3 idee per diminuire il carico fiscale della tua S.r.l. tutte le volte che ha la sede presso la tua abitazione
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Mi capita spesso di fare consulenze a nuovi clienti che vogliono aprire una S.r.l.. Prima di andare dal notaio, però, mi piace mettere il cliente nelle condizioni di fare la scelta migliore, del resto, son qui anche per questo!
Ecco perché, insieme cerchiamo di individuare le ipotesi migliori da inserire nell’atto notarile.
La sede che vogliamo dare alla società è uno dei dati fondamentali da comunicare al Notaio, e tra i dubbi che potresti avere ci sono: “posso mettere la sede dove abito?” “posso scaricare una parte delle utenze?” “posso scaricare una parte dell’affitto?” “meglio intestare l’affitto alla società oppure a me come privato?”
Con questa circolare voglio condividere con te 3 idee per diminuire il carico fiscale della tua società tutte le volte che questa ha la sede presso la tua abitazione.
Quali vantaggi può dare il fatto di avere la sede della S.r.l. nella tua residenza personale?
- Motivi strategici: ricevi la corrispondenza della società direttamente a casa (si consiglia di mettere una seconda cassetta delle lettere dedicata alla tua S.r.l.);
- Condivisione delle spese: siccome utilizzi degli spazi della casa a fini prettamente aziendali, la S.r.l. può partecipare, per le spese di sua specifica competenza, ai costi delle utenze e/o di affitto.
Ma allora è legale scaricare l’affitto e i costi delle utenze della casa sulla S.r.l.?
In linea di massima non ci sono problemi, però a condizioni di individuare il giusto costo di competenza attribuibile alla tua S.r.l., prendendo anche opportuni provvedimenti.
Ma attenzione…
È importante, però, porre l’accento su alcuni dettagli, che ti permetteranno di agire in totale sicurezza e secondo la norma vigente.
Qui, troverai le linee guida che ti aiuteranno a scaricare in maniera legale i costi promiscui legati sia alla tua abitazione che alla tua attività.
Di seguito ti parlerò di queste 3 soluzioni:
1) contratto di comodato;
2) contratto di locazione registrato con subaffitto “in proporzione”;
3) contratto di locazione registrato con subaffitto “non in proporzione, ossia speculativo” Però, prima di poterti mostrare la procedura, c’è bisogno di comprendere dei concetti preliminari che ti serviranno per entrare meglio nell’ottica delle 3 idee per diminuire il carico fiscale della tua S.r.l. tutte le volte che ha la sede presso la tua abitazione
1° concetto: il meccanismo di tassazione della locazione è diverso rispetto alla sublocazione
Si può mettere la sede della tua S.r.l. presso la dimora della tua residenza, non fa differenza il fatto che la casa sia di tua proprietà o sia in affitto.
L’unica differenza è sul metodo di calcolo del reddito da dichiarare al fisco, nella tua dichiarazione dei redditi.
Le possibilità di azione sono due:
- Se possiedi una casa di proprietà e vuoi fare in modo che la tua S.r.l. partecipi alle spese di affitto, allora sei obbligato a stipulare un contratto di locazione con la tua S.r.l..
Questo significa che, se tu hai un immobile di proprietà e lo dai in affitto alla tua S.r.l., nella tua dichiarazione dei redditi dovrai dichiarare il 95% del compenso percepito dalla S.r.l. a titolo di locazione.
- Se, all’opposto, tu stai pagando l’affitto e vuoi che la tua S.r.l. partecipi alle spese di affitto, allora puoi stipulare un contratto di sublocazione.
Nel caso in cui tu avessi un immobile in affitto, e locassi una stanza alla tua S.r.l., dovrai dichiarare il reddito nella tua dichiarazione dei redditi, come differenza tra i ricavi che tu ricevi dall’affitto della stanza alla società, meno i costi che tu sostieni per l’affitto totale della tua abitazione.
Cosa completamente diversa rispetto a dover dichiarare il 95% dell’affitto percepito dal canone della stanza della società, senza poter scaricare il costo dell’affitto complessivo della casa, come nel caso precedente.
2° concetto: con il contratto di affitto puoi dedurre il canone e le utenze, mentre con il contratto di comodato puoi dedurre solo il costo delle utenze
Il secondo concetto da tenere in considerazione riguarda la differenza tra “contratto di affitto” è contratto di comodato”.
Il contratto di affitto è quando tu affitti un appartamento pagando un canone mensile, mentre il contratto di comodato è quando tu permetti di utilizzare un determinato bene in maniera gratuita, al fine di far pagare le spese di gestione alla controparte.
Nel tuo caso specifico, la differenza tra i due contratti, è che con il contratto di comodato stipulato verso la tua S.r.l., tu concedi la disponibilità gratuita di una stanza di casa tua alla tua società, e chiedi solo di fargli pagare le spese di gestione di sua competenza.
Mentre con un contratto di locazione/sublocazione, chiedi alla tua S.r.l., oltre a fargli pagare le utenze di sua competenza, un importo a titolo di canone, che sarà da te tassato in maniera diversa in funzione del fatto che l’immobile sia di tua proprietà oppure sia da te detenuto a titolo di locazione.
3° concetto: burocrazia diversa in base al contratto
La burocrazia, ossia gli adempimenti per registrare il contratto di comodato, sono diversi dagli adempimenti per registrare il contratto di locazione.
Gli adempimenti civilistici e burocratici di un contratto di locazione sono, essenzialmente:
- Stipula e firma del contratto;
- Registrazione presso l’Agenzia delle Entrate pagando un’imposta di registro del 2% (nel caso in cui il proprietario sia un privato) più una marca da bollo di euro 16 per ogni 4 pagine o ogni 100 righe;
- Registrare presso l’Agenzia delle Entrate almeno due copie del contratto;
Gli adempimenti civilistici e burocratici di un contratto di comodato sono, essenzialmente:
- Stipula e firma del contratto;
- Registrarlo all’Agenzia delle Entrate pagando un’imposta di registro fissa di euro 200,00 più una marca da bollo di euro 16 per ogni 4 pagine o ogni 100 righe; (in alternativa, si può “registrare” il contratto applicando la data certa tramite PEC).
- Se registri il contratto presso l’Agenzia delle Entrate ti servono due copie del contratto. Mentre se devi applicare solo la data certa con la casella email PEC, ti basta solo una copia del documento firmato.
Ho voluto mettere questa postilla per consentirti di valutare la convenienza dei due diversi contratti anche in funzione dell’aspetto delle imposte riguardanti la registrazione degli stessi.
4° concetto: l’iva “sulla casa” è indetraibile, quindi è considerato come un costo come qualsiasi altro costo della tua S.r.l.
ATTENZIONE: in caso di locale adibito a uso abitativo, l’iva concernente le utenze è sempre INDETRAIBILE.
Questa cosa non significa che l’iva è persa, ma significa che l’Iva è considerata come un costo ma è pur sempre buona per la contabilità.
Questo significa che, l’eventuale fattura con Iva intestata alla società deve essere considerata come un costo deducibile dal ricavo della tua S.r.l..
5° concetto: Qual è il canone giusto da rifatturare alla tua S.r.l.?
In questo senso, non ci sono parametri stabiliti dalla legge.
Il canone giusto è determinato dal buon senso della determinazione degli spazi della casa che la S.r.l. utilizza prettamente per il suo fine aziendale.
Per darti dei parametri per determinare il canone da attribuire alla tua S.r.l., potresti utilizzare queste informazioni:
- In base ai metri quadrati complessivi della tua casa in proporzione ai metri quadrati che dedichi alla tua azienda;
- In base al numero di stanze che utilizza la tua società, sul totale di stanze della tua abitazione;
- In alternativa, anche in base al numero di piani della tua casa destinati a uso aziendale per la tua S.r.l., sul totale di piani della tua casa;
In tutti i casi, il principio cardine sul quale concentrarti è che il canone deve rispecchiare il vero costo di competenza della tua S.r.l., determinato in base all’uso esclusivo che la società compie per svolgere la tua attività ordinaria.
6° concetto: i beni intestati alla S.r.l. utilizzati dai soci, generano un reddito in capo agli stessi (lo stesso vale per gli amministratori)
Nel caso in cui la società avesse il contratto di locazione intestato e lo desse come disponibilità al socio, la società si scaricherebbe tutto quanto il costo dell’affitto, ma a condizione che il socio dichiari, come reddito, la sua quota di “benefit” relativo alla casa (oppure il socio deve restituire la sua quota di costo di competenza alla società).
Lo stesso principio vale per gli amministratori. Se essi utilizzano un bene intestato all’azienda, questi devono dichiarare un reddito a titolo di fringe benefit.
Ossia devono pagare le imposte su un reddito che equivale al beneficio personale che hanno ricevuto nell’utilizzare l’abitazione intestata alla tua società.
A mio parere, nel caso in cui la Sede della S.r.l. coincide con la tua abitazione, è meglio intestare l’affitto a uso personale e poi subaffittare una stanza alla tua S.r.l., richiedendogli il rimborso delle utenze di sua competenza.
Questo in quanto può generare meno problemi di incertezza fiscale in caso di controlli.
IMPORTANTE: se la casa fosse presa in locazione da parte della società, per le trasferte temporanee dei dipendenti, questo sarebbe un costo deducibile per la tua S.r.l., e al dipendente non sarebbe imputato nessun reddito riguardante il beneficio che ricevere (il dipendente non deve mettere la residenza in quella casa appunto perché è una trasferta momentanea).
IMPORTANTE 2: nel caso in cui l’alloggio sia pagato dalla società, e dato in godimenti a un dipendente che vi ha trasferito la residenza per motivi di lavoro inerenti all’azienda, allora il canone di locazione e le spese di manutenzione sono deducibili per l’azienda sia nell’anno di trasferimento della residenza che nei due successivi, senza che il dipendente abbia altro reddito da dichiarare.
Quindi, in questo caso, il dipendente non deve dichiarare nessun reddito e la società si scarica tutto il costo.
ATTENZIONE: le eventuali spese delle utenze pagate dalla S.r.l., di competenza dei soci, devono essere restituite (e non messe come costo indeducibile), per evitare che il socio debba dichiarare un maggior reddito relativo all’utilizzo in godimento del bene.
Viste queste premesse iniziali, è giunto il momento di parlare della procedura.
In cosa consiste la procedura? È una procedura che ti dà indicazioni per permetterti di diminuire il carico fiscale della tua S.r.l., inserendo in contabilità i costi di affitto e delle utenze, tutte le volte che la tua S.r.l. ha la sede presso l’abitazione in cui tu risiedi.
1° passo della procedura – Contratto di comodato quando sei il proprietario dell’immobile
La prima cosa che puoi fare in maniera economica e veloce, è quella di stipulare un contratto di comodato tra te, proprietario dell’immobile, e la tua S.r.l., al fine di destinare una parte della tua casa ad uso strumentale dell’attività della tua società, al fine di condividere le spese delle utenze.
Con questo metodo, scaricherai le utenze di competenza della società all’interno del bilancio.
Ti consiglio di lasciare le utenze intestate a te come persona fisica, e alla fine dell’anno, raccogliere le fatture per predisporre il rimborso alla società con i documenti a supporto della tua richiesta.
Quindi, per finire, la società farà un bonifico verso l’intestatario delle utenze e la società si inserirà i costi di competenza nella contabilità.
Nel caso i cui le utenze fossero intestate alla società, metterai in contabilità solo il suo costo di competenza, e richiederai il rimborso della parte relativa alle tue spese private personali.
Vantaggi te:
- La tua S.r.l. condivide i costi dell’affitto con te (ricordati che la S.r.l. dovrà pagare solo i costi di sua competenza) e tu non paghi le imposte sui rimborsi;
Vantaggi per la società:
- Risparmia, come minimo, il 24% di Ires e il 4% circa di Irap relativo all’importo delle utenze.Conviene utilizzare il contratto di comodato tutte le volte che possiedi una casa di proprietà, perché affittare una parte della tua casa alla S.r.l., ti farebbe pagare più imposte rispetto al caso in cui tu pagassi l’affitto.Infatti, nel caso in cui tu pagassi l’affitto, può sembrarti strano, ma avresti nuovi vantaggi che ti porto qui di seguito…
2° passo della procedura – contratto di locazione registrato con subaffitto in proporzione alla tua S.r.l.
Il maggior risparmio fiscale lo ottieni nel momento in cui tu hai in affitto una casa e paghi il canone di locazione.
Questo poiché tu subaffitteresti uno spazio della tua casa alla tua S.r.l., dichiarando il ricavo ottenuto meno i costi del tuo contratto di affitto.
Può sembrarti strano, ma se possiedi una casa tua di proprietà, non ti conviene, a livello fiscale, concedere in affitto una parte della casa alla tua S.r.l., perché tu ci dovresti dichiarare, come reddito, il 95% del canone percepito dalla S.r.l. a titolo di sublocazione, senza possibilità di avere costi che diminuiscono il reddito dichiarato.
Al contrario, nel caso in cui tu pagassi l’affitto e sublocassi una parte dell’immobile alla S.r.l. per uso aziendale, allora tu devi dichiarare il 100% del reddito riguardante il canone che ti dà la tua società, meno i costi che tu sostieni per l’affitto.
Alla S.r.l. fai pagare un canone di sublocazione “proporzionale” ai metri quadrati, in modo da non generare “speculazione” tra la quota del canone che paga la società e lo spazio che tu dedichi alla tua S.r.l. Le utenze le puoi lasciare sempre intestate a te persona fisica, e ogni mese chiedi il rimborso alla S.r.l..
Vantaggi per te:
- La tua S.r.l. condivide di costi dell’affitto con te (ricordati che la S.r.l. dovrà pagare solo i costi di sua competenza) e tu non paghi le imposte sui rimborsi;
- La tua S.r.l. condivide i costi delle utenze con te (ricordati che la S.r.l. dovrà pagare solo i costi di sua competenza) e tu non paghi le imposte sui rimborsi;
- Tu non devi pagare le imposte sul canone del subaffitto che ti dà la S.r.l., in quando devi anche dichiarare il reddito del canone percepito dalla tua S.r.l. meno le spese del tuo contratto di affitto con la proprietaria del locale.
n.b. in questo caso non hai contestazioni potenziali da parte del fisco, poiché hai affittato una percentuale di spazio alla tua società chiedendo la medesima percentuale di canone di subaffitto. L’intendo è considerato “non speculativo” e quindi non hai problemi di contestazioni di eventuale reddito da dichiarare per il canone percepito.
Vantaggi per la società:
- Risparmia, come minimo, il 24% di Ires e il 4% circa di Irap per la parte relativa alle utenze;
- Risparmia, come minimo, il 24% di Ires e il 4% circa di Irap per la parte concernente l’affitto.
ATTENZIONE: Si precisa che alcuni contratti hanno un divieto di sublocazione, per cui ti consiglio di trovare un accordo con il proprietario di casa in modo da avere la sua autorizzazione alla sublocazione.
ATTENZIONE2: tutti i contratti stipulati con la cedolare secca prevedono che l’abitazione sia effettivamente utilizzata a fini abitativi.
Se tu utilizzassi la tua residenza anche a fini aziendali, tecnicamente tu potresti comunque scaricare i costi inerenti alla sede della tua S.r.l., ma in casi di controlli molto accurati, potrebbero disconoscere il beneficio della cedolare secca in capo al proprietario dell’immobile.
In questo caso, consiglio di valutare di poter utilizzare un contratto stipulato senza clausola della cedolare secca, per evitare eventuali possibili problemi con il titolare dell’immobile.
3° passo della procedura – contratto di locazione registrato con subaffitto non in proporzione “speculativo”
La legge fiscale afferma che, nell’ambito della sublocazione, il reddito è determinato da tutti i ricavi dei canoni che ottieni, meno i costi che sostieni per ottenere quel reddito.
Perciò, se interpretiamo in maniera molto rigida la norma, se tu avessi un contratto d’affitto tuo privato di 1.000 Euro al mese, e tu affittassi comunque una stanza alla tua S.r.l. per 900 Euro al mese, tu non pagheresti le imposte sull’importo che ricevi dalla società a titolo di canone di locazione.
Anche se stai ricevendo un canone di affitto “non proporzionale”, in questo caso, se si interpreta in maniera letterale il Fisco, all’interno della tua dichiarazione dovresti inserire:
- Il ricavo a titolo di canone di affitto per 900 Euro (perché la sublocazione sarebbe di 900 Euro alla tua S.r.l.) e
- Dovrai dichiarare contemporaneamente anche i costi delle spese della tua locazione che, in questo caso, sarebbero di 1.000 Euro (il tuo contratto di affitto).
Questo comporta che la società ti rimborsa 900 Euro di affitto al mese, senza che tu debba pagare imposte al fisco e, contemporaneamente, la società avrebbe un costo deducibile mensile di Euro 900.
In questo caso è palese che il tuo intento di subaffitto sia speculativo, e secondo altri pareri, dovresti ugualmente pagare le imposte sulla parte di guadagno che tu fai a uso speculativo del contratto di subaffitto alla tua società.
In materia, comunque, sotto quest’aspetto non c’è, tuttora, una precisa chiarezza ai fini legislativi e fiscali.
Rappresenta una teoria sulla quale tutto si andrebbe a discutere in casi di contenzioso con l’Agenzia delle Entrate.
A vantaggio di questa ipotesi è che ci sono già imprenditori che vivono attraverso la sublocazione delle stanze agli studenti universitari.
Quindi, siccome ci sono imprenditori che vivono speculando sul subaffitto delle stanze agli studenti universitari, nella stessa maniera, anche tu puoi speculare sul canone di affitto della sede della tua S.r.l..
Vantaggi per te:
- La tua S.r.l. condivide di costi dell’affitto con te (ricordati che la S.r.l. dovrà pagare solo i costi di sua competenza) e tu non paghi le imposte sui rimborsi;
- La tua S.r.l. condivide i costi delle utenze con te (ricordati che la S.r.l. dovrà pagare solo i costi di sua competenza) e tu non paghi le imposte sui rimborsi;
- Tu non devi pagare le imposte sul canone del subaffitto che ti dà la S.r.l., in quando devi anche dichiarare il reddito del canone percepito dalla tua S.r.l. meno le spese del tuo contratto di affitto con la proprietaria del locale;
Vantaggi per la società:
- Risparmia, come minimo, il 24% di Ires e il 4% circa di Irap per la parte relativa alle utenze;
- Risparmia, come minimo, il 24% di Ires e il 4% circa di Irap per la parte concernente l’affitto.
Conclusioni
L’unico vero importante concetto che voglio trasmettere con questa circolare, sotto il profilo aziendale, è che, in determinate situazioni, tu puoi tranquillamente svolgere la tua attività nella sede, nei locali, dell’immobile abitativo e, quindi, poter condividere regolarmente le spese dell’affitto e delle utenze con la società diminuendo il carico fiscale della tua S.r.l..
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Buongiorno, relativamente a subaffittare alla srl, ad uso ufficio una stanza della propria abitazione (presa in affitto), non si dovrebbe cambiare la destinazione d’uso per essere in regola? (uso promiscuo dell’ immobile). Grazie
Ho verificato anche io questa cosa. Al comune non interessa la modifica di destinazione se la utilizzi come casa. La variazione d’uso di fa proprio se l’immobile non è abitativo, in quanto cambi, proprio, l’uso. In tutti i casi devi fare una comunicazione al comune per la Tari, per pagare l’imposta sui rifiuto per la quota dell’ufficio nella tua abitazione.
Salve, sono un programmatore e lavoro da casa, ho una srls uni personale. Abito in affitto, ho chiesto di poter sublocare al mio proprietario per poter detrarre una parte delle spese ed ha rifiutato (l’abitazione è intestata ad una srl) perché il suo legale dice che è necessario cambiare la destinazione d’uso.
Ovviamente questa notizia mi ha letteralmente destabilizzato, anche perché posso lavorare dove vivo ma non potrei vivere dove lavoro.
Si può fare qualcosa? Grazie
Ciao Chris, l’affittuario non deve cambiare la destinazione d’uso. Chiedigli di chiamare direttamente in comune che scoprirà che non ci sono problemi
Salve sono un programmatore informatico e lavoro da casa con la mia srls unipersonale.
Abito in affitto e ho chiesto di poter fare un contratto di sublocazione alla mia azienda per poter detrarre una parte delle spese di casa.
Il proprietario (la casa è intestata alla sua srl) ha rifiutato poiché il suo legale dice di dover cambiare la destinazione d’uso.
Questa notizia mi ha completamente destabilizzato poiché così non posso dedurre praticamente nulla.
C’è un modo per ovviare questo problema?
Ciao Chris, l’affittuario non deve cambiare la destinazione d’uso. Chiedigli di chiamare direttamente in comune che scoprirà che non ci sono problemi 🙂