caricate le fatture, l’impiegata del consulente, ti chiama per comunicarti il versamento dell’iva e delle scadenze mensili;
  5. Una volta l’anno ti chiama per comunicarti il versamento delle imposte presenti sulla tua dichiarazione dei redditi.

Posto che sicuramente il consulente si è già comportato in maniera eccellente e professionale, in quanto ha già rispettato gli accordi presi con te.

Considerato, inoltre, che ti ha calcolato le imposte dello stato, e, quindi, ti ha permetto di assolvere gli adempimenti previsti dalla legge.

In questo sistema di lavoro, ci vedi qualcosa di veramente utile per te e la tua azienda tramite questo processo?

Per pagare le imposte per essere in regola con il fisco sicuramente è utile, ma per prendere scelte strategiche per la tua azienda sicuramente NO.

Per forza che poi cerchi di puntare solo ad abbassare il prezzo che paghi al tuo consulente.

Se non guadagni utilità dalla tua contabilità, è normale che tu voglia pagare il meno possibile (lo farei anch’io).

Tu hai bisogno di un sistema che ti consente di prendere delle scelte strategiche utili a te per produrre maggiori profitti, utilizzando le informazioni che puoi ottenere dalla tua contabilità.

Qui non è colpa tua e non è neanche responsabilità del tuo consulente, la colpa è della procedura che è stata utilizzata per gestire la contabilità della tua azienda.

La colpa è del vecchio sistema con il quale è stata predisposta la tua contabilità: ossia quello di utilizzare la contabilità solo come uno strumento per calcolare le imposte.

Considerare la contabilità come unico strumento per calcolare le imposte è sbagliato, o meglio incompleto.

Questa teoria appartiene al passato.

Oggi la contabilità mette in relazione molteplici fattori che ti permettono di analizzare diverse tematiche, non solo l’importo delle imposte fine a se stesso.

Chiusa parentesi.

Ritornando al precedente discorso, l’imprenditore proseguiva questo stato di dissesto fino a che la banca gli negasse nuove aperture di fido.

E questa non era colpa loro.

Infatti, erano anche ottimi padri di famiglia, ma non sono stati avvisati sul come potevano comportarsi oggi, per avere il controllo sui risultati della propria azienda.

Anche se te lo stai chiedendo, questo non significa obbligatoriamente che abbiano fatto spese sopra al proprio tenore di vita.

Questo potrebbe significare che, nonostante essi fossero stati attenti alle spese personali, si siano trovati dopo anni con più debiti che prima e con un’azienda senza valore.

Ma, com’è possibile tutto questo?

 

Questo succede quando sei inconsapevole del fatto che la tua azienda non sta producendo abbastanza utili

É come un tumore, pensi di stare bene come tutti gli altri giorni, invece è da anni che dentro di te sta nascendo qualcosa di dannoso per la tua salute in modo irreparabile e che ti sta conducendo verso la morte giorno dopo giorno senza che tu te ne accorga

E se non te ne accorgi subito, sei impossibilitato a prendere decisioni, strategie aziendali o personali per invertire rotta e iniziare a guadagnare soldi invece che perderli.

E non è detto che siano cattive persone.

Anzi, spesso erano buone persone, ma che si ritrovavano in situazioni di debito che ormai erano quasi impossibili da sistemare.

Quindi questo è il motivo per cui combatto e lo faccio con due strumenti.

 

A quali problemi voglio trovare la soluzione?

Qui ci sono due grandi aree…

  1. Il fisco che spesso parla una lingua difficile: anche se può sembrarti strano, il nostro sistema fiscale “nasconde” molte opportunità ma che spesso non sono percepite dagli imprenditori.

Ovviamente non è colpa dell’imprenditore.

Il motivo è che le leggi sono strutturate in modo da essere capite dai “legalesi” e dai “tecnici” e non dagli imprenditori.

Quindi, è capitato più volte che, imprenditori che potevano avere incentivi, crediti d’imposta, bonus ecc hanno perso soldi semplicemente perché non si sono informati oppure perché, anche se sapevano della presenza del bonus, non sapevano come adattarlo al proprio business o alla propria azienda.

Sottolineo: hanno già perso dei soldi, li stanno perdendo e non se ne rendono conto.

Se tu lavori in un settore in cui ci sono impianti e macchinari ti accorgi subito se è stata sbagliata la produzione perché il pezzo o il prodotto esce in modo sbagliato.

Ma come puoi sapere se stai utilizzando i principali bonus fiscali che ti mette a disposizione il nostro sistema fiscale italiano?

C’è bisogno di permettere agli imprenditori di trasmettere tutte le opportunità fiscali in modo più comprensibile possibile… SOLUZIONE: Rendere le opportunità fiscali facilmente assimilabili  

  1. Contabilità NON come semplice obbligo di legge: spesso le persone vedono la propria contabilità solo come un obbligo imposto dalla legge, come qualcosa che serve per pagare le imposte.

La tua contabilità invece, dev’essere (e può diventare) fonte inesauribile di risorse, lo spazio nel quale tu puoi ottenere informazioni fondamentali che ti consentono di fare la differenza rispetto ai tuoi concorrenti.

L’importante è estrapolare informazioni utili dalla tua contabilità in base al tuo settore e ai tuoi obiettivi personali e aziendali.

SOLUZIONE: Rendere la contabilità uno strumento attivo per creare valore per la tua azienda

noltre, mi sono accorto che mancava qualcuno che parlasse di fisco e di strumenti contabili utili a prendere scelte strategiche per la propria azienda che si rivolgessero esclusivamente alle S.r.l..

Non c’era, prima d’ora, un manuale pratico specializzato solo per le S.r.l. per renderle una macchina che genera più soldi rispetto a quelli che spende.

 

Come lo voglio fare tutto questo?

L’ho fatto eliminando una parte di servizi che potrei fare grazie alla mia abilitazione della mia professione, come ad esempio:

  • non lavorando con il tribunale;
  • non lavorando come revisore legale;
  • non lavorando come sindaco o collegio sindacale (organo che controlla gli amministratori di una società di maggiori dimensioni);
  • non lavorando con le S.p.a.;
  • non lavorando con chi vuole fare l’imprenditore utilizzando il regime del forfettario o con chi ha la contabilità semplificata.;

Ma ho deciso di focalizzarmi esclusivamente sugli imprenditori che vogliono:

  • Svolgere il proprio business con una S.r.l., in questo modo hai maggiore protezione patrimoniale;
  • Avere un rapporto con un commercialista che lavora solo online (questo vale anche per i miei collaboratori), in questo modo risparmi tempo nel consegnarmi i documenti contabili e nel fare incontro di controllo di gestione con me e i miei collaboratori;
  • Per chi vuole verificare il bilancio della propria S.r.l. ogni mese, in questo modo hai la possibilità di prendere scelte strategiche per la tua azienda ogni mese.

Per questo motivo ho voluto aprire il blog www.efficaciafiscale.com nel 2017.

Questo è contro cui voglio combattere e mi impegnerò a combattere per i prossimi 40 anni (anche se a dirti il vero io voglio vivere fino a 150 anni, e non scherzo).

Ok perfetto, ma come puoi ottenere tutto questo già adesso?!?!?!?

Per adesso ti condivido questo primo manuale nel quale ti condivido GRATUITAMENTE una check list di quello che devi controllare ogni mese nel bilancio della tua S.r.l. per migliorare la pianificazione fiscale della tua S.r.l. e tagliare le imposte del 10%.

Scarica il materiale gratuito e continua a seguirmi che scoprirai il tutto…

 

Conclusioni

In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento aziendale, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .

Ma non basta.

Devi infatti anche verificare di: produrre utili in abbondanza, avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare l’azienda regolarmente e utilizzare il più possibile strumenti di pianificazione fiscale nella tua società per ridurre le imposte della S.r.l. .

Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale, ma solo con la S.r.l. puoi ridurre il carico fiscale complessivo).

Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.

Tra il 70% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare nella tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi.

Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.

Strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. che troverai scaricando il manuale che riceverai compilando il form qui in basso.

Tutte le volte che decidi di utilizzare una S.r.l. per la tua attività imprenditoriale, ricordati che puoi accedere al servizio della Contabilità Controllata.

Seguendo la procedura della Contabilità Controllata, puoi rendere la tua S.r.l. una macchina che ti genera costantemente più soldi di quelli che spendi, ogni anno sempre di più.

Ogni 12 mesi avrai una S.r.l. con più utili rispetto a prima, con più soldi in banca rispetto a prima e la possibilità di tagliare il carico fiscale della società dal 70% al 28%.

Tutto questo grazie all’applicazione dei principi di Efficacia Fiscale e al controllo mensile del bilancio della Contabilità Controllata nella tua S.r.l. .

In questo modo crei sempre più ricchezza per te e ottieni tutto il successo che ti meriti insieme alle persone a te care.

Se non puoi applicare la procedura della Contabilità Controllata con il tuo commercialista, non preoccuparti.

In alternativa puoi inviare una email direttamente a me all’indirizzo info@efficaciafiscale.com, con oggetto “Contabilità Controllata” e richiedere maggiori informazioni.

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2 commenti
  1. Fulvia
    Fulvia dice:

    Buongiorno

    Ho letto tutto fino alla fine
    Non ho una srl ma.. non si sa mai di questi tempi .
    Ho una mentalità imprenditoriale perciò mi interessa molto..
    Molto

    Grazie

    Rispondi

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