Chiusura e cancellazione di una S.r.l.
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Benvenuto in questo nuovo articolo di Efficacia Fiscale.
Oggi ho pensato di affrontare con te la tematica, davvero interessante, riguardante la chiusura e cancellazione di una S.r.l., i rischi connessi ad una errata chiusura e tutti i casi in cui non conviene chiuderla.
Nella vita di una S.r.l. può capitare che si debba affrontare la chiusura per vari motivi, ad ed esempio la crisi del settore, una problematica personale, un errore di valutazione che ha compromesso la capacità finanziaria, ecc. .
Una chiusura non correttamente gestita può comportare problemi.
Il mio consiglio è quello di prestare attenzione a tutte le implicazioni che una chiusura non corretta potrebbe implicare e di procedere con la dovuta attenzione verso la cancellazione della S.r.l. .
Ma, prima di andare avanti, apro una breve parentesi promozionale: sei già iscritto al blog di Efficacia Fiscale?
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Ed ora sei pronto a scoprire, tutto ciò che riguarda la chiusura e cancellazione di una S.r.l.?
Bando alle ciance and let’s go…
L’analisi della società
Il primo passo da fare consiste in una attenta analisi della situazione, che ti consiglio sia approfondita e imparziale.
La chiusura di un’attività e la cancellazione di una S.r.l. sono scelte importanti.
Si tratta di una decisione a cui giungere solo dopo aver analizzato i vari indicatori che possono essere utilizzati per valutare lo “stato di salute” della tua S.r.l. (analisi di bilancio).
Ovviamente, si deve trattare di un bilancio aggiornato e corretto, come quelli che il mio Studio fornisce ai clienti grazie al sistema della contabilità controllata mensile.
Ma andiamo per step.
Immagina di aver analizzato tutti gli indicatori e che questi rimandino ad uno stato di crisi e che, il bilancio, confermi, in modo chiaro, ciò che tu hai già percepito.
Cosa puoi fare a questo punto?
In primo luogo, devi valutare se la crisi ha carattere temporaneo ed è legata a fattori su cui puoi intervenire agendo o attendendo o se è irrisolvibile e non può che peggiorare.
Se la crisi è temporanea si possono valutare più alternativa alla scelta di cancellare la S.r.l. .
Alternative alla chiusura
Se la crisi è temporanea si possono valutare più alternative alla scelta di chiusura e cancellazione di una S.r.l. .
- La sospensione
Potresti valutare la sospensione, mantenendo attiva la tua Partita IVA.
La sospensione può essere una valida alternativa temporanea che ti consentirebbe di mantenere la continuità con clienti e fornitori, evitando la drastica chiusura e liquidazione della tua S.r.l.
Lo stato di inattività della S.r.l. consente di recuperare crediti e di pagare i debiti, ma non consente lo svolgimento di altre manovre di gestione ordinaria.
Questa scelta è utile se ritieni di avere crediti da recuperare che potrebbero risanare la situazione finanziaria della tua S.r.l. .
Una società può rimanere inattiva anche per lungo tempo.
Se intendi sfruttare la sospensione per avere un attimo di respiro per programmare la ripresa della tua attività ti consiglio di optare per una durata non superiore ad un anno.
Questo è un termine temporale non imposto dal legislatore, ma è un tempo congruo per prendere fiato e ricalibrare obiettivi e concrete possibilità di ripresa.
Non sottovalutare la possibilità di accedere a possibili contributi governativi relativi al tuo settore o alla tua regione in seguito a particolari eventi di forte impatto finanziario, logistico, ambientale ecc.
La sospensione di un anno è un termine coerente con uno scopo lecito che allontana eventuali sospetti circa la genuinità della tua decisione; in questo modo sarai al riparo da eventuali accertamenti da parte della Agenzia delle Entrate.
Ricordati che, lo stato di “Società inattiva” va comunicato alla Camera di Commercio, così come la sua “riattivazione”.
Entrambe le richieste devono essere presentate in modalità telematica tramite modello di Comunicazione Unica per il Registro delle Imprese.
- La ristrutturazione aziendale e nomina di un Temporary Manager
Ciò mette l’azienda in condizioni di risollevarsi valorizzando i punti di forza, elaborando un piano per il recupero delle performance anche tramite ristrutturazione aziendale.
L’obiettivo è preservare la continuità operativa.
- Vendita di un ramo d‘azienda
In alternativa alla chiusura, potresti valutare la possibilità di vendere un ramo d‘azienda e concentrare gli sforzi sulla ricerca conservando il core business della tua S.r.l. .
Le “manovre d’urgenza”
Se, però, l’analisi del bilancio, la situazione finanziaria rimandassero ad un risultato più grave, all’impossibilità di risollevarsi dalla crisi… cosa potresti fare in questo caso?
Se la crisi non coinvolge il settore economico in cui opera la società, ma la società stessa, puoi valutare di monetizzare il più possibile.
Un sistema è rappresentato dalla
- Vendita o cessione della tua S.r.l.
Se hai debiti che non riesci a sostenere, ma hai un buon know-how, un buon posizionamento nel mercato, o condizioni che rappresentano una opportunità di valore per un nuovo acquirente, ti consiglio di optare per la vendita o per la cessione della tua S.r.l. .
Trova un accordo che tenga conto del reale valore della tua S.r.l. .
Rivolgiti ad un esperto professionista che attribuisca un valore certificato alla tua S.r.l.; valore basato su una attenta analisi dei debiti e dei crediti.
Puoi optare per il metodo del “valore di mercato “o del “valore corrente” di tutte le attività al netto delle passività.
Tuttavia, questi metodi di valutazione patrimoniale non tengono conto del valore di avviamento e delle componenti immateriali dell’attivo.
I debiti verso i fornitori e verso le banche seguono la società e sarà onere di chi acquista la S.r.l. risanarli; questo ti eviterà una possibile liquidazione giudiziale.
La chiusura della S.r.l.
Se, hai valutato tutte le possibilità, e la chiusura appare l’unica soluzione, ci sono degli step ben definiti da seguire, dettati dal Codice Civile
- L’assemblea dei soci e la nomina del liquidatore
L’iter ha inizio con la convocazione dell’assemblea e con la nomina del liquidatore (o dei liquidatori).
Nella Liquidazione volontaria il liquidatore può essere uno dei soci o una persona esterna, indicata nell’atto di scioglimento come un liquidatore professionale.
In questa fase può essere necessario l’intervento del notaio.
Solo in alcuni casi, infatti, è possibile procedere con la cd “liquidazione semplificata” (che non implica il notaio).
Il Liquidatore avrà il compito di gestire il patrimonio della società, potrà effettuare licenziamenti, vendere beni della società, recuperare crediti, saldare i debiti e distribuire l’eventuale saldo positivo tra i soci.
Lo scioglimento, e la conseguente cancellazione, devono essere votati dai soci durante l’assemblea in cui approveranno la “Delibera di scioglimento della società”.
La maggioranza necessaria è prevista nello Statuto societario in fase di costituzione, e in genere, coincide con la maggioranza assoluta dei soci 50% +1.
La Delibera di Scioglimento e la nomina del Liquidatore saranno registrate presso il Registro delle Imprese dal liquidatore stesso.
Presso la Camera di Commercio sarà compilato il modulo per l’aggiornamento della situazione societaria.
La società, quindi, entra nella fase di liquidazione, che può durare mesi o anche anni.
La Liquidazione volontaria consente una gestione personalizzata e concordata con i soci evitando l’apertura della procedura di liquidazione giudiziale.
Scegliere di mettere la propria società in liquidazione prima che sia troppo tardi consente di scampare al pericolo di chiudere con pesanti debiti che richiederebbero molto tempo per estinguersi.
Sappi che, in caso di mancato rispetto degli obblighi fiscali, il socio amministratore può essere chiamato a rispondere con il suo patrimonio anche durante la fase di liquidazione.
- La fase di liquidazione
Durante questa fase saranno pagati i debiti della società, e, in caso di necessità, sarà possibile vendere i beni aziendali per ottenere liquidità.
Solo in seguito, se previsto, saranno distribuiti ai soci i beni rimasti.
Con la cessazione dell’attività produttiva e la messa in liquidazione dell’impresa si ha contemporaneamente:
- la fine del normale periodo d’imposta;
- l’inizio un unico periodo d’imposta, che prescinde dalla durata della fase di liquidazione, e che terminerà con la chiusura della procedura di liquidazione.
Sarà, quindi, redatto il conto economico alla data di effettivo scioglimento.
La data di inizio della liquidazione a seconda dei casi coincide con:
- la data di iscrizione nel registro delle imprese della Delibera assembleare che dispone lo scioglimento;
- la data di iscrizione nello stesso registro della dichiarazione con cui gli amministratori accertano il verificarsi dello stato di scioglimento;
- la data di iscrizione del Decreto del Tribunale che accerta il verificarsi di una causa di scioglimento.
L’arco temporale di durata della liquidazione costituisce un unico periodo d’imposta e il reddito prodotto durante la fase di liquidazione può essere determinato:
- in ciascun esercizio, provvisoriamente, con ricalcolo alla chiusura;
- definitivamente: in base alla durata della liquidazione (cinque esercizi per le società di capitali);
- solo in caso di liquidazione di società di capitali, che applichi il regime della trasparenza o del consolidato fiscale, la determinazione del reddito è effettuata in via definitiva;
- se la liquidazione si chiude nello stesso periodo d’imposta in cui ha avuto inizio, il reddito d’impresa è determinato in via definitiva con le regole ordinarie,
- ai fini IRAP, ogni esercizio costituisce un periodo d’imposta autonomo, in relazione al quale l’imposta è dovuta in modo definitivo; il reddito d’impresa prodotto durante la liquidazione viene definitivamente determinato sulla base del bilancio finale di liquidazione.
- i soci della società liquidata sono tassati sui dividendi percepiti in corso di liquidazione, secondo il principio di cassa.
Se, alla fine della liquidazione, esiste un residuo attivo da distribuire, il socio otterrà una quota-parte dello stesso.
Il liquidatore dovrà presentare la dichiarazione fiscale finale per l’anno in cui avviene lo scioglimento e, al termine delle operazioni di liquidazione preparare un bilancio finale di liquidazione.
L’approvazione finale di questo bilancio da parte dei soci in un’assemblea, certifica che la società ha chiuso tutte le sue attività.
Il liquidatore, quindi, procederà alla cancellazione della società dal Registro delle Imprese.
La richiesta di cancellazione dovrà essere effettuata presso la Camera di Commercio, corredata dalla dichiarazione di avvenuta liquidazione.
Ricorda che, anche dopo la cancellazione, i creditori sociali non soddisfatti possono far valere i loro crediti, notificando la domanda presso l’ultima sede della società entro un anno dalla cancellazione:
- nei confronti dei soci, fino al raggiungimento delle somme da questi eventualmente riscosse sulla base del bilancio finale di liquidazione;
- nei confronti dei liquidatori, se il mancato pagamento è dipeso da colpa di questi.
- Le tempistiche
Per un lasso di tempo di cinque anni, la cancellazione della società dal Registro delle Imprese, non produrrà alcun effetto nei confronti degli enti impositori.
Pertanto, nessuna pretesa può essere rivolta direttamente nei confronti dei soci, tranne nel caso in cui questi abbiano ricevuto somme determinate dal Bilancio finale di Liquidazione che, nella fattispecie, ne protrarrebbe la responsabilità. (Art. 28 D. Lgs. n. 175/2014)
L’atto di accertamento viene notificato presso la sede legale della società o presso il domicilio del legale rappresentante.
In caso di chiusura della liquidazione il liquidatore dovrà comunicare all’Amministrazione finanziaria un luogo in cui notificare gli atti.
I liquidatori rispondono in proprio del pagamento delle imposte dovute per il periodo della liquidazione e per quelli anteriori.
I soci amministratori e i soci liquidatori di una S.r.l. hanno responsabilità parziaria o solidale per i debiti tributari e per le sanzioni amministrative.
I liquidatori saranno esonerati da questo obbligo se:
- dimostreranno di aver soddisfatto i crediti tributari anteriormente all’assegnazione dei beni ai soci;
- dimostreranno di avere soddisfatto crediti di ordine superiore a quelli tributari.
Chiudere male la S.r.l.
La Cassazione è tornata molte volte sul caso della responsabilità di soci e liquidatori in caso di chiusura e cancellazione.
Con la sentenza della Cassazione n. 19142/2012, la giurisprudenza aveva già chiarito che, i creditori possono agire nei confronti dei liquidatori entro un anno dalla cancellazione della società dal Registro delle Imprese, nel caso in cui il mancato pagamento sia dipeso da loro colpa.
Nel 2024, poi, la giurisprudenza ha fornito importanti chiarimenti sulla cancellazione di società con debiti pendenti.
Ad esempio, la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23341 del 29 agosto 2024, ha stabilito che l’estinzione della società di capitali, conseguente alla cancellazione dal Registro delle Imprese, determina un fenomeno successorio con responsabilità dei soci per i debiti sociali, incluse le sanzioni tributarie.
Un vero e proprio cambio di rotta rispetto al passato.
Sempre la Cassazione, con l’ordinanza n. 4141 del 14 febbraio 2024, ha ulteriormente precisato che, i debiti sociali non si estinguono automaticamente con la cancellazione della società, ma si trasferiscono ai soci nei limiti di quanto riscosso a seguito della liquidazione.
Queste pronunce hanno, quindi, consolidato il principio secondo cui, l’estinzione della società non determina l’automatica estinzione dei debiti, ma un fenomeno successorio in cui i soci subentrano nelle obbligazioni sociali; fermo restando che, nelle società di capitali, la responsabilità è limitata a quanto ricevuto in sede di liquidazione.
Conviene anche sapere che, in certi casi, i soci di una società cancellata potrebbero essere chiamati in causa per debiti maturati dalla società ed anche in assenza di utili (Ordinanza 20840/2023 della Cassazione).
Si tratta, però, di casi particolari, debitamente circostanziati (come vedrai leggendo l’Ordinanza) che sicuramente non riguardano te, imprenditore che gestisci correttamente la tua S.r.l. .
- Sospetto di un futuro accertamento fiscale
Chiudere male una S.r.l. significa procedere con la cancellazione dal Registro delle Imprese senza considerare eventuali sopravvenienze di liquidazione derivanti da imposte e tasse non pagate.
Se c’è il sospetto di un futuro accertamento fiscale, o in caso di verifiche fiscali iniziate, il liquidatore, per evitare il rischio di una sua responsabilità, non deve né assegnare beni ai soci, né pagare creditori o altri soggetti non privilegiati rispetto all’Agenzia delle Entrate.
Il liquidatore dovrà procurarsi un certificato dei carichi fiscali pendenti, che avrà effetto liberatorio.
Il liquidatore valutata la situazione patrimoniale della società e, nel caso in cui ritenesse di non poter soddisfare il debito tributario, dovrà accantonare le disponibilità e chiedere il “fallimento della Società” (Cass. SS.UU. 6.5.85 n. 2822).
- Rischio di accertamenti induttivi
La responsabilità del Liquidatore sussiste anche nei casi in cui si configura il rischio di accertamento induttivo puro, che si ha quando le omissioni o le false o inesatte indicazioni risultano tali da inficiare l’attendibilità di tutti i dati contabili, e può verificarsi nei casi in cui si rileva:
- errata contabilizzazione degli ammortamenti, che potrebbe comportare riprese fiscali relative ad anni anteriori alla messa in liquidazione
- deduzioni avvenute negli anni precedenti alla liquidazione di costi non inerenti
- dichiarazioni omesse relative a periodi d’imposta anteriori.
Apertura di una nuova S.r.l., sfruttando l’esperienza
Come sicuramente saprai, se sei un mio fedele lettore, sono un ottimista.
Quindi, perché non pensare di sfruttare l’opportunità di ripartire con un nuovo progetto in una nuova S.r.l. non appena ne avrai occasione?
Se hai optato per una liquidazione volontaria della tua S.r.l., anche eventualmente tramite sospensione, avrai avuto modo di chiudere nel miglior modo possibile le partite con i fornitori e con le banche.
In questo modo, hai mantenuto la tua reputazione in termini di affidabilità e solvibilità.
La tua esperienza ti sarà utile per evitare gli errori del passato e potrai aprire una nuova società dotandoti di un chiaro business plan descrittivo e dettagliato in termini economici e finanziari.
Conclusioni
Grazie a questo articolo, ora hai le idee sicuramente più chiare su come arrivare alla chiusura e cancellazione della tua S.r.l., in modo da poter dormire sonni tranquilli e, perché no, pensare, un domani, di ripartire sfruttando appieno la tua esperienza e la tua credibilità.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .
Ma non basta.
Devi, infatti, anche verificare di:
- produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
- avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
- utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.
Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).
Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.
Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte e i contributi Inps.
Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.
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