Abuso del diritto: tutto ciò che devi sapere per evitare che un ente ti contesti l’utilizzo di uno strumento fiscale per risparmiare imposte e contributi
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Ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale per affrontare un argomento che è strettamente correlato agli strumenti che lo Stato mette a disposizione per risparmiare imposte e contributi.
Soprattutto quelli che non sono esplicitamente normati, ma che vanno estrapolati dalle leggi ed assemblati per ottenere il massimo vantaggio.
Estrapolare ed assemblare è, come si suole dire, “pane per i miei denti” di ricercatore e divulgatore fiscale ma, come ripeto sempre, il tutto deve svolgersi nel pieno rispetto della legge, senza azzardi, senza manovre borderline.
Solo in questo modo ci si può sentire in una botte di ferro qualora gli enti contestino una manovra, finalizzata al legittimo risparmio di imposte e contributi, tacciandola di integrare “abuso del diritto”, argomento di questa settimana.
Concludo la consueta parentesi promozionale ricordandoti di iscriverti al blog, se ancora non l’hai fatto, per avere accesso al materiale che metto gratuitamente a disposizione degli utenti iscritti e per essere avvisato ogni volta che pubblico un articolo sul blog www.efficaciafiscale.com , pubblico un video o organizzo una diretta sul mio canale YouTube Commercialista Calisti, organizzo un webinar o pubblico un Podcast.
Ora sei pronto a scoprire come evitare di commettere un reato di abuso del diritto quando sfrutti uno strumento di efficacia fiscale?
Bando alle ciance and let’s go…
Premessa
Caro imprenditore, ti do il benvenuto in questo nuovo podcast del blog di Efficacia Fiscale, il blog delle soluzioni fiscali specifiche per tutti gli imprenditori che hanno una S.r.l. o che ne vogliono aprire una nuova.
L’argomento che voglio trattare oggi riguarda l’abuso del diritto.
Da un po’ di tempo, era mia intenzione scrivere una circolare su quest’argomento poi, qualche settimana fa, un cliente a cui ho fatto una consulenza, mi ha rivolto delle domande inerenti questo tema e così ho deciso di preparare il mio secondo webinar, che farò su YouTube, proprio per trattare l’abuso del diritto.
Il cliente mi ha chiesto se un determinato strumento di risparmio fiscale è oggetto di abuso del diritto.
Per rispondere a questa domanda la prima cosa che occorre capire è cos’è l’abuso del diritto.
Cosa è l’abuso del diritto
Al riguardo occorre chiarire che si ha abuso del diritto tutte le volte in cui utilizzi gli strumenti previsti dalla legge (come, ad esempio, i contratti) al solo fine di ridurre le imposte e i contributi, senza avere una vera utilità economica dal contratto stesso.
Tale affermazione, a primo impatto, può sembrare strana, perché di fatto tutti gli strumenti di risparmio fiscale, normalmente previsti dalla legge, consentono di ridurre le imposte e i contributi, però, occorre precisare che, alla base, esiste una macro regola, un principio generale in virtù del quale non è possibile utilizzare un contratto, o un qualsiasi altro strumento previsto dalla legge, solo ed esclusivamente per ridurre il carico tributario.
Sull’abuso del diritto c’è da dire anche che, l’Agenzia delle Entrate non ha creato una check list in base alla quale è possibile stabilire con esattezza cosa è, e cosa non è, abuso del diritto, per cui, in termini di diritto, su questo argomento esiste una certa incertezza.
In effetti in Italia, su alcuni argomenti, esiste una certezza giuridica, poiché al riguardo la normativa è alquanto chiara ed esaustiva, su altri, invece, la normativa non è chiara e, quindi, c’è più incertezza.
L’abuso del diritto rientra in quei casi in cui c’è uno strumento di risparmio fiscale che è previsto dalla legge, però, di fatto, c’è incertezza sul diritto.
Se devo essere veramente sincero, un po’ di certezza ci può essere solo nel momento in cui i giudici della Cassazione esprimono il loro parere attraverso delle sentenze in specifici e determinate circostanza.
Un altro concetto di avere in mente è che quando c’è incertezza, di fatto l’unica certezza la puoi ottenere solo andando in tribunale e arrivare fino alla sentenza della Cassazione che è l’ultima definiva che va a chiudere in modo certo la diatriba fiscale.
Quindi, c’è da tener presente è che, quando ci sono delle controversie tra l’Agenzia delle Entrate e il contribuente, se il contribuente non fa ricorso, comunque sia, quello che contesta l’Agenzia delle entrate diventa definitivo, anche se, magari, non è corretto.
C’è, infatti, da dire che ci sono molti casi in cui l’Agenzia delle Entrate (il cui compito è scovare gli evasori fiscali) contesta più del dovuto, specialmente se esiste un piccolo dubbio, e, di conseguenza molte volte sbaglia.
Cosa devono fare gli imprenditori per contrastare l’abuso del diritto? (i 3 gradi di giudizio)
Nel caso in cui un imprenditore riceva una contestazione fiscale ingiustificata, cosa devono fare?
Essenzialmente deve fare un ricorso tributario di primo, secondo e terzo grado.
In questi 3 gradi di giudizi vengono espressi, da tre giudici tre giudizi, ovviamente diversi, fino ad arrivare all’ultimo grado che è la Cassazione, che va a concludere il contenzioso stabilendo, in definitiva, chi ha ragione.
In sostanza, alla fine sarà solo il giudice di ultimo grado, cioè quello della Cassazione, che, con una sua sentenza a favore del contribuente o dell’Agenzia delle Entrate, stabilirà se quello strumento di risparmio fiscale è, in qualche modo, un abuso del diritto o può rientrare nella fattispecie dell’abuso del diritto.
In sintesi, non essendoci una check list dell’Agenzia delle Entrate, uno strumento fiscale è considerato abuso del diritto nel momento in cui la Cassazione stabilisce che il torto è del contribuente.
La Cassazione, in questi anni, si è già espressa su determinati strumenti di risparmio fiscale che sono considerati illegittimi, dando, quindi, certezza su di essi.
Però, ci sono tanti altri strumenti di risparmio fiscale sui quali c’è incertezza, perché i giudici ancora non si sono espressi, soprattutto i giudici di ultimo grado, quelli della Cassazione.
Solo nel momento in cui si esprimeranno si potrà parlare di abuso del diritto o meno in funzione di quello che esprimono al riguardo.
Per cercare di contestualizzare un po’ meglio la soluzione che voglio proporre con questo articolo sull’abuso del diritto vi dico che, al mio cliente che aveva richiesto la consulenza, avevo proposto uno strumento di risparmio fiscale che non era per niente rischioso.
Ti spiego il motivo.
Il cliente mi ha domandato se avessi elementi di prova per sostenere la mia tesi fiscale, pertanto, anch’io mi sono messo d’impegno per capire come poter dimostrare questa cosa a vantaggio dell’imprenditore.
Il caso del mio cliente
Di fatto, le prove ci sono e non ci sono, provo ad essere più chiaro.
Al mio cliente avevo proposto di costituire una S.r.l. .
Lui voleva ottimizzare il carico tributario e lo strumento che io gli ho consigliato era quello della di rendere diversa la percentuale del capitale sociale, che lui poteva avere sulla S.r.l., rispetto alla quota di utili che lui voleva prendere dalla S.r.l. .
Tutto questo per ridurre il carico contributivo Inps.
Gli avevo consigliato, perciò, di aprire una S.r.l. in cui lui, magari, avesse il 95% del capitale sociale (quindi manteneva il controllo della S.r.l.), ma, in base a quanto previsto dall’ Atto Costitutivo avrebbe dovuto attribuirsi il 5% degli utili perché, in questo modo, avrebbe pagato i contributivi solo sul 5% degli utili della S.r.l. e non sul 95%.
In questo modo avrebbe potuto ridurre enormemente il carico contributivo e, di conseguenza, il carico tributario.
Voglio aprire una piccola parentesi senza entrare troppo nel tecnico del perché tagli il carico tributario avendo una quota della S.r.l. del 95% ma con la quota di utili del 5%.
L’imprenditore in questione poteva ridurre il carico tributario e conservare il pieno controllo sulla S.r.l. perché aveva il 95% di quote della S.r.l. e il 5% di utili della società. Con il 95% di quote della S.r.l. aveva la maggioranza dei voti in assemblea, quindi nessuno lo può togliere dall’amministrazione, si può attribuire tutto il compenso da amministratore che vuole, può distribuire gli utili quando vuole, nessuno può mettere le mani sul conto corrente della società. Mentre grazie al 5% di utili ad esso attribuito, questo paga i contributi Inps commercianti sul 5% degli utili generati della S.r.l. invece che sul 100% degli utili dell’intera società. Cosa che porta ad un notevole risparmio contributi portando l’imprenditore a pagare i contributi solo sul reddito definito minimale di euro 4.000 invece che sul reddito entro il massimale andando a rischiare di pagare anche più di euro 25.000 come contributi Inps. Poi è anche vero che questa tipologia di suddivisione di quota potrebbe crearti altri problemi in caso di distribuzione di utili, ma è anche vero che ci sono tante altre cose che puoi fare per rimediamo a questo problema (cosa che scoprirai durante la consulenza insieme a me). |
Ovviamente, c’è anche da dire che lui poteva ridurre in maniera consistente il carico tributario, perché la S.r.l. andava bene, generava tanti utili anche superiori a cento/ottocentomila €, quindi, gli ho consigliato di valutare questo strumento.
Normalmente è sempre il cliente a scegliere quale strumento utilizzare, io, come commercialista esperto focalizzato sulle S.r.l., gli presento le varie opzioni che la legge mette a disposizione.
Avevo proposto una soluzione, grazie alla quale, lui avrebbe potuto mantenere il controllo con il 95% del capitale, pagando meno contributi, perché avrebbe avuto una quota di utili inferiore al 5% .
In più, come elemento di prova, gli avevo portato il fatto che io, con il mio team, sia all’Inps nazionale che ad una sede provinciale, avevo domandato se i contributi Inps si pagavano sulla quota di utili o sulla quota del capitale sociale.
L’Inps nazionale, e quella locale, avevano confermato che, i contributi Inps si pagano sulle quote di utili, quindi, di fatto, per l’Inps lo strumento proposto andava bene, ossia non c’era nessun abuso dal momento che l’Inps concordava che i contribuiti vengono pagati sugli utili.
Quindi, una soluzione per capire quando ci può essere abuso del diritto o meno, è quella di chiedere direttamente all’Ente (Agenzia delle Entrate o Inps) cosa ne pensano in merito ad una specifica situazione. In modo da essere proattivi e non giocare a “nascondino” aspettando un eventuale accertamento.
Il mio cliente, però, giustamente mi ha chiesto se, di fatto, esistesse una legge che sancisse che quello non era un abuso del diritto.
Purtroppo, la legge c’è e non c’è; infatti, non c’è niente che mi dica che questa cosa va bene.
In teoria ci sarebbe perché, comunque, noi preventivamente per altri clienti, in passato, avevamo chiesto conferma all’Inps per sapere se i contributi si pagassero sulla quota di utili o sulla quota del capitale sociale e l’Inps aveva già più volte risposto che, i contributi Inps si pagano sulla quota di utili.
Per me quello poteva essere considerato un capitolo chiuso, perché era dimostrato che lì non c’è nessun abuso del diritto, dal momento che l’Ente che deve incassare i soldi li calcola in base alla quota di utili.
Una soluzione alla paura di incorrere nell’abuso del diritto è quello di fare una domanda preventiva all’Ente (per quanto possibile e senza giocare a nascondino)
Oltre a questo cliente, ogni tanto, mi capitano imprenditori che mi chiedono conferma se, determinati strumenti di risparmio fiscale che sono, appunto, incerti, in qualche modo possano farli rischiare di incorrere nell’abuso del diritto.
A mio avviso se esiste incertezza su uno strumento di risparmio fiscale, la cosa da fare prima di tutto, è quella di chiedere proprio all’Ente che potrebbe contestare se quello che si sta facendo potrebbe configurarsi in abuso del diritto.
Gli Enti essenzialmente sono due, Inps e Agenzia delle Entrate, volendo anche Inail, tutti gli altri sono enti minori.
Pertanto, gli enti a cui dover eventualmente dare spiegazioni saranno, principalmente, l’Agenzia delle Entrate e l’INPS.
Per cui, se esiste un dubbio sugli strumenti di risparmio, io consiglio di chiedere direttamente a loro, tramite Pec oppure andando a chiedere direttamente di persona.
In effetti, sarebbe meglio la Pec, perché essendo un documento che lascia traccia, come una raccomandata, almeno potrai dimostrare che tu, prima, ti sei adeguatamente informato.
In effetti, questo è quello che ho fatto io.
Era già da un po’ che volevo verificare se questo strumento di risparmio fiscale, che avevo consigliato al mio cliente, potesse essere considerato valido.
Perciò, quello che ho fatto, è stato chiedere direttamente all’Inps e, per fortuna, ho traccia della risposta ricevuta grazie al cassetto previdenziale.
Questo mi permette di avere una prova documentata che, l’Inps territoriale e l’Inps nazionale, sostengano che i contributi si calcolano solo sulla quota di utili.
Pertanto, a mio parere, è tutto ok, perché non c’è abuso del diritto nel momento in cui io ho una incertezza e chiedo chiarimenti all’ente (con un messaggio che, in qualche modo, posso esibire anche dopo).
Nel caso in cui non tu non volessi chiedere all’Ente, ma verificare direttamente se lo strumento che vuoi utilizzare sia, in qualche modo, a rischio di abuso del diritto, il mio consiglio è quello di verificare se vi sia qualcosa di esplicito che vada contro lo strumento di risparmio fiscale.
Una seconda soluzione alla paura di incorrere nell’abuso del diritto è quella di verificare preventivamente se c’è una sentenza dei giudici della Cassazione che si è espressa in merito ad un caso simile al tuo (indipendentemente da quello che vorrebbe l’Ente impositore)
Qui apro una piccola parentesi.
Se tu vuoi fare una ricerca su uno strumento di risparmio fiscale e capire se c’è qualcuno che dia contro, tu non devi verificare quello che dicono i commercialisti, oppure quello che sostiene l’Agenzia delle Entrate.
Cioè, lo devi leggere, questo è chiaro.
Però, devi sapere anche che, è ovvio che l’Ente che deve controllare dove c’è incertezza di diritto, nel dubbio, non ti dirà “ puoi farlo” ma dirà, giustamente, che ti devi comportare secondo quello che ha affermato che è giusto.
È anche vero, però, che, siccome l’ultimo che può esprimere giudizi su un contenzioso è il giudice della Cassazione, se tu vuoi capire veramente se quello strumento è soggetto all’abuso del diritto devi effettuare delle verifiche approfondite, per vedere se c’è qualche sentenza della cassazione che si esprime in maniera sfavorevole al tuo caso.
Riassumendo: solo se trovi una sentenza della Cassazione che va contro al tuo caso specifico, lo strumento di risparmio che tu vuoi utilizzare, di fatto, è abuso del diritto.
Questo perché, i giudici hanno già stabilito preventivamente che quello strumento è sbagliato, ed è questo quello che devi cercare.
Se puoi andare a verificare prima presso l’ente, che sia Agenzia delle entrate o Inps, verifica (come abbiamo fatto noi).
Se, invece, non vuoi fare interpelli, non vuoi fare domande scomode all’ente di riferimento, basta che tu faccia delle ricerche e verifichi se c’è qualche sentenza della cassazione che sia contro.
Se ti dà contro, tu sai che lo strumento che stai utilizzando potenzialmente è una cosa sbagliata e che, pertanto, ci potrebbe essere abuso del diritto.
C’è da dire, però, che il pensiero dei giudici col tempo può evolversi.
In ogni caso tu verifica le sentenze più recenti sullo strumento fiscale che vuoi utilizzare.
Se, ti danno contro sei sicuro che c’è abuso del diritto, se invece non trovi nulla che va contro devi avere un po’ di accortezza.
Accortezza perché, è vero che non c’è nulla che dia contro e, quindi, lo strumento di risparmio fiscale in questione, di fatto, non è stato definito come abuso del diritto, però, è anche vero che, molto probabilmente, siccome su quello strumento di risparmio fiscale c’è proprio incertezza del diritto, nel caso di controllo documentale da parte dell’Agenzia delle Entrate (che è un ente il cui obiettivo, giustamente, è quello di incassare il più possibile), questa tenderà a interpretare la legge a suo vantaggio.
Potrebbe esserci, di conseguenza, un contenzioso. Se così fosse, si dovrebbe andare davanti a un giudice di primo grado, secondo e terzo grado, così da far stabilire al giudice da
che parte stia la ragione.
Siccome, però, sulla questione nessun giudice di terzo grado si era espresso prima, di fatto, esiste un margine di manovra (nel senso che c’è la possibilità di vincere, proprio perché su quell’argomento i giudici non si erano ancora espressi con parere negativo).
Quella presentata è, in qualche modo, la scaletta che devi utilizzare quando vuoi capire se nell’utilizzo di uno strumento (di risparmio fiscale) in qualche modo c’è abuso del diritto.
In effetti, devi sapere che difficilmente troverai una legge che sancisce chiaramente che quello che stai facendo non rientra nella fattispecie dell’abuso del diritto.
Questo perché, in teoria, l’abuso del diritto proviene proprio dalla legge; nel senso che è la legge che dà strumenti di risparmio fiscale e, poi, sono i giudici, magari, che considerano quello strumento come idoneo a rappresentare un abuso del diritto.
In sintesi, sono i giudici che concretamente stabiliscono se uno strumento (di risparmio fiscale) in qualche modo è stato utilizzato bene oppure no.
È questo il meccanismo che devi utilizzare.
La risposta ai dubbi del mio cliente sull’abuso del diritto: anche se non hai trovato nessuna sentenza a tuo vantaggio, oppure non hai chiesto all’Ente, non è detto che tu sia sempre in torto
Rispondendo all’interrogativo del mio cliente: è chiaro che le cose possono cambiare, però, è anche vero che, se io chiedo all’ente come mi devo comportare e l’ente mi dà un certo orientamento ed io lo rispetto, non incorrerò in un contenzioso. Non ci sarà, perciò, bisogno di andare davanti a un giudice.
In sostanza nello strumento che sto utilizzando non c’è abuso del diritto.
Per rispondere in maniera un po’ più approfondita, potrei dire al mio cliente che non sono numerosi i casi per i quali esiste un comunicato dell’Agenzia delle Entrate che stabilisce che uno strumento si può utilizzare; questo perché i giudici, ancora, non si sono espressi.
In altri termini, non troverai niente che conferma questa cosa.
Puoi, però, cercare su internet se ci sono delle sentenze pro o contro allo strumento in questione.
Se trovi delle sentenze che, di fatto, sono contro capirai che lo strumento che stai utilizzando molto probabilmente è sbagliato; se trovi delle sentenze che, comunque, sono a favore molto probabilmente lo strumento va bene.
Potresti trovarti anche nella situazione in cui, facendo una ricerca, ti potrebbe sembrare che, su quella situazione, i giudici non si siano ancora espressi.
Ecco, in quel caso, ovviamente, lo strumento potenzialmente lo puoi utilizzare, proprio perché ancora i giudici possono considerarlo valido.
Devi sapere anche, però, che un ente potrebbe contestare quel determinato strumento di risparmio fiscale perché ognuno, sia contribuente che l’ente, interpreta la legge a suo modo.
Per esempio, l’Agenzia delle Entrate, il cui obiettivo è di incassare più soldi possibili, potrebbe contestare lo strumento utilizzato.
Devi sapere che ci potrebbe essere il rischio di dover gestire questo piccolo aspetto.
Al mio cliente ho detto che se, di fatto, non trova nulla, nessun intervento di un giudice della cassazione di ultimo grado che parla di quello strumento specifico di risparmio fiscale, allora, ancora non c’è la certezza che lo strumento in questione ricada, in qualche modo, nell’abuso del diritto.
Questo perché, appunto, si è nel campo dell’ incertezza del diritto, in quanto i giudici non si sono ancora espressi.
Di fatto, quindi, lo puoi utilizzare, con la consapevolezza, però, che potenzialmente potresti andare incontro a delle contestazioni; il che non significa che, necessariamente, avrai torto, ma che andrai incontro a un contenzioso tributario.
Questo è tutto.
C’è anche da dire che molti problemi fiscali, e dunque molti contenziosi, nascono principalmente da un controllo documentale, ossia un controllo che l’ente fa chiedendoti di mostrare i documenti (anche se, adesso, molti sono elettronici).
L’Ente verifica la documentazione per capire se gli strumenti e la documentazione che si fornisce è valida a livello fiscale.
In sostanza, detto questo, c’è anche da dire una cosa vera, che è una caratteristica del nostro sistema fiscale.
Gran parte di un contenzioso tributario può nascere da quello che è un controllo documentale. Ossia, l’Agenzia delle Entrate prende i documenti, sia le fatture che la documentazione con cui hai elaborato la contabilità, e verifica se ci siano imperfezioni nel calcolo delle imposte, oppure verifica se vi siano costi indeducibili.
Ora, è anche vero che essendoci la fattura elettronica molte cose vengono controllate direttamente senza il bisogno che la Finanza arrivi a casa, ma è anche vero che il controllo documentale esiste.
È una cosa rara, ma dovrebbe capitare almeno una volta nella vita, cioè, anche se uno non è un bandito, un controllo documentale pesante se lo deve aspettare, perché è una cosa normale e non è niente di cui aver paura.
Ecco, in quel momento, quando c’è il controllo documentale il funzionario controlla come sono state calcolate le imposte, controlla i singoli documenti per capire se c’è qualcosa di indeducibile ed è in quel momento che fa delle osservazioni; pertanto, si deve valutare se fare ricorso presso un tribunale e avviare un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate.
Sono controlli molto rari, però, nonostante ciò non vuol dire che, siccome sono rari, io possa comportarmi male.
So di dover stare attento all’abuso del diritto e devo anche sapere che, per evitarlo, basta contattare l’ente in maniera preventiva. In questo modo, in caso di controlli, avendo fatto richiesta sul comportamento da adottare, eviterò il contenzioso.
Nel caso in cui non si voglia contattare l’ente per sapere se uno strumento in qualche modo è soggetto all’abuso del diritto basterà effettuare una ricerca, anche utilizzando internet, per sapere se i giudici si sono espressi contro oppure a favore.
È preferibile controllare cosa hanno detto a riguardo i giudici della Cassazione perché sono gli ultimi a doversi esprimere; pertanto, la ricerca delle loro sentenze è la cosa migliore.
In più, come ultimo step, se noti che ancora nessun giudice si è espresso in merito allo strumento (come giudice, ti ricordo che intendo, principalmente, quello della cassazione), ecco che tu, di fatto, lo puoi utilizzare.
Però, molto probabilmente, in caso di controlli, verrà contestato perché tu interpreti questo strumento a tuo vantaggio e l’ente, ovviamente, lo può interpretare a suo vantaggio, ma potresti, comunque, aver ragione nel caso ci fosse un contenzioso tributario da affrontare.
Detto questo, credo di fornito le informazioni principali.
Sono consapevole che queste tematiche non siano semplici e potrebbero apparirti un po’ troppo tecniche.
Ti ringrazio, pertanto, dell’attenzione particolare che mi hai dedicato arrivando a leggermi sino a qui, perché, se sei giunto sino a qui nella lettura, dimostri un grande interesse e significa che hai una forte intelligenza fiscale e, sicuramente, sei un imprenditore intraprendente che ha cura dell’aspetto fiscale della sua S.r.l. .
Una terza soluzione alla paura di incorrere nell’abuso del diritto è quella di verificare preventivamente se lo strumento fiscale che stai utilizzando NON sia applicato solo come strumento per tagliare il carico fiscale, ma che ci sia un ulteriore motivo (oltre quello di tagliare il carico fiscale)
Prima di concludere vorrei condividere con te quest’ultimo pensiero: l’abuso del diritto si ha tutte le volte che io utilizzo uno strumento, ad esempio uno strumento contrattuale, solo per tagliare il carico tributario senza che ci sia una ulteriore utilità vera.
Questo perché lo Stato non vuole che si utilizzi la legge solo con l’obiettivo di tagliare il carico tributario.
In sintesi, se noi utilizziamo uno strumento di risparmio fiscale e, comunque, questo strumento ha in qualche modo una ragione di esistere vera che, magari, cambia qualcosa, ecco che questo strumento è buono.
Provo a spiegarmi meglio, ritornando all’esempio del mio cliente.
Io gli avevo proposto una S.r.l. in cui la sua quota di controllo sarebbe stata il 95% e la sua quota di utili il 5%.
In questo modo lui avrebbe pagato un carico contributivo molto basso, perché avrebbe avuto il 5% di utili.
È anche vero che io avevo chiesto all’ente INPS, preventivamente, cosa ne pensasse.
Questo, quindi, già poneva fine alla paura che ci potesse essere un contenzioso con l’Ente. oppure no, perché’ non vi era abuso del diritto.
Però, è anche vero che, per poter dire che non c’è stato abuso, devi poter spiegare a un giudice perché l’hai fatto, qual è stata la tua motivazione (ossia non solo la riduzione dei tributi).
Nell’esempio di questo mio cliente può esserci il caso in cui tu voglia il 5% di utili e avere, però, il controllo 95%.
In questo modo, secondo me, non ci può essere abuso del diritto, perché è vero che tu, avendo il 5% di utili, paghi meno contributi, però, è anche vero che prendi meno soldi.
Quindi, hai pagato pegno avendo una quota di utili più bassa.
Paghi meno contributi perché la quota di utili è più bassa e conservi il controllo perché hai 95% del capitale sociale.
Sintetizzando, tu ricevi, o comunque hai diritto a ricevere, solo il 5% di utili.
Questa cosa, a mio parere ma credo lo penserebbe anche un giudice, ha ragione di esistere perché, di fatto, con questa quota più bassa diminuisce la quota di soldi che puoi prendere dalla tua S.r.l. .
Per concludere l’argomento quello che ti posso consigliare è di verificare se c’è un motivo ulteriore per cui hai fatto questa tipologia di scelta fiscale, cioè se tu utilizzi uno strumento di risparmio fiscale e quella cosa è dettata magari da qualche altro bisogno, ad esempio per una logica di sicurezza patrimoniale vera, è dettata da una logica che, in qualche modo, va a controbilanciare con una percentuale di utili diversa.
Ecco che, quello strumento ha motivo di esistere perché non ti dà solo un vantaggio fiscale, ti dà anche uno svantaggio, perché prendi meno utili, quindi, di fatto, per me questo strumento è proprio giusto e, infatti, non ci sono ancora contestazioni.
…avviandoci alle conclusioni
Quella che hai visto oggi è una check list che ti permette di comprendere quando uno strumento di risparmio fiscale, in qualche modo, è veramente abuso del diritto o meno, oppure se c’è la classica incertezza del diritto.
Se vuoi, comunque, ridurre le imposte e i contributi devi applicare il maggior numero di strumenti di risparmio fiscale previsti dalla legge.
Devi conoscerli perché, più ne applichi, più risparmi.
Ovviamente, posso capire che tu non possa metterti lì a perdere tempo per studiare e cercare su internet tutti gli strumenti di risparmio fiscale che ci sono in Italia, anche perché altrimenti saresti un commercialista; quindi, ho deciso di metterti a disposizione, in maniera completamente gratuita, una lista con oltre 94 strumenti di efficacia fiscale che permettono, a te imprenditore, di tagliare le imposte e i contributi della tua S.r.l. .
Basta che tu vada sul blog www.efficaciafiscale.com e lì potrai direttamente scaricare il manuale gratuito.
All’interno del manuale troverai, la tua check list con oltre 94 strumenti di efficacia fiscale, ma troverai anche come poter lavorare con me a un livello successivo, cosa che puoi fare attraverso due principali strumenti.
Il primo è la consulenza di Efficacia Fiscale, ossia puoi fare una consulenza di efficacia fiscale direttamente con me.
Durante la consulenza io ti applicherò il maggior numero di strumenti di efficacia fiscale, prendendo in considerazione la tua specifica posizione imprenditoriale e i tuoi obiettivi.
Il secondo modo per lavorare a un livello successivo con me, invece, è quello di portare la tua S.r.l. da me.
In questo caso, ovviamente, io ti terrò la contabilità e i dichiarativi regolarmente previsti dalla legge ma, oltre a questo, applicherò la procedura della contabilità controllata (sulla contabilità controllata ho scritto un libro nell’anno 2021, pubblicato nel mese di giugno).
In cosa consiste il meccanismo della contabilità controllata?
Io ed i miei collaboratori, ogni mese, aggiorniamo la contabilità, poi, controlliamo i numeri che ha generato il tuo bilancio e, successivamente li controlliamo insieme con te.
Per quale motivo? Perché verifichiamo l’aspetto economico, ossia facciamo in modo che tu possa avere sempre più utili rispetto alle spese, o, ancora meglio, facciamo in modo che tu abbia sempre un utile ogni mese.
Verifichiamo poi, come secondo punto, anche l’aspetto finanziario; ossia facciamo in modo che tu possa avere tutti i soldi che ti servono per pagare regolarmente i tuoi fornitori, dipendenti e così via.
Come ultimo, terzo aspetto, verifichiamo l’aspetto fiscale, ossia facciamo in modo di essere certi che, in quello specifico mese, tu abbia applicato tutti gli strumenti di efficace fiscale per tagliare il maggior numero di imposte e contributi.
Se io controllo tutti questi tre elementi, ossia che tu possa avere ogni mese sempre più utili, che tu possa avere sempre liquidità per pagare tutti e che tu abbia ridotto al minimo il carico tributario, e se questa cosa la ripeto ogni mese (perché, appunto, la contabilità controllata è un controllo mensile dei numeri del bilancio), ecco che tu potrai essere certo di aver trasformato, in un anno, la tua S.r.l. in un bancomat da cui prelevare più soldi rispetto a quelli che spendi.
Detto questo ti ringrazio dell’attenzione e noi ci aggiorniamo alla prossima puntata.
Ciao a presto.
Conclusioni
Grazie a questo articolo ora sai come evitare la paura dell’abuso del diritto.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .
Ma non basta.
Devi, infatti, anche verificare di:
- produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
- avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
- utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.
Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).
Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.
Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.
Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.
Strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. che troverai scaricando il manuale che riceverai compilando il form qui in basso.
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Se vuoi informazioni fiscali gratuite ma “lente” puoi mettere un commento in fondo a questo articolo (rispondo a tutti i commenti del blog una volta ogni uno/due settimane).
Se, invece, hai fretta di ottenere migliori informazioni fiscali per la S.r.l. in minor tempo (risparmiando tempo e, quindi, denaro), allora segui in successione questi 3 passaggi che ti consentono di interagire ad un livello più alto con me:
1) Prima di tutto inserisci la tua migliore e-mail nel form qui sotto. Ciò ti permetterà di scaricare gratuitamente il manuale con oltre 94 strumenti di risparmio fiscale che puoi utilizzare con la tua S.r.l. .
Al termine della lettura del manuale che scaricherai, potrai richiedere una consulenza gratuita per comprendere se puoi accedere ad un mese di Contabilità Controllata in omaggio per la tua S.r.l. (o la futura S.r.l.).
2) Per secondo acquista il libro “Come ridurre le imposte della S.r.l.” che trovi cliccando su questo link http://bit.ly/2mpvMva.
Prendere il libro da questo link ti permetterà di acquistare una consulenza con me ad un prezzo bonus (invece che € 797 + Iva, pagherai € 397 + Iva. Che corrisponde ad un risparmio del 50,18%).
3) Come terza cosa puoi accedere a una consulenza di Efficacia Fiscale GRATUITA di 15 minuti insieme a me cliccando su questo link: https://bit.ly/3B9Kpao
Si tratta di una consulenza che dura massimo 15 minuti, in cui analizzeremo insieme la tua situazione e ti darò subito delle indicazioni pratiche su qual è la strada migliore per te e la tua attività, per tagliare il maggior numero di imposte e contributi grazie alla legge.
Sia chiaro, in 15 minuti non risolveremo tutte quante le questioni fiscali della tua S.r.l., ma sicuramente ne uscirai con le idee più chiare.
Voglio essere 100% trasparente.
Non ti nascondo che se vedrò che farà al caso tuo, ti proporrò anche delle offerte commerciali…ma lo farò solo se mi accorgerò che ne avrai bisogno e, poi, tu sarai liberissimo di scegliere.
In questo modo sarò certo che se tu dovessi pagare qualcosa a me (per una consulenza di Efficacia Fiscale o qualche infoprodotto), tu riceverai indietro più soldi in termini di risparmio fiscale rispetto a quelli che hai speso.
Così facendo, tu ci guadagni, sei felice e mi puoi fare una buona pubblicità.
Se non ti è chiaro qualcosa, ricorda che il team di Efficacia Fiscale è a tua disposizione!
Che cosa aspetti a contattarci?
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