L’albo artigiani della S.r.l. ti fa perdere efficacia fiscale
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Ciao, ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale per affrontare un nuovo argomento riguardante il risparmio fiscale.
Questo articolo non nasce come spesso accade da una mia consulenza, ma da una analisi che ho voluto fare dopo aver notato che, molti imprenditori, si trovavano nella situazione di perdere efficacia fiscale quando erano in una determinata situazione.
Quale?
Lo scoprirai proseguendo nella lettura 😊
Come ben sai, se sei un assiduo lettore del blog www.efficaciafiscale.com, se segui i miei video e le mie dirette sul canale YouTube Commercialista Calisti e se ascolti i miei Podcast, amo definirmi un “divulgatore fiscale”.
Ed anche questa volta, da buon divulgatore fiscale, ho deciso di offrire l’opportunità di far conoscere non solo ai miei clienti, ma a tutti i miei lettori, il frutto della mia ricerca e le mie personali considerazioni.
Sei pronto a leggere i miei consigli sapendo che potrai dormire sonni tranquilli perché, seguendoli, non violerai la legge?
Bando alle ciance and let’ go…
S.r.l.: un’unica forma giuridica per tanti tipi di attività
Caro imprenditore, ti do il benvenuto in questo nuovo podcast del blog di Efficacia Fiscale, il blog con le soluzioni fiscali specifiche per tutti gli imprenditori che hanno una S.r.l., o che ne vogliono aprire una nuova.
Oggi analizzerò con te uno strumento di risparmio fiscale, argomento che non ho trattato in una mia specifica consulenza, ma che trae origine dal mio spirito di “osservatore”, perché ho notato che molti imprenditori, spesso, si trovavano in una determinata situazione che faceva loro perdere efficacia fiscale.
Come sai, noi imprenditori possiamo svolgere la nostra attività sotto forma di S.r.l. di tipo commerciale, artigianale, oppure svolgere attività agricola, o aprire una S.r.l.s. o, ancora, costituire una società tra professionisti.
Oggi, però, voglio soffermarmi sulla differenza tra una S.r.l. commerciale ed una artigiana, perché l’utilizzo di una, piuttosto che l’altra, può farti perdere efficacia fiscale.
La differenza tra una S.r.l. commerciale ed una artigiana
Prima di continuare ti illustro la differenza tra una S.r.l. commerciale ed una artigiana.
La S.r.l. artigiana è quella società che svolge attività di tipo artigianale che implica l’impiego della maggior parte del tempo in attività di lavoro di tipo manuale da parte dell’imprenditore e dei suoi dipendenti.
Una pizzeria, ad esempio, è un’attività artigianale, perché eroga il prodotto, appunto una pizza, che è una cosa creata dalla manipolazione di vari ingredienti per cui c’è un bisogno di manodopera per la sua creazione.
Anche un centro estetico è considerato un’attività artigianale, perché appartiene alla categoria di quei lavori che implicano l’utilizzo di lavoro manuale da parte dell’imprenditore o dei suoi dipendenti.
Opposte alle attività artigianali abbiamo le attività commerciali.
L’attività di tipo commerciale, invece, è rappresentata da chi svolge un’attività di acquisto e vendita dei prodotti senza trasformare il prodotto acquistato.
Oltre a questo, tutte le attività di servizi che non rientrano in attività riservati ad albi professionali, sono considerate come attività commerciali.
Ad esempio, un supermercato è un’attività commerciale, perché acquista le scatolette dei prodotti e poi le rivende, ma SENZA fare nessuna trasformazione del prodotto.
Altro esempio, un’attività di consulenza di marketing, in cui non si vendono prodotti fisici, ma servizi viene considerata un’attività commerciale.
Una S.r.l. artigiana ti fa pagare più imposte e contributi rispetto ad una S.r.l. commerciale
L’artigianato non dà nessun reale vantaggio, anzi, se ti iscrivi all’apposito albo degli artigiani devi rispettare determinati requisiti che ti fanno perdere efficacia fiscale.
Una S.r.l. artigiana è obbligata, per legge, ad iscriversi nell’albo dell’artigianato presente in Camera di Commercio.
L’iscrizione comporta che la maggior parte del capitale sociale debba essere intestato al socio lavoratore.
Quindi, almeno il 51% delle quote deve essere di proprietà di un socio operativo.
Dunque, se hai una S.r.l. artigiana, sei obbligato a pagare, come minimo, i contributi Inps sul 51% degli utili, cosa che puoi eliminare con una S.r.l. commerciale.
Un altro requisito da rispettare riguarda gli amministratori ed il Consiglio di Amministrazione.
Anche questi, infatti, devono essere costituiti da soci lavoratori e non da soci esterni.
In questo caso, se tu imprenditore sei socio unico e lavoratore non ci sono problemi, ma in presenza di un Consiglio di Amministrazione composto da tre amministratori, almeno due devono essere soci operativi e pagare i contributi Inps artigiani.
Dunque, non sei libero di mettere un terzo amministratore nella S.r.l. e, magari, fargli prendere i rimborsi forfettari che gli permettono di prendere un compenso esente imposte ed esente contributi.
Oltretutto hai il problema che, con un’attività artigianale, non puoi delegare l’attività operativa totalmente ai tuoi dipendenti, perché per il 51% le quote della S.r.l. devono essere intestate al socio lavoratore.
Questo implica che non puoi cancellare la posizione Inps artigiani e, pertanto, sei obbligato a pagare i contributi Inps fissi e variabili.
Cosa che potresti evitare con un’attività commerciale.
Per pagare meno contributi non puoi giocare neanche sul fatto di attribuirti una minore quota di utili, perché per essere registrato a quest’albo devi possedere una quota di capitale sociale almeno del 51% ed essere anche socio lavoratore.
La presenza di questi vincoli ti fa perdere efficacia fiscale.
Perché con una S.r.l. artigiana perdi efficacia fiscale?
Come ti ho già illustrato in qualche podcast precedente, uno degli strumenti per tagliare, o limitare, il carico contributivo Inps è quello di diminuire la quota di partecipazione alla S.r.l., in quanto i contributi Inps si pagano in percentuale della quota di partecipazione degli utili della società.
Se si tratta di una S.r.l. artigiana questa soluzione non può essere applicata completamente, in quanto non puoi ridurre più di tanto la quota di partecipazione del socio lavoratore, proprio perché, per legge, la quota dei soci lavoratori deve essere di almeno il 51%.
Si realizza, comunque, un’efficacia fiscale perché, rispetto ad una ditta individuale, si pagano i contributi soltanto sul 51% degli utili e non sul 100%.
Ma siamo di fronte, in ogni caso, ad un’efficacia fiscale limitata, perché non solo devi possedere il 51% del capitale sociale e pagare i contributi Inps sul 51% degli utili, ma c’è anche il problema che ci dovrà essere almeno un socio lavoratore che paga i contributi Inps artigiani (questo anche se tu delegassi interamente l’attività operativa ai dipendenti).
Cosa che puoi ottenere grazie ad una S.r.l. che svolge un’attività commerciale.
Inoltre, gli amministratori devono essere per la maggior parte soci lavoratori, cosa che limita la possibilità di avere degli amministratori di S.r.l. esterni che possono chiedere il rimborso forfettario e, quindi, prendere i rimborsi senza pagare imposte e senza pagare contributi.
Questo perché può verificarsi, nel concreto, una situazione in cui il coniuge, il parente o l’amico che svolgono la carica di amministratore, possono chiedere dei rimborsi spesa forfettari alla S.r.l. e questo implica che l’amministratore riceve delle somme senza pagare imposte e contributi.
Ricordati che, in una S.r.l. artigiana difficilmente può esistere un amministratore esterno, perché la maggioranza degli amministratori devono essere anche soci lavoratori e questo riduce l’efficacia fiscale.
Per farti comprendere al meglio il concetto, cerco di contestualizzarlo, calandolo in una situazione specifica
In passato ho collaborato con imprenditori artigiani che erano nel settore dell’installazione di impianti elettrici. In sostanza erano elettricisti che installavano l’impianto elettrico in abitazioni di privati.
Quando sono arrivati al mio Studio, erano costituiti come ditta individuale ed avevano molti debiti con Equitalia (ora Agenzia Entrate riscossione).
Il padre e il figlio lavoravano nella ditta individuale di famiglia, intestata al padre, e pagavano i contributi Inps sul 100% dell’utile.
Insieme abbiamo analizzato la situazione e siamo giunti alla conclusione che, un modo per ottimizzare il carico fiscale diminuendo l’impatto dei contributi Inps, sarebbe stato quello di intestare gran parte delle quote della nuova S.r.l. alla moglie, che non svolgeva attività di tipo operativo.
Si limitava a svolgere attività amministrative della S.r.l., quali ad esempio emettere fatture, parlare con i fornitori. Pertanto, non attività da venire considerate, in concreto, operative.
Per evitare che tutto l’utile prodotto fosse eroso dai contributi Inps artigiani da versare, ho consigliato loro di costituire una S.r.l. artigiana.
S.r.l. in cui le quote sarebbero state possedute in gran parte dalla moglie che era una socia finanziatrice, non svolgendo attività operativa.
In questo modo, sugli utili maturati, non si sarebbero dovuti versare i contributi Inps artigiani.
Tutto questo fatto, comunque, nel rispetto della legge.
Si tratta, come ho già avuto modo di dire, di avere un po’ più accortezza fiscale nel momento in cui si costituisce una S.r.l. .
Una volta proposta la soluzione di trasformare la ditta individuale in S.r.l., l’imprenditore mi aveva informato di voler mantenere, comunque, una piccola quota di capitale, ad esempio il 5%, al fine di versare i contributi per ottenere una pensione in futuro.
Perciò, il 95% delle quote sarebbe stato in capo alla moglie (socio NON operativo) e, sull’utile distribuito, NON si sarebbero dovuti versare i contributi Inps artigiani, mentre sul 5% degli utili distribuiti al marito (che sarebbe stato un socio lavoratore) si sarebbero dovuti pagare i contributi Inps artigiani.
Ma c’era un problema…
Essendo loro installatori di impianti elettrici, siccome l’installazione di impianti elettrici prevede un’iscrizione obbligatoria nell’apposito albo artigiani, la S.r.l. avrebbe dovuto possedere alcuni requisiti previsti dalla Camera di Commercio e, nello specifico, la maggior parte del capitale della S.r.l. avrebbe dovuto essere intestata a soci operativi, in questo caso l’ex titolare della ditta individuale e suo figlio.
Cosa che avrebbe tolto gran parte del vantaggio fiscale in quanto i soci operativi avrebbero dovuto detenere almeno il 51% di quote di utili e, quindi, pagare i relativi contributi Inps artigiani sul 51% degli utili della S.r.l. .
Come si sarebbe potuto risolvere questo problema?
Posso dirti che un risparmio fiscale può essere realizzato, seppur in maniera limitata, intestando il 51% delle quote ai soci operativi della S.r.l., ossia al titolare e a suo figlio, in quanto già svolgevano il lavoro effettivo di elettricisti, ed intestando il 49% alla moglie socia finanziatrice non operativa.
In questo modo sul 49% degli utili non verranno pagati i contributi Inps artigiani, perché il 49% della S.r.l. è intestata al socio finanziatore, che NON deve pagare i contributi Inps commercianti.
Con la ditta individuale, invece, l’imprenditore doveva versare i contributi sul 100% dell’utile distribuito.
Come si può notare, la trasformazione da ditta individuale a S.r.l, permette di tagliare il carico tributario, in questo caso dei contributi Inps, quasi del 50%, ma la S.r.l. artigiana non permette di massimizzare il taglio del carico tributario tanto quanto una S.r.l. commerciale a causa dei vincoli imposti dall’iscrizione all’albo artigiani.
Ossia, le quote, per il 51%, devono essere intestate ai soci lavoratori e, sull’equivalente del 51% , si devono pagare i contributi Inps.
Un’altra condizione che provocava una perdita di efficacia fiscale era il fatto che la moglie ogni tanto svolgesse delle commissioni per conto della società.
Si trattava di piccole operazioni che non c’entravano nulla con l’aspetto operativo di installazione di un impianto, ad esempio, si trattava di emettere le fatture, parlare con i fornitori, rispondere ai clienti.
Attività che, padre e figlio, preferivano svolgesse lei, anziché assumere un dipendente.
La soluzione che avevo proposto loro era stata quella di inserire la moglie come amministratrice della S.r.l. artigiana; c’era, però, il problema che il consiglio di amministrazione di una S.r.l. artigiana deve essere composto per la maggior parte da soci operativi.
Inizialmente si era pensato di mettere come amministratore unico solo il padre che, comunque, era il titolare della vecchia ditta individuale, ma avevano la necessita di regolarizzare anche la posizione della moglie e metterla, in questo caso, come amministratrice; allora si è preferito attribuirle una busta paga da amministratore.
Per risolvere la situazione, avevo consigliato di costituire un Consiglio di Amministrazione dove gli amministratori sarebbero stati tutti e tre, ossia la moglie, il marito ed anche il figlio.
In questo caso i soci operativi sarebbero stati lui e il figlio, e la moglie avrebbe potuto essere regolarmente amministratrice e, in questo modo, si sarebbe così rispettato il requisito per l’iscrizione all’albo artigiani.
In questo modo la moglie avrebbe potuto prendere i rimborsi forfettari sul compenso dell’amministratore, senza pagare né imposte né contributi.
Le attività artigianali che NON devono rispettare i requisiti per l’scrizione all’albo artigiani
Non tutte le attività artigianali devono, per forza, essere iscritte all’albo artigiani e, quindi, rispettare i limiti che hai visto in precedenza e che limitano la tua efficacia fiscale.
Per farti comprendere al meglio questo concetto ti porto un ulteriore esempio.
Un imprenditore che lavora nel settore dell’installazione degli infissi (ossia delle finestre) era iscritto alla gestione artigiani e pagava l’Inps artigiani.
Negli ultimi anni il suo business ha subito una forte crescita, tanto che l’imprenditore stesso non svolge più attività operativa.
Pur trattandosi di un’attività che richiede manodopera, non ha l’obbligo di iscriversi all’albo artigiani perché non svolge nessuna attività che preveda un’apposita iscrizione in una sezione della Camera di Commercio che obblighi, poi, ad iscriversi all’albo artigiani.
In sostanza, ci sono alcune attività artigianali che, per essere svolte, hanno bisogno di determinati requisiti, prevedendo obbligatoriamente l’iscrizione all’albo artigiani.
Mentre, ci sono altre attività artigianali, che non hanno bisogno di requisiti specifici per essere esercitate e non hanno bisogno di essere iscritte all’albo artigiani.
Dunque, queste seconde, siccome non hanno bisogno di iscriversi all’albo artigiani (perché non hanno bisogno di avere specifici requisiti) non hanno vincoli nell’efficacia fiscale e tu puoi tagliare un maggior numero di imposte e contributi anche se svolgono un’attività artigianale.
Avviandoci alle conclusioni
Se la tua attività aziendale è artigiana e sei obbligato ad iscriverti nell’albo artigiani, come ad esempio l’istallatore di impianti elettrici, devi rispettare alcuni requisiti:
• almeno il 51% delle quote sociali deve essere in possesso dei soci operativi;
• almeno la maggioranza dei componenti dell’organo amministrativo deve essere composta da lavoratori
• almeno un socio deve essere lavoratore all’interno della società.
Una S.r.l. artigiana ti consentirà di migliorare l’efficacia fiscale rispetto alla ditta individuale, ma risulta, comunque, limitata rispetto ad una S.r.l. commerciale.
Anche se svolgi un’attività di tipo artigianale, come nel caso dell’installatore di infissi, e non è prevista un’iscrizione specifica in un determinato albo, puoi benissimo evitare l’scrizione all’albo artigiani; di fatto hai gli stessi vantaggi di un’attività commerciale e sei più libero dal punto di vista dell’efficacia fiscale.
Un altro punto a sfavore della S.r.l. artigiana rispetto alla S.r.l. commerciale è questo:
Se hai una S.r.l. commerciale ed in futuro gli utili aumentano, il fatturato aumenta e ti avvali di dipendenti che svolgono il lavoro al posto tuo, ti puoi cancellare dall’Inps commercianti ed eviti di pagare i contributi sugli utili.
Questa cosa non puoi farla con una S.r.l. artigiana, perché per legge ci deve essere almeno un socio che è considerato lavoratore, con il 51% minimo di quote e, nella società, la maggioranza nell’organo amministrativo deve essere composto dai soci lavoratori, cosa che ti porterà a pagare sia i contributi Inps artigiani come socio lavoratore, sia i contributi della gestione separata sul compenso dell’amministratore.
Prima di concludere, voglio darti un piccolo parere positivo sul vantaggio di avere una S.r.l. che è iscritta all’albo dell’artigianato
In caso di fallimento di un’impresa, nella distribuzione delle risorse che possiede l’impresa, le società che sono iscritte all’albo artigiani hanno il diritto di ricevere i soldi prima rispetto agli imprenditori commerciali.
Quindi, se hai una S.r.l. iscritta all’albo degli artigiani, in caso di fallimento di un tuo cliente, il liquidatore, o il curatore fallimentare che subentra e prende il possesso della S.r.l. fallita, liquida tutti i beni, e distribuisce i soldi che rimangono, prima a chi ha una S.r.l. artigiana e, poi, a tutte le altre attività commerciali.
A mio parere questo è l’unico vantaggio esistente nell’avere una S.r.l. artigiana rispetto ad una commerciale, anche se, nella vita reale, difficilmente si può trarre un vantaggio da una situazione di fallimento di un cliente, anzi bisogna evitare di lavorare con aziende che potenzialmente possono fallire e concedere loro troppo credito.
In sintesi, per avere una maggiore efficacia fiscale conviene avere una S.r.l. commerciale, perché le quote sociali possono essere attribuite a chiunque senza alcun vincolo.
Questo è solo uno degli strumenti di efficacia fiscale, ma ce ne sono tanti altri.
Se tu vuoi risparmiare il carico tributario, evitando di regalare soldi allo Stato, devi conoscere il maggior numero di strumenti di risparmio fiscale.
Ovviamente non puoi metterti a studiare e ricercare tutti gli strumenti di risparmio fiscale, altrimenti cambieresti lavoro e faresti il commercialista e non l’imprenditore nel settore in cui stai lavorando.
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Detto questo, ti ringrazio dell’attenzione e ci aggiorniamo alla prossima puntata.
Ciao, a presto.
Conclusioni
Grazie a questo articolo ora sai come ottenere il massimo vantaggio fiscale nel caso in cui tu abbia, o intenda costituire, una S.r.l. artigiana.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .
Ma non basta.
Devi, infatti, anche verificare di:
1. produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
2. avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
3. utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.
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Io non ho ancora capito se, come socio lavoratore di una srl commerciale (sono amministratore unico), devo pagare l’INPS sulla mia quota di utile lordo, ANCHE SE NON VIENE DISTRIBUITO.
Ho sentito pareri discordanti, e tu in questo post dici “…sull’utile distribuito, NON si sarebbero dovuti versare i contributi Inps…”
Quindi sembrerebbe che i contributi INPS debbano essere pagati solo sugli utili effettivamente distribuiti.
Come stanne effettivamente le cose?
Grazie
Ciao Roberto, ti confermo, al 100%, che se sei un socio lavoratore devi pagare i contributi Inps su tutti gli utili a te personalmente attribuibili, anche su quelli che rimangono accanati nella S.r.l. in quando NON distribuiti ai soci. In sostanza il socio lavoratore della S.r.l. paga i contributi Inps sia sugli utili distribuiti sia sugli utili NON distribuiti.
Salve, sono una parrucchiera con ditta individuale e ho 2 dipendenti part time (una lavora la mattina e l’altra il pomeriggio).
Io lavoro a tempo pieno nel salone e sono anche il direttore tecnico (la legge impone che ci sia un direttore tecnico).
Stavo valutando di passare da ditta individuale a SRL per capire se il passaggio mi possa permetetre di abbattare la pressione fiscale.
Stando ai limiti di una SRL Artigiana, da quanto hai scritto e spiegato, abbiamo 3 punti che non possono essere aggirati, ovvero:
• almeno il 51% delle quote sociali deve essere in possesso dei soci operativi;
• almeno la maggioranza dei componenti dell’organo amministrativo deve essere composta da lavoratori
• almeno un socio deve essere lavoratore all’interno della società.
Considerando ciò, la mia unica opzione sarebbe quella della SRL Unipersonale? O facendo entrare qualcuno fidato nella società, riesco ad ottimizzare la pressione fiscale? Quale sarebbe la soluzione migliore?
Grazie.
Ciao Federica, di sicuro passando ad una S.r.l. tagli il carico fiscale. Per definire il tutto con precisione ci vuole tempo.
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