Efficacia Fiscale per i Fisioterapisti (evento formativo per FisioDesk)

Ciao, come sai sono un commercialista specializzato nelle S.r.l. .

Ho dedicato la mia carriera a comprendere le sfumature del sistema fiscale italiano e a trovare i modi migliori per aiutare le aziende a navigare in esso.

Sono anche un ricercatore ed un divulgatore fiscale e sono aperto verso tutte le nuove esperienze.

Faccio questa piccola premessa, perché sto per proporti un riassunto di quello che è stato un mio intervento riguardante l’efficacia fiscale per i fisioterapisti, durante un webinar sulla fiscalità in Sanità.

Ho optato per dedicare due articoli all’argomento:

  • Il primo riguarderà le informazioni utili ai fisioterapisti per permettere loro di sentirsi fiscalmente informati sul loro settore e per capire quale forma giuridica utilizzare tra la partita Iva forfettaria, partita Iva ordinaria e S.r.l.;
  • Nel secondo riporterò le domande che mi sono state rivolte sia nel corso del webinar che successivamente, in modo da permettere, ai fisioterapisti, di avere una base di conoscenza riguardo l’aspetto fiscale.

Ma prima, la solita domanda di rito: ti sei già iscritto al sito www.efficaciafiscale.com?

Se non l’hai ancora fatto, provvedi subito.

Avrai accesso al materiale che metto gratuitamente a disposizione degli utenti iscritti, riceverai un avviso ogni volta in cui pubblico un articolo, registro un video o faccio una diretta sul mio canale YouTube Commercialista Calisti, organizzo un webinar, pubblico un Podcast.

Ora, sei pronto a scoprire quanto ho detto nel mio intervento riguardo l’efficacia fiscale per i fisioterapisti?

Bando alle ciance & let’s go…

 

Obiettivo del mio intervento

L’obiettivo del mio intervento è stato quello di fornire un po’ di chiarezza sul sistema fiscale italiano e aiutare i fisioterapisti a capire cosa chiedere al proprio commercialista.

 

Premessa importante

Come commercialista posso spiegare la norma in generale, ma sta ad ogni professionista essere consapevole se è abilitato a fare il proprio lavoro o meno, rispettando le regole della propria Regione.

Questo vale un po’ per tutti gli imprenditori, ma per i fisioterapisti è un po’ più accentuato in quanto l’AUSL regionale può stabilire dei requisiti diversi per svolgere questa attività con la S.r.l. .

 

Facciamo chiarezza: “quelle che chiamiamo tasse sono una composizione di imposte e contributi”

Ci sono due macro concetti che dobbiamo avere chiari in mente per capire come ridurre le imposte e i contributi.

Il primo è che, quello che noi chiamiamo genericamente tasse, in realtà è composto da imposte e contributi che, essendo due cose diverse, hanno differenti meccanismi di calcolo e, di conseguenza, gli strumenti per ridurle operano in maniera diversa.

Le imposte sono tutte quelle cose a fondo perduto, che servono a far funzionare regolarmente i servizi pubblici e lo Stato in generale.

Mentre i contributi sono tutti quei versamenti che facciamo per avere, si spera, in un futuro una pensione.

 

Imposte, Irpef, Ires, Irap, imposta sul prelievo degli utili e imposta sostitutiva per le Partite Iva forfettarie

Anche portare un po’ di chiarezza tra questi concetti ti sarà sicuramente utile.

Le imposte sul reddito sono tutte quelle somme che paghiamo allo Stato per finanziare i servizi che riceviamo. Si distinguono in base alla tipologia di destinatari:

  • l’Irpef colpisce persone fisiche e titolari di partita Iva individuale in regime ordinario;
  • l’Ires, l’Irap e l’imposta sul prelievo degli utili sono a carico delle S.r.l.;
  • l’imposta sostitutiva è applicata alle Partite Iva forfettarie.

In Italia abbiamo due regimi fiscali che permettono di ridurre, in modo importante, le imposte e i contributi; sono il regime forfettario e la S.r.l. .

L’ideale è scegliere il regime forfettario all’inizio dell’attività, quando i guadagni sono contenuti e i costi limitati, per passare ad una S.r.l. nel momento in cui decido di ingrandirmi, aprire uno studio professionale, avere collaboratori ed affrontare maggiori spese ed investimenti.

 

Cosa sono i contributi Inps

In Italia ci sono due tipologie di contributi INPS:

  • i contributi Inps della gestione separata: ammontano a circa il 26% e vanno in funzione del reddito;
  • la contribuzione Inps commercianti e Inps artigiani: prevede un minimale di circa 4.300 € l’anno (anno 2023), a cui si aggiungono i contributi Inps eccedenti il minimale del 24% circa sul reddito che supera € 17.504 (anno 2023).

Facciamo un esempio di come funzionano:

  • nella gestione separata, se ho un reddito pari a zero, non devo pagare nulla; perciò, se dovessi iniziare l’attività di fisioterapista domani, potrei aprire una Partita Iva come forfettario e, se inizialmente fatturassi zero, le imposte che pagherei sarebbero pari a zero e i contributi Inps che pagherei sarebbero uguali a zero. Di fatto pagherei solo il commercialista.
  • nella gestione Inps commercianti e Inps artigiani, invece, il meccanismo è diverso, perché è previsto un minimale annuo di circa 4.300 €, da versare a prescindere dal reddito realizzato. In sostanza, anche se guadagnassi zero pagherei il minimare Inps.

Come fisioterapista sei obbligato a pagare l’Inps della gestione separata, ma ci sono alcuni settori in cui puoi scegliere sia l’una che l’altra tipologia di cassa.

 

I contributi previdenziali per i fisioterapisti

Il fisioterapista che inizia l’attività con Partita Iva avrà la gestione separata Inps, in cui è tutto quanto flessibile ed in funzione del reddito che dichiara, mentre il fisioterapista che ha il proprio studio professionale, e sceglierà una S.r.l., apparterrà alla gestione Inps commercianti.

Come fisioterapisti, ovviamente, non si è tenuti a conoscere nel dettaglio il funzionamento delle due Casse, ma è importante sapere che ci sono due categorie di contribuzione.

 

Le diverse forme giuridiche con cui puoi svolgere un business

Le diverse forme giuridiche previste in Italia sono:

  • Ditta/individuale/Professionisti, che possono aprire:
    1. Partita Iva Ordinaria
    2. Partita Iva Forfettaria
  • Società, che possiamo distinguere tra:
    1. Società di Persone
    2. Società di Capitali

Le società di persone sono Società semplice (S.S.), società in nome collettivo (S.n.c.) e società in accomandita semplice (S.a.s).

Sotto il profilo fiscale non si possono applicare molti strumenti per ridurre le imposte e i contributi.

In genere, si utilizza questo tipo di società quando diversi professionisti decidono di esercitare l’attività insieme, oppure nelle Regioni in cui è obbligatorio.

Tra le società di capitali la forma giuridica che ci interessa è la S.r.l. .

Questa forma societaria può presentare qualche svantaggio collegato al fatto che è uno strumento un po’ più costoso e macchinoso e per gestirla è necessario il supporto del proprio commercialista, tuttavia, nel momento in cui si ha uno Studio, più fatturato e più collaboratori, la S.r.l. permette di ridurre il maggior numero di imposte e contributi, sicuramente molto di più rispetto alle società di persone e alla Partita Iva ordinaria.

Se vuoi scoprire gli strumenti di risparmio fiscale per tagliare le imposte e i contributi della S.r.l. gratuitamente puoi scaricare gratuitamente il manuale con oltre 94 strumenti di risparmio fiscale che puoi utilizzare grazie alla S.r.l. sul blog www.efficaciafiscale.com

 

I regimi fiscali che ti permettono di tagliare il carico fiscale

In Italia, gli unici due regimi fiscali che permettono, a noi imprenditori, di ridurre le imposte e i contributi sono la partita iva forfettaria e la S.r.l. .

Vediamo le principali caratteristiche di questi due strumenti.

 

Il regime del forfettario: vantaggi e quando utilizzarlo

Imposta sostitutiva

Il regime forfettario prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva sul reddito, pari al 5% per i primi cinque anni di attività, che aumenta al 15% dal sesto anno in poi (sicuramente è vantaggioso rispetto al regime ordinario, dove le imposte vanno dal 23% al 43 % più l’Irap del 4%).

Soglia di reddito

La soglia massima di reddito per rimanere in questo regime è pari a 85.000 € annui.

Costi e Iva

L’unico piccolo svantaggio è che, in regime forfettario, non si può scaricare nessun costo di gestione né scaricare l’Iva.

Per un fisioterapista, il vantaggio del forfettario è che permette di iniziare l’attività sostenendo un carico tributario comunque basso e senza minimale contributivo fino a 85.000 €.

Come già detto, questo è il miglior regime fiscale per chi inizia la propria attività e sostiene costi contenuti.

Nel momento in cui cambiano le condizioni, aumentano sia il reddito che le uscite dovute a costi e investimenti, allora si può valutare di spostarsi nel regime ordinario (regime che permette di scaricare più costi, ma ha delle aliquote Irpef più alte), per approdare infine ad una S.r.l. .

È un passaggio graduale, basato su una valutazione che va fatta caso per caso.

 

S.r.l.: vantaggi e quando utilizzarla

La S.r.l. è una società di capitali che si può costituire anche come socio individuale.

Dal punto di vista dei costi da sostenere, è bene sapere che i costi sono maggiori e bisogna avere sempre un commercialista con cui comunicare al meglio; non vanno trascurati, però, tutti i piccoli vantaggi di questa forma societaria.

Vantaggi:

La protezione patrimoniale

Porto un esempio per spiegare al meglio cosa intendo.

Se qualcuno si fa male nel vostro Studio o se un vostro collaboratore crea un danno a un paziente, quest’ultimo vi può denunciare e creare danni, ma il danno rimane all’interno della S.r.l. e come S.r.l. si limita questa tipologia di imprevisti che, seppur rari, possono capitare.

Possibilità di scaricare i costi

Un altro vantaggio della S.r.l. è che si possono scaricare tutti i costi di gestione.

Principalmente sono i costi collegati ai collaboratori, alla struttura, alle sponsorizzate.

Maggior numero di strumenti di risparmio fiscale

La S.r.l. dispone del maggior numero di strumenti di risparmio fiscale. Ad esempio, si può eliminare o ridurre l’Inps commercianti in qualità di soci lavoratori e si possono sfruttare determinati bonus sulla busta paga dell’amministratori, cosa che non è permessa alla ditta individuale.

Nella realtà, ci sono tanti altri piccoli strumenti da poter sfruttare per tagliare le tasse e, naturalmente, si tratta di strumenti di risparmio fiscale che la Legge consente a questa tipologia di società.

Costi maggiori

Tra gli svantaggi che, invece, ha una S.r.l. ci sono i maggiori costi che deve sostenere sia in fase di apertura che in caso di chiusura della Società. Ecco perché non è consigliabile aprire una S.r.l. come test, ma è uno strumento che si utilizzerà dopo aver raggiunto una posizione stabile come Partita Iva.

Proseguendo, vedremo ora le cose caratteristiche di questo settore in ambito fiscale.

 

Gli adempimenti della S.r.l.: iscrizione in Camera di Commercio

Il fisioterapista che ha una Partita Iva forfettaria è un professionista riconosciuto a livello fiscale, che paga la gestione separata Inps, quindi, non deve avere a che fare con la Camera di Commercio.

Quest’ultimo è un Ente che raccoglie i dati anagrafici delle ditte, tra cui anche le S.r.l., pertanto, la questione della Camera di Commercio riguarderà solo le S.r.l. .

Chi ha una Partita Iva come fisioterapista non ha questo adempimento e non deve pagare neanche il diritto camerale.

 

La fatturazione

Altra questione importante riguarda la fattura elettronica che, per i fisioterapisti, è diversa rispetto ad altre attività economiche perché (mi sto riferendo a quelle emesse nei confronti di persone fisiche) vanno comunicate, due volte all’anno, nel sistema Tessera Sanitaria.

In altri termini, questo inserimento “sostituisce” la classica fattura elettronica e, di conseguenza, la fattura rilasciata al cliente è una fattura non elettronica.

In gergo, per indicare una fattura non elettronica, si usa il termine “cartacea”, ovviamente è sempre più diffuso (e consigliabile) utilizzare un software che generi un file, che può essere comodamente stampato.

 

Sistema tessera sanitaria: comunicazione

Ogni fisioterapista svolge determinate tipologie di prestazioni che sono oggetto di bonus fiscali e che possono essere inseriti in dichiarazione dei redditi da tutte le persone che ne beneficiano.

Gli incassi derivanti da queste prestazioni devono, comunque, essere comunicati tramite un sistema di tessera sanitaria, sia che si tratti di fatture che di quello che incassiamo come corrispettivo.

È possibile emettere fatture cartacee, l’importante è ricordarci che, queste fatture, vanno comunicate con una comunicazione chiamata STS.

Questo adempimento può farlo sia il commercialista, sia il professionista stesso; l’importante è che venga fatto.

 

Fattura o corrispettivo

Può capitare, soprattutto negli Studi professionale, che non si faccia una fattura, ma che si incassi tramite un corrispettivo.

In questa eventualità, dovremo chiedere al nostro cliente la tessera sanitaria ed incassare l’importo come se fosse un corrispettivo.

Tale importo va, poi, riportato tramite una comunicazione specifica fatta attraverso software appositi.

 

S.T.P. : cosa significa rispetto alla S.r.l.

S.T.P. è l’acronimo di società tra professionisti ed è una forma societaria che dà la possibilità di aprire una S.r.l. tra professionisti.

La S.T.P. permette di aprire una S.r.l. a tutti e pagare i contributi alla propria cassa di appartenenza.

Potrebbe capitare che qualche AUSL regionale imponga che uno studio di fisioterapisti sia costituito sottoforma di S.r.l. STP.

Mentre altre regioni potrebbero consentirti tutto questo anche con una S.r.l. “ordinaria”.

Prima di costituire una S.r.l basta verificare con l’AUSL territoriale competente e comportarsi di conseguenza.

 

Collaboratori

Altra questione importante riguarda i collaboratori.

Anche la gestione dei collaboratori dipende dalla forma giuridica.

Partita Iva forfettaria

Se operi come fisioterapista con Partita Iva nel regime forfettario, non potrai scaricare alcun costo, ovvio che non potrai scaricare i costi che potresti sostenere per un collaboratore, quindi, in questo caso, sarebbe più comodo che il collaboratore fatturasse al cliente finale e tu fatturassi al tuo collaboratore (ad esempio gli potresti fatturare l’affitto dei locali).

S.r.l.

Nel caso di una S.r.l., i costi possono essere scaricati e, quindi, è più facile avere collaboratori.

Distinguiamo le collaborazioni in 3 macro categorie:

  • dipendenti con normale busta paga: quando decidiamo di collaborare con una persona, la prima cosa che ci dice il commercialista, o il consulente del lavoro, è che, questa persona, deve avere una busta paga, che questa è fissa e che ha delle regole che derivano da un contratto collettivo di riferimento nazionale. In questo caso, l’azienda è legata al dipendente con i suoi vantaggi e svantaggi, ma probabilmente in uno Studio Professionale delle figure siamo obbligati ad assumerle come dipendenti, ad esempio la segreteria, l’accoglienza dei clienti.
  • collaboratore con Partita Iva: adatto alle figure più tecniche; consiste nell’ospitare in studio altri professionisti.

A questo punto ci sono due alternative:

    1. il titolare dello Studio fattura al cliente finale, poi il collaboratore fattura al titolare dello studio;
    2. il collaboratore fattura al cliente finale e quest’ultimo gli rifattura il fatto che è “stato dentro” all’area Studio.
  • lavoro occasionale: offre la possibilità di fatturare fino a 5000 € all’anno a un soggetto con un lavoro che svolge occasionalmente.

I requisiti da rispettare, per potersi avvalere di questa tipologia di collaborazione, sono due:

    1. l’importo massimo fatturabile in un anno è di 5.000 €;
    2. il collaboratore può lavorare per un massimo di 30 gg l’anno.

Il lavoro occasionale può essere uno strumento utile sia per il datore di lavoro che vuole testare le collaborazioni senza eccessivi vincoli, sia per il professionista che vuole provare a collaborare con altri Studi.

Il datore di lavoro è tenuto soltanto a fare delle comunicazioni all’Ispettorato del Lavoro.

Anche il fisioterapista che inizia la propria attività, i primissimi servizi che offre alle persone potrebbe fatturarli come lavoro occasionale, per passare ad un diverso regime fiscale all’aumentare del proprio fatturato.

 

Rivalsa Inps 4%

La rivalsa Inps del 4% consiste nell’aggiungere detta percentuale all’importo che il cliente deve pagare, a titolo di rivalsa Inps.

Anche se si chiama “rivalsa”, in realtà si tratta di ricavi in più che, forzatamente, fatturiamo al cliente o all’Ente. Non è obbligatoria, non si tratta di una vera rivalsa, e non c’è niente che vada a legittimarla.

 

Ritenuta d’acconto: cos’è e come funziona

La ritenuta d’acconto è un prelievo fiscale che, alcuni soggetti previsti dalla legge, sono tenuti a fare quando pagano un altro contribuente che gli ha fornito un servizio.

Si applica nei casi previsti dalla legge. Non riguarda né il regime forfettario né la S.r.l., interessa chi si trova nel regime ordinario.

La ritenuta d’acconto può essere utilizzata solo quando si fattura alle aziende, e non quando si fattura ai privati.

Il meccanismo della ritenuta d’acconto prevede che, quando io, fisioterapista,  fatturo ad altre aziende, queste, poi, mi devono dare una somma di denaro che è pari all’importo della fattura, meno la ritenuta d’acconto del 20%.

Potrei pensare che “mi pagano” il 20% in meno e, quindi, che non sia una soluzione conveniente.

In realtà non è così, perché questo 20% che è prelevato come ritenuta d’acconto rappresenta, come dice la parola stessa, un acconto delle imposte future.

Faccio un esempio: se oggi erogo una prestazione per un Ente, ho partita Iva ordinaria e mi applicano la ritenuta, è vero che incasso il 20% in meno, ma poi, a giugno dell’anno prossimo, quando farò il conguaglio della mia dichiarazione dei redditi, dovrò mostrare tutto il reddito lordo che ho avuto con le fatture e ho già pagato in anticipo delle imposte tramite queste ritenute d’acconto e, di conseguenza, verserò un po’ di meno.

Quindi, ricordiamoci che: quando si lavora tramite una  Partita Iva ordinaria la liquidità che apparentemente viene a mancare sotto forma di ritenuta si recupera l’anno successivo , in sede di dichiarazione dei redditi.

 

Imposta di bollo

In Italia, quando emettiamo una fattura dove non c’è Iva per un importo che è superiore a 77,47 €, dobbiamo applicare una marca da bollo da 2€.

Nel caso di chi emette le fatture non elettroniche (quelle inviate al Sistema Tessera Sanitaria) i metodi per versare questa marca da bollo sono due:

  • versamento virtuale, previa presentazione di una dichiarazione (Dichiarazione dell’imposta di bollo assolta in modo virtuale)
  • l’apposizione della marca da bollo facendo attenzione al fatto che la marca può avere stessa data oppure data antecedente la fattura, se la data successiva va conteggiata una sanzione con ravvedimento operoso per evitare sanzioni di importo ben maggiore (pari al doppio della marca) in caso di controllo.

La questione che si pone a questo punto è capire a carico di chi sono i 2 €: “li carico al cliente oppure me la accollo?”

Non c’è una regola precisa. La decisione è lasciata alla discrezione personale. L’importante è che l’imposta di bollo venga versata.

A mio vedere l’apposizione della marca da bollo sulla fattura non elettronica che poi verrà comunicata al Sistema Tessera Sanitario è il metodo più rapido.

 

Iva

Sulle prestazioni come fisioterapista non si applica l’Iva, poiché si tratta di attività che migliorano la salute di una persona.

Dunque le prestazioni di un fisioterapista sono tutte prestazioni esenti Iva.

 

Servizio senza prescrizione medica

Non ci dovrebbe essere bisogno di una prestazione medica quando si va da un fisioterapista.

 

Esenzione Iva e fatture estere

Emettere le fatture senza Iva può rappresentare, effettivamente, un vantaggio, perché se opero in esenzione Iva, quello che incasso è tutto quanto ricavo e, ovviamente, per me è un vantaggio.

Se, invece, non opero in regime di esenzione Iva, quando il privato mi paga, su quell’importo devo versare l’Iva del 22% allo Stato.

L’unico inconveniente, che può capitarmi in alcune situazioni con il regime ordinario o con la Partita Iva, è che l’Iva a credito, che abbiamo sulle fatture di acquisto, diventi un costo.

Quindi, il problema è che, quando emetto tutto con fatture in esenzione, purtroppo l’Iva a credito non è più un credito, ma diventa un costo e mi diminuisce il reddito.

Il problema ulteriore è che, quando io, con la mia Partita Iva ordinaria o magari con la mia S.r.l., ho acquisti senza Iva (che derivano, ad esempio, da portali americani che servono per il funnel, per gestire il mio CRM – ossia la mia lista di email di potenziali clienti – le mie email, tutti questi software sono esteri, non hanno Iva) se li voglio mettere in contabilità devo applicare un meccanismo particolare che si chiama autofattura e, se sono completamente in esenzione, dovrò versare l’Iva  esposta nell’autofattura.

E’ un concetto particolare, però, sappiate che l’esenzione Iva in alcuni ambiti, con la Partita Iva ordinaria o con la S.r.l., potrebbe causarvi il versamento di Iva.

 

Costo partita Iva forfettaria, Partita Iva ordinaria e S.r.l.

Il costo dipende dal singolo commercialista e da quale tipologia di servizio o di assistenza vogliamo avere; tendenzialmente, un forfettario può andare intorno ai 500 € più Iva.

Per le S.r.l. il costo della costituzione è maggiore rispetto a quello della ditta individuale, mentre il costo di gestione si potrebbe aggirare intorno ai 3.000 / 6.000 € più Iva.

Un prezzo maggiore può dipendere da un maggior numero di operazioni da svolgere e, soprattutto, dalla tipologia di controllo che si vuole avere, quindi, dalla qualità del servizio.

Faccio un esempio: io sono focalizzato sul fisco e contabilità delle S.r.l. come imprenditore e, come meccanismo unico o elemento differenziante, oltre a tenere la contabilità normale della S.r.l., offro al cliente l’aggiornamento mensile della contabilità. Insieme a lui controllo i numeri del bilancio della sua S.r.l., non senza motivo, ma con il fine di incrementare sempre di più l’utile mensile, permettendogli di avere sempre più liquidità, riducendo le imposte e i contributi, applicando (in quel mese) il maggior numero di strumenti di risparmio fiscale.

Ciò implica un costo non altissimo, ma comunque maggiore rispetto a caricare semplicemente i dati in un software, senza avere nessun confronto e nessuna spiegazione.

 

Conclusioni

Grazie a questo articolo ora sei in possesso delle principali informazioni riguardanti l’efficacia fiscale per i fisioterapisti.

In questo primo articolo ho cercato di fornire tutte le informazioni utili ai fisioterapisti per permettere loro di sentirsi fiscalmente informati sul loro settore.

Nel prossimo articolo, come annunciato all’inizio, riporterò le domande che mi sono state rivolte durante il webinar e successivamente, in modo da permettere a tutte le persone interessate a questo settore di avere una base di conoscenza riguardo l’aspetto fiscale.

In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .

Ma non basta.

Devi, infatti, anche verificare di:

  1. produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
  2. avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
  3. utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.

Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).

Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.

Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte e i contributi Inps.

Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.

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Tutto questo grazie all’applicazione dei principi di Efficacia Fiscale e al controllo mensile dei numeri del bilancio della S.r.l. utilizzando la procedura della Contabilità Controllata.

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