C’è un limite al finanziamento dei soci verso la S.r.l.?

📌 Disclaimer: Le informazioni contenute in questo articolo sono di carattere generale, hanno finalità divulgative e non sostituiscono la consulenza professionale personalizzata. Puoi confrontarti con il tuo professionista di fiducia per valutare se queste strategie si applicano al tuo caso specifico, oppure prenotare una consulenza gratuita di 15 minuti con me al seguente link: https://efficaciafiscale.clickfunnels.com/optin-presa-appuntamento-175647253290 Per ulteriori dettagli scrivimi a: info@efficaciafiscale.com con oggetto “Contabilità Controllata”.

Ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale, blog nel quale condivido con te le soluzioni che propongo ai miei clienti imprenditori che hanno una S.r.l. o che ne vogliono aprire una nuova.

Anche oggi voglio affrontare con te un argomento che, sicuramente, desterà il tuo interesse.

L’argomento riguarda il finanziamento soci.

Più nel dettaglio ti farò partecipe della risposta che ho fornito ad alcuni miei clienti, circa tre o quattro imprenditori, che mi avevano rivolto la stessa domanda:

“Simone, noi imprenditori abbiamo un limite nel fare il finanziamento soci alla nostra S.r.l.?”

Come sempre, prima di tutto pongo la domanda di rito: ti sei già iscritto al sito www.efficaciafiscale.com?

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Ora, sei pronto a scoprire se c’è un limite al finanziamento dei soci verso la S.r.l.?

Bando alle ciance & let’s go…

 

La domanda dei miei clienti

“Noi imprenditori abbiamo un limite nel fare il finanziamento soci alla nostra S.r.l.?”

Prima di darti la mia risposta, voglio, in modo semplice e breve, dirti cos’è un finanziamento soci della S.r.l. .

Si parla di finanziamento soci quando noi, che siamo soci della nostra S.r.l., facciamo un bonifico sul conto corrente aziendale per permettere alla S.r.l. di fare investimenti, spese di qualsiasi genere, oppure quando, magari, anticipiamo di tasca nostra delle spese che, di fatto, sono fatturate e sono in capo alla S.r.l. .

Quindi, sia quando facciamo un bonifico sul conto corrente aziendale, o utilizziamo il nostro bancomat o i nostri contanti per saldare un debito della S.r.l. ecco che, in contabilità, tutto questo verrà registrato come finanziamento socio.

 

Di fatto, non c’è un limite al finanziamento socio 

Detto questo, passo subito alla soluzione: “di fatto, non c’è un limite al finanziamento socio ”.

Quindi, tu puoi utilizzare questa pratica, se così vogliamo definirla, quanto vuoi e tutte le volte che vuoi.

 

Due parametri di buonsenso da tenere in considerazione

I due parametri, che voglio condividere con te, sono:

  • Finanziamento fruttifero o infruttifero

Il primo parametro, circa il buonsenso di un finanziamento socio da tenere in considerazione, è che questo deve essere deliberato dall’assemblea dei soci e bisogna specificare se si tratta di un finanziamento socio fruttifero o infruttifero.

Noi possiamo prestare dei soldi alla S.r.l. e richiedere indietro un tasso di interesse, oppure farlo senza richiedere nessun tasso di interesse.

Questa cosa è importante per noi perché, se facessimo un finanziamento soci senza specificare che questo è infruttifero, ossia senza tasso di interesse, in caso di accertamento, l’Agenzia delle Entrate potrebbe riconoscere questo finanziamento soci come fruttifero.

E potrebbe imputare alla S.r.l. il pagamento della ritenuta d’acconto del 26% su interessi per noi attivi e, oltre all’interesse, anche la sanzione e il tasso di interesse, perché l’imposta è pagata successivamente al tasso legale.

Quindi, l’Agenzia delle Entrate, se non andiamo a specificare se c’è un finanziamento infruttifero, con un verbale con data possibilmente certa, potrebbe, giustamente, crearci problemi.

Pertanto, noi possiamo difenderci con un verbale di assemblea con data certa, dichiarando che il finanziamento è infruttifero.

  • Finanziamenti socio coerente con il reddito dichiarato

Per quanto riguarda l’altro parametro di buonsenso che dobbiamo utilizzare quando facciamo un finanziamento alla società come soci, voglio portarti un esempio per meglio farti comprendere.

Ipotizziamo di versare, o comunque di fare, un finanziamento soci per anni pari a un milione di euro.

Ogni anno, quindi, io metto un milione di euro, come finanziamento soci, in capo alla società e, contestualmente, ipotizziamo magari di avere, nella dichiarazione dei redditi, dichiarato reddito pari a zero.

In questo caso, è ovvio che, se io ho un reddito pari a zero e ogni anno metto un milione  di euro come finanziamento socio, è lecito che l’Agenzia delle Entrate mi possa venire a chiedere dove ho reperito quei soldi.

Senza voler esagerare, quando faccio dei finanziamenti soci che sono spropositati rispetto al reddito che dichiaro, ecco che, volendo c’è una presunzione di incassi in nero; ossia si può supporre che io abbia incassato delle somme in nero e, poi, le abbia messe all’interno della società, per pagare i fornitori o per svolgere regolarmente l’attività aziendale.

Ricordiamoci sempre di applicare tutto il finanziamento socio che ci è utile per lo sviluppo della nostra S.r.l., però sempre calibrato in funzione del reddito che abbiamo o di quanto preleviamo come utili aziendali da altre aziende e da altre parti e così via.

 

Il finanziamento socio è un ottimo strumento di risparmio fiscale

Il finanziamento socio è, in genere, un ottimo strumento di risparmio fiscale sotto due punti di vista.

  • Rimborso del finanziamento socio esente da imposte e contributi

Anzitutto, il finanziamento socio, quando viene rimborsato, è esente da imposte e contributi.

Capita di pensare: “Caspita è così semplice, basta darlo e poi dopo me lo riprendo…”

Sì, però, è anche vero che, quando noi avviamo una start up, una S.r.l., nei suoi primi anni o mesi di vita, tendenzialmente  non si riesce sempre a pagare tutte quante le spese già col conto corrente aziendale.

Questo perché, soprattutto all’inizio, quando non c’è un conto corrente aziendale, non c’è liquidità, ci sono delle spese importanti, oppure costituiamo una S.r.l. semplificata ad un euro, siccome non c’è un capitale sociale e siccome la S.r.l. non ha soldi, ecco che noi, come amministratori, andiamo a pagare di tasca nostra le fatture della S.r.l. .

Lo stesso può capitare nell’arco di vita dell’azienda, quando ad esempio c’è un investimento importante da fare.

Nel corso dei mesi e degli anni maturiamo, a nostro vantaggio, un finanziamento socio.

In questi casi, la prima cosa che dobbiamo fare, per gestirci al meglio a livello fiscale, è quella di riprenderci indietro questo finanziamento socio, senza pagare imposte e contributi.

Dunque, appena possibile è opportuno ripianare questo finanziamento socio.

Per te che sei già “navigato” e hai una S.r.l. da molto tempo può sembrare una cosa banale, però, se noi siamo alle prime armi, o comunque abbiamo una S.r.l. in qualche modo nella fase iniziale o embrionale, probabilmente abbiamo versato qualcosa che, consiglio a tutti, di riprendersi indietro ovviamente senza pagare imposte e contributi.

  • Finanziamento socio fruttifero

Il secondo modo per utilizzare in maniera intelligente, da un punto di vista fiscale, il finanziamento socio è quello di richiedere e di applicare alla tua S.r.l. un interesse attivo (che, ovviamente, per la tua S.r.l. è un interesse passivo).

Perché questo?

Perché, come ho già accennato prima, quando noi facciamo un finanziamento socio, questo può essere fruttifero o infruttifero.

Quando è fruttifero, ossia io chiedo un tasso di interesse, la S.r.l. dovrà applicare un’imposta fissa del 26%  sull’interesse maturato, che è la stessa aliquota applicata alla distribuzione degli utili.

Quando prelevi i soldi dalla tua S.r.l. come distribuzione degli utili, oppure come interesse per te attivo, ecco che paghi sempre fisso il 26%.

Tuttavia, con il finanziamento socio, hai il vantaggio che metti un interesse passivo nella contabilità della società, cosa che non puoi fare con la distribuzione degli utili.

In questo modo vai ad abbassare l’IRES del 24%.

Non abbassi l’IRAP, perché nella base imponibile IRAP, che è il 4%, non va la componente degli interessi attivi o passivi.

Riassumendo:

  • quando metti un interesse passivo che deriva da un finanziamento socio, e prendi gli interessi attivi per te, in questo caso paghi il 26%;
  • quando, invece, devi mettere questo costo in contabilità come interesse passivo, lì sopra risparmi il 24% di IRES. Cosa che non puoi fare con una distribuzione degli utili “normale”.

Ovviamente, ti ricordo che, per gestire l’interesse passivo, inteso come finanziamento socio, è sempre meglio che questo abbia un valore di mercato e che, comunque, non vada a superare il tasso usura.

Per evitare una potenziale denuncia penale è sufficiente adottare dei parametri che probabilmente ho già elencato in qualche articolo del blog di Efficacia Fiscale (se sei interessato ti invito a leggerli) ed ecco che, di fatto, tu puoi utilizzare il finanziamento soci in maniera tale da ridurre le imposte e i contributi.

 

Conclusioni

Grazie a questo articolo ora sei a conoscenza, e hai a disposizione, tutti gli elementi che occorrono per ridurre il carico fiscale attraverso lo strumento del finanziamento socio.

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In tutti i casi in cui hai un’attività imprenditoriale, sappi che scegliere di utilizzare una S.r.l. può offrirti maggiori possibilità di pianificazione fiscale, protezione patrimoniale e organizzazione strategica rispetto ad altre forme giuridiche.

La normativa italiana prevede specifici strumenti di risparmio fiscale applicabili alle S.r.l., e in certi scenari, se ben gestiti, questi strumenti possono contribuire a contenere il carico tributario in modo significativo.

In molti casi, un’impresa individuale può trovarsi a sostenere un carico tributario complessivo piuttosto elevato, considerando imposte dirette, contributi previdenziali e addizionali locali.

Al contrario, una S.r.l. ben strutturata e gestita con attenzione può beneficiare di un’imposizione più contenuta, grazie all’uso combinato di strumenti di pianificazione fiscale previsti dalla normativa.

Naturalmente, ogni situazione va valutata in base a variabili come utile, liquidità, struttura dei compensi, regime fiscale adottato e obiettivi imprenditoriali.

La Contabilità Controllata, ad esempio, è un metodo operativo che permette di monitorare con continuità i numeri della tua S.r.l., aiutandoti a individuare margini di ottimizzazione e a gestire con consapevolezza le decisioni economiche e fiscali.

Non si tratta di una formula magica, ma di un approccio basato sull’analisi dei dati e sulla coerenza delle scelte imprenditoriali.

Se stai valutando soluzioni per la gestione fiscale di una S.r.l., ricorda che le scelte più efficaci dipendono da variabili specifiche: dimensioni aziendali, utili, liquidità, regime fiscale e obiettivi di lungo periodo.

La normativa offre strumenti di ottimizzazione previsti dalla legge, ma la loro applicazione va sempre calibrata sulla tua situazione.

RICORDA CHE:

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo divulgativo e non sostituiscono una consulenza fiscale personalizzata.

Scrivimi a info@efficaciafiscale.com con oggetto “Contabilità Controllata” per maggiori dettagli.

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