Acquistare criptovalute è una strategia utile per tagliare il carico fiscale?

Ti do il benvenuto in questo articolo del blog di Efficacia Fiscale per tornare su un argomento che ho già trattato analizzandone però, questa volta, un aspetto diverso.

Nel podcast, dal quale trae origine questo articolo, ho voluto rispondere ad una domanda che mi è stata rivolta da un imprenditore: “investire in criptovalute, o in titoli di Stato, può essere considerato uno strumento per ridurre il carico tributario?”.

Penso che la risposta possa interessare molti, perché mi è stata posta sovente, e, per questo motivo, la rendo pubblica.

Come ben sai, se leggi i miei articoli sul blog www.efficaciafiscale.com, segui i miei video su YouTube ed ascolti i miei Podcast, sono un commercialista che ama lavorare, gomito a gomito, con gli imprenditori che hanno, o intendono costituire, una S.r.l. e che ama dare risposte concrete alle loro domande.

Sono un commercialista-imprenditore, che ama definirsi “divulgatore fiscale” proprio perché parto da domande concrete per trovare le soluzioni più adatte e condividerle con i miei clienti ed anche con i lettori degli articoli del mio blog.

Sei pronto, ora, a conoscere se investire in criptovalute, o in titoli di Stato, può essere considerato uno strumento per ridurre il carico tributario?

Allora, bando alle ciance and let’s go…

 

Premessa

In generale, investire in criptovalute, in titoli di Stato, o anche in altre attività che possono essere beni strumentali della propria azienda, non ti fa incrementare, in sé per sé, l’efficacia fiscale; però, è anche vero che è un modo che permette di ridurre il carico tributario complessivo.

Mi spiego meglio.

Le criptovalute acquistate dalla tua S.r.l., per te non sono uno strumento di efficacia fiscale, o per meglio dire, sono uno strumento di efficacia fiscale, ma ciò non ti va a ridurre le imposte come tu pensi.

 

Come funziona la tassazione delle criptovalute in capo alle società?

In questo caso facciamo specifico riferimento alle S.r.l. .

Le criptovalute, quando tu le acquisti come S.r.l., le inserisci in contabilità con un certo valore di acquisto qualificato come costo di acquisizione.

Nel corso degli anni, il possedere queste criptovalute è come avere in banca una riserva di denaro che, col trascorrere del tempo, può cambiare valore, poiché quest’ultimo può aumentare o può anche diminuire.

Fiscalmente ciò che a noi importa è di avere costi in contabilità per tagliare il carico fiscale, ma quando acquisti criptovalute, tu non hai “un costo” che ti va a diminuire il reddito, perché la criptovaluta è inserita tra i beni di proprietà della S.r.l. .

Questo in quanto in contabilità rilevi solo la plusvalenza o la minusvalenza nel momento in cui vendi uno specifico asset, che in questo caso sono le criptovalute.

Solo in quel momento si andrà a rilevare una maggiore imposta, se si è creata una plusvalenza, oppure una diminuzione dell’imposta perché hai avuto una minusvalenza (in caso di perdita di valore sulle criptovalute).

Detto in modo più semplice, se acquisti una criptovaluta NON abbassi l’utile, perché il costo andrà inserito in contabilità solo nel momento in cui tu vendi la criptovaluta e solo se la vendi ad un prezzo inferiore a quello di acquisto.

Siccome le criptovalute vanno a confluire come minusvalenza o plusvalenza sul reddito della tua S.r.l. solo nel momento in cui le vendi, acquistare criptovalute e tenerle in contabilità, non ti va ad abbassare il reddito e, quindi, non ti va a tagliare le imposte come tu vorresti.

Voglio aggiungere che, nel momento in cui acquisti criptovalute e ci perdi denaro, risparmiando le imposte, per te, in realtà, è una perdita vera di soldi perché hai generato veramente una perdita di denaro.

Le criptovalute, pertanto, non possono essere considerate uno strumento per ridurre il carico tributario tanto quanto tu vorresti, perché non ti abbassano l’utile quando le acquisti, ma solo quando le vendi perdendoci del denaro.

Questo meccanismo riguarda anche le altre attività finanziarie, come ad esempio l’acquisto di quote di S.r.l., titoli azionari oppure titoli obbligazionari.

Anche qui, mi spiego meglio.

Molti imprenditori, quando verso la fine dell’anno hanno della liquidità accantonata in banca, iniziano a pensare a qualche strategia per ridurre il carico tributario e, spesso, pensano che acquistare più merce o più beni strumentali oppure fare investimenti aziiendali permetta loro di avere maggiore efficacia fiscale.

In teoria, però, non è così.

Ovviamente, le criptovalute, contabilmente e fiscalmente, ragionano in maniera diversa rispetto all’acquisto di un qualsiasi costo d’esercizio.

Adesso qui di seguito vediamo la differenza tra il trattamento fiscale e contabile delle Criptovalute con i beni strumentali e poi tra le criptovalute ed un costo di esercizio.

 

Criptovalute VS beni strumentali ammortizzabili

Ti porto un esempio.

L’acquisto di un bene strumentale della S.r.l., con durata decennale, permette di spalmare quel costo su dieci anni attraverso l’ammortamento del costo.

Quindi, quando tu acquisti e hai la fattura, tu utilizzi tutta la liquidità, perché paghi il bene e avrai l’IVA a credito sulla fattura di acquisto, ma il costo vero, che è il costo imponibile del bene strumentale, non è utilizzato interamente per diminuire il carico tributario dell’anno oggetto di acquisto, ma viene utilizzato per quell’anno, e per i successivi nove anni, con un metodo di ammortamento.

Pertanto, ti posso dire che, tutte le volte in cui tu hai liquidità e ti stai chiedendo se l’acquisto di un bene strumentale e/o di criptovalute possa essere una strategia per ottimizzare il carico fiscale, la risposta è tendenzialmente no.

No, perché i beni strumentali ti ammortizzano il costo su più anni, di conseguenza, tu lo acquisti oggi, però, il costo sarà materializzato per i prossimi dieci anni, non permettendoti di raggiungere l’obiettivo della tua strategia (ossia ridurre il carico tributario nell’anno di acquisto del bene strumentale).

 

Criptovalute VS costo d’esercizio

Un’altra categoria di confronto che voglio portarti all’attenzione è la differenza tra il trattamento fiscale ed un costo d’esercizio.

Come abbiamo già detto in precedenza, fiscalmente parlando, il costo della criptovaluta lo puoi scaricare solo nel momento in cui la vendi e solo se la vendita avviene ad un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto.

Cosa che rende impossibile utilizzare l’acquisto della criptovaluta come strumento per tagliare il carico fiscale.

Al contrario, un costo d’esercizio è quel costo che si scarica direttamente nell’anno in cui si sostiene il pagamento (la definizione tecnica sarebbe che il costo deve essere di competenza, ma non voglio complicare il tutto).

Il costo di esercizio, siccome si scarica fiscalmente nell’anno in cui lo paghi, allora è quello che ti serve per ridurre il carico fiscale, ed è proprio quello che cerchi.

Un costo d’esercizio può essere, ad esempio, una spesa di una sponsorizzata di Facebook, un servizio di un professionista che viene erogato interamente nell’intero anno, l’autostrada e così via.

Il costo d’esercizio è quello che tu cerchi nel momento in cui vuoi tagliare il carico fiscale quando hai un utile alto, cosa che non puoi fare con l’acquisto di una criptovaluta perché, fiscalmente, il costo lo scarichi nel momento in cui lo vendi.

Ho voluto inserire questi piccolo capitolo per mostrarti un esempio delle differenze fiscali tra l’acquisto di una criptovaluta, di un bene strumentale e di un costo d’esercizio.

 

Non puoi pensare di guadagnare soldi perché hai una perdita fiscale quando vendi una criptovaluta

Quando acquisti criptovalute non stai inserendo in contabilità un costo, ma inserisci questo bene tra le immobilizzazioni in capo alla tua società, e solo nel momento in cui le vendi tu potresti avere una plusvalenza, ossia più soldi, oppure una minusvalenza, e in quel momento stai inserendo un costo in contabilità.

Ma avere una minusvalenza e risparmiare le imposte, perché hai perso del denaro dalla vendita di quella criptovaluta, non è di certo una strategia di efficacia fiscale che ti porta ad avere utilità, perché la perdita di denaro subita sarà maggiore rispetto al denaro risparmiato con le imposte risparmiate.

È vero che il risparmio fiscale della perdita fiscale limita la perdita di denaro però, in generale, perdere qualcosa, perché vendi criptovalute o un qualsiasi bene a un prezzo inferiore di mercato, non è di certo una strategia buona che ti fa creare valore per la tua società.

In sintesi, qualsiasi strategia possa avere un imprenditore sul fatto di acquistare beni strumentali o acquistare investimenti, come l’acquisto di criptovalute, non permette di avere un’efficacia fiscale reale, tanto quanto si possa pensare.

Però, c’è anche da dire che, se volessi essere veramente pignolo, sarebbe anche vero dire che, quando l’imprenditore investe in beni strumentali o in criptovalute o in titoli di Stato, in realtà è in quel momento che ha risparmiato le imposte grazie alla S.r.l., ma non perché fa l’investimento in beni strumentali/criptovalute, ma perché ha accantonato utili all’interno della società evitando l’imposta sulla distribuzione degli utili del 26%.

 

In che modo la S.r.l. taglia il carico fiscale investendo in beni strumentali o in criptovalute?

La S.r.l. ha due livelli di tassazione: il 28% è sempre pagato in automatico (24% Ires e 4% Irap).

Poi, ovviamente se gli utili sono distribuiti, ecco che sulla differenza tra l’utile lordo meno il 28% di Ires e Irap si paga un 26% a titolo di imposta come prelievo di utili.

In sostanza, quando tu lasci in azienda degli utili accantonati, paghi solo il 28%.

Quando tu prelevi, invece, gli utili direttamente dalla S.r.l. alla tua persona fisica, ecco che il carico tributario sale al 46,72% (dato dalla somma dell’Ires più Irap, che paghi sempre alla fonte, e, sulla differenza, paghi il 26%, che è l’imposta sostitutiva sugli utili).

Il fatto che tu accumuli utili per il futuro e paghi solo il 28%, ti fa in qualche modo fare degli investimenti in beni strumentali o anche in criptovalute, non pagando il 46,72% che c’è sulla distribuzione degli utili fino alla persona fisica (al socio), ma pagando appunto il 28% di imposte perché stai utilizzando i soldi della S.r.l. .

Quindi, se volessi essere un po’ più fiscalmente specifico, potrei dire che, l’imprenditore che vuole effettivamente utilizzare l’acquisto delle criptovalute per pagare un carico tributario minore, in realtà lo sta facendo non perché acquista delle criptovalute, ma lo sta facendo perché sta utilizzando dei soldi delle S.r.l. che sono utili accantonati, su cui ha pagato solo il 28% e non il 46,72% come una normale distribuzione degli utili (lo stesso vale per l’acquisto degli altri beni strumentali).

Pertanto, una S.r.l. quando acquista criptovalute risparmia un carico tributario maggiore rispetto che ad una ditta individuale o una società di persone, perché tu, per fare gli acquisti in criptovalute, utilizzi gli utili accantonati nella S.r.l. e, con la S.r.l., tu accantoni utili pagando solo il 28% e non l’aliquota più alta del 46,72%.

In sostanza potrei dirti che, l’imprenditore che fa investimenti in beni strumentali, in criptovalute, in titoli di Stato, tecnicamente ha, comunque, tagliato il carico tributario perché utilizza utili sul quale paga il 28% di imposte e non il 46,72%.

Non tanto perché mette dei costi in contabilità, ma perché ha utilizzato degli utili accantonati dalla S.r.l., su cui ha pagato un carico di imposte minori, rispetto alla ditta individuale o alla società di persone, ma anche alla distribuzione degli utili normali delle S.r.l. .

 

Conclusioni

Grazie a questo articolo ora sai se investire in criptovalute, o in titoli di Stato, può essere considerato uno strumento per ridurre il carico tributario grazie alla S.r.l. .

In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .

Ma non basta.

Devi, infatti, anche verificare di:

  1. produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
  2. avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
  3. utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.

Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).

Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.

Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.

Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.

Strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. che troverai scaricando il manuale che riceverai compilando il form qui in basso.

Tutte le volte che decidi di utilizzare una S.r.l. per la tua attività imprenditoriale, ricordati che puoi accedere al servizio della Contabilità Controllata.

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Ogni anno avrai una S.r.l. con più utili rispetto prima, con più soldi in banca rispetto a prima e la possibilità di tagliare il carico fiscale della società dal 70,72% al 28%.

Tutto questo grazie all’applicazione dei principi di Efficacia Fiscale e al controllo mensile dei numeri del bilancio della S.r.l. utilizzando la procedura della Contabilità Controllata.

In questo modo crei sempre più ricchezza per te e ottieni tutto il successo che ti meriti insieme alle persone a te care.

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Se non ti è chiaro qualcosa, ricorda che il team di Efficacia Fiscale è a tua disposizione!

Che cosa aspetti a contattarci?

2 commenti
  1. Salvatore
    Salvatore dice:

    Se invece una srl che sviluppa Software as a Services (SaaS) implementa la blockchain nei propri software e vuole diventare un nodo validatore della rete in quel caso cosa succede?

    Rispondi

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