Come aprire una società all’estero – rimanendo residente in Italia – nel pieno rispetto della legge senza incorrere nel reato di esterovestizione
Indice dei contenuti
Ciao, ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale per affrontare un argomento che deve essere ben conosciuto da chi intende aprire una società all’estero: il reato di esterovestizione.
Si tratta di un reato che si deve assolutamente evitare di commettere quando si cerca di sviluppare il proprio business fuori dai confini nazionali.
Oppure (può capitare…) di cadere nella tentazione di ridurre, in modo anche considerevole, il carico tributario e previdenziale spostando il proprio business in uno Stato estero (che sia o meno un paradiso fiscale).
Per questo motivo ho ritenuto utile registrare un podcast, che ora ho trasformato in articolo, proprio su questo argomento, con il mio classico approccio di Commercialista che ama lavorare, gomito a gomito, con gli imprenditori che hanno, o intendono costituire una S.r.l., a cui non voglio assolutamente tarpare le ali nel loro lancio verso l’estero ma, semplicemente, aiutare a decollare nella più assoluta tranquillità di non infrangere la legge, rischiando pesanti sanzioni e conseguenze.
Prima di addentrarmi nell’argomento ti ricordo, se ancora non l’hai fatto, di iscriverti al mio blog www.efficaciafiscale.com, tramite l’apposito form presente in ogni articolo.
Cosa che ti permetterò di avere accesso al materiale che metto gratuitamente a disposizione degli utenti registrati, di ascoltare i miei Podcast e di seguire i miei video, e le mie dirette, sul canale YouTube Commercialista Calisti per mantenerti sempre informato sul mondo della fiscalità delle S.r.l. .
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Sei pronto a scoprire come aprire una società all’estero nel pieno rispetto della legge?
Bando alle ciance and let’s go…
Cosa è il reato di esterovestizione?
Caro imprenditore, ti do il benvenuto in questo nuovo podcast del blog di Efficacia Fiscale, il blog con le soluzioni fiscali specifiche per tutti gli imprenditori che hanno una S.r.l., o che ne vogliono aprire una nuova.
Oggi andremo ad affrontare come aprire una società all’estero nel pieno rispetto della legge senza incorrere nel reato di esterovestizione, ossia la finta localizzazione all’estero della residenza di una società, che di fatto opera in Italia, allo scopo di godere di un regime fiscale più vantaggioso e sfuggire alla pressione fiscale italiana.
In sostanza, invece che pagare le imposte in Italia, queste sono pagate all’estero, “portando via” dei soldi dall’Italia.
Detto in un altro modo, viene coordinato il lavoro in Italia (oppure l’attività economica è svolta in Italia), ma la fatturazione avviene con una società che ha sede all’estero.
Così facendo le imposte si pagano all’estero nonostante l’attività o le scelte aziendali sono prese dall’Italia (appunto esterovestizione).
Ovviamente questo è un meccanismo molto combattuto dalla Stato italiano perché, se il lavoro viene esercitato in Italia, essendo materia imponibile, il reddito deve essere dichiarato in Italia e non all’estero portando via delle imposte in un altro Paese.
Le cose a cui devi stare attento quando sei socio o amministratore di una società all’estero ma sei residente in Italia
Per difendersi da questa situazione, evitando, di conseguenza il reato di esterovestizione, ti descrivo 2 meccanismi da tenere in considerazione nel caso in cui tu sia socio o amministratore della società estera:
1 – Socio finanziatore di una società estera (difficilmente puoi fare il socio operativo della società all’estero e dimostrare che NON lavori dall’Italia).
Se sei socio di una società estera, puoi considerarti socio finanziatore e pagare le imposte solo nel momento in cui ricevi utili (intendendo una società in un Paese white list), al pari di qualsiasi S.r.l. italiana.
Qui non c’è il reato di esterovestizione se l’attività economica della società estera è svolta in maniera completamente autonoma dalla società estera e il socio NON fa nulla di operativo, appunto perché deve essere un socio finanziatore.
In tutti i casi ricordati che l’attività economica della società estera deve essere realmente all’estero (e non dal socio finanziatore in Italia o che l’amministrazione di fatto lavora dall’Italia).
Facciamo un esempio.
Ipotizza di decidere di costituire, oggi, una società all’estero, assegnando l’amministrazione della società ad una persona estera che lavora in quel specifico Paese estero. In Italia il socio finanziatore di una società estera NON può svolgere attività amministrativa per conto della società estera. Dunque, tutte le volte in cui si è socio finanziatore di una società estera, non si può effettuare nessuna attività operativa in Italia per conto di tale società estera. Nello stesso modo il socio finanziatore NON deve svolgere attività amministrava in Italia per conto della società all’estero (come attività amministrativa si intende coordinazione di clienti, fornitori e collaboratori). In questa situazione tu sei corretto. |
Porto un ulteriore esempio concreto: se si vogliono acquistare delle azioni di Google in Irlanda non si rischia il reato di esterovestizione perché Google lavorerà autonomamente da te.
Questa situazione si presenta anche quando si costituisce una società online all’estero. Solo che se tu costituisci una piccola società all’estero il fisco potrebbe sospettare che tu di fatto fai del lavoro operativo per conto della società estera in Italia. Quindi devi avere maggiore accortezza di NON fare assolutamente nulla per conto della società estera quando ti trovi fisicamente in Italia. |
Nel momento in cui si è sicuri di costituire una società all’estero come socio finanziatore, si deve essere altrettanto sicuri che tale società svolgerà l’attività in maniera autonoma, con propri dipendenti e un proprio amministratore.
Così facendo si possono avere le quote del capitale di questa società, ricordando di dichiararle nel famoso quadro RW, se in un anno il valore complessivo delle quote va a superare i 15.000,00 €, e non avere problemi con il Fisco.
Ti dico questo perché il Fisco si “incazza” (giustamente) nel momento in cui tu emetti delle fatture da una società all’estero, ma di fatto lavori in Italia.
Questo in quanto non è corretto pagare le imposte all’estero nel momento in cui tu lavori in Italia (se così fosse tutti lavorerebbero da casa in Italia, ma fatturando da un Paese in cui non si pagano imposte).
Per superare questo problema, puoi tranquillamente essere un socio di una società all’estero, ma NON devi fare nulla per conto della società all’estero e questa deve lavorare autonomamente da te.
Per sicurezza e completezza, ti aggiungo che, se tu sei un socio lavoratore della società estera, non ci sono problemi, ma a condizione di andare a lavorare veramente all’estero.
Cosa che rende difficile essere un vero socio lavoratore di una società all’estero senza incorrere in un reato di esterovestizione.
Dunque, molte delle volte, per poterti difendere dal reato di esterovestizione quando hai una quota della società estera, devi essere un vero socio finanziatore, ossia tu hai le quote della società estera, ma NON fai nulla di operativo per conto della società estera.
2 – Essere amministratore della società estera e svolgere una vera attività da amministratore per conto della società.
In questo caso bisogna stare molto più attenti perché, in sede di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, se sei amministratore della società estera, l’Ente ha potere per accusarti del reato di esterovestizione.
Questo in quanto potrebbe capitare che tu abbia svolto l’attività da amministratore per conto della società estera ma operando dall’Italia, appunto perché sei l’amministratore della società estera ed è tuo compito prendere delle scelte aziendali in nome, e per conto, di questa.
Cosa che, però, il Fisco non vuole, perché, come già anticipato nel punto precedente, il Fisco NON vuole che tu lavori fisicamente dall’Italia e fatturi dalla società estera portando via delle imposte dal nostro Paese.
Non puoi essere un socio operativo della società estera e lavorare in Italia.
Nello stesso modo NON puoi essere un amministratore e svolgere un’attività amministrativa per conto della società estera quando sei fisicamente in Italia.
Di sicuro, più una società estera fa volumi di fatturato alto e più attira l’attenzione del Fisco con conseguente accertamento.
Ma, in tutti i casi, è sempre un reato che devi evitare.
Come attività amministrative intendo sempre le attività di coordinare clienti e fornitori, coordinare collaboratori o concludere contratti.
Ma, anche in questo caso, non preoccuparti perché hai un modo per difenderti da una eventuale accusa di esterovestizione.
Per difenderti, è bene svolgere le attività da amministratore quando ti trovi fisicamente nel Paese estero dove la società risiede.
Meglio avere delle prove concrete per provare ciò, come biglietti aerei, biglietti del treno o documenti che dimostrino trasferte effettuate con l’auto.
In sintesi, tu puoi essere benissimo amministratore di una società estera ed evitare di avere contestazioni fiscali successivamente, a patto di prendere le scelte imprenditoriali (o tenere le riunioni del Consiglio di Amministrazione) all’estero ed averne le prove in caso di controlli.
Ogni imprenditore è responsabile del proprio “destino fiscale” ed essere libero di essere socio e amministratore della società estera e comportarsi male nei confronti del Fisco senza, poi, subire conseguenze negative.
Ma, di certo, non puoi pensare di dormire sonni tranquilli e pagare le conseguenze in caso di controlli fiscali.
Rispettare uno dei due meccanismi sopra descritti, ossia essere solo socio finanziatore o amministratore della società estera dove, appunto, la società lavora autonomamente, oppure essere socio amministratore, e dimostrare che l’attività svolta da quest’ultimo viene effettuata all’estero, ti permette di camminare su una strada corretta per evitare il reato di esterovestizione.
Oltre a questo, voglio condividere con te una soluzione che ti permette di avere una società all’estero ed evitare il pericolo di esterovestizione utilizzando una S.r.l. senza dover impazzire nel cercare di essere sempre sulla difensiva in caso di controlli.
Utilizza una S.r.l. holding per controllare le quote delle società estere e aumentare la protezione fiscale
Per avere un ulteriore grado di protezione fiscale il mio consiglio è quello di intestare le quote della società estera alla S.r.l. che si detiene in Italia, facendo così diventare quest’ultima una S.r.l. holding.
In questo caso, anche se viene svolta una piccola parte di attività operativa in Italia, per rendere il tutto in maniera legale, basta riportare una parte del ricavo del fatturato fatto all’estero in Italia, emettendo una fattura di valore pari al lavoro svolto in Italia per conto della società estera.
Lo so, lo so, non è facile quantificare il valore da attribuire alla fattura per i lavori che hai svolto, ma anche qui utilizza il buon senso.
In tutti i casi, non emettere una fattura per niente, anche se lavori in Italia per conto della società estera, di sicuro non di protegge da eventuali contestazioni fiscali.
Puoi sempre intestare le quote della società estera a te persona fisica, compilare il quadro RW ed evitare il reato di esterovestizione perché la società estera lavora autonomamente, oppure perché fai le riunioni del consiglio di amministrazione all’estero.
Ma hai anche l’ottima alternativa di avere una S.r.l. holding attraverso cui controllare la società estera e poter svolgere l’attività operativa in Italia, ricordandoti sempre di fatturare l’importo di questa attività svolta in Italia e riportare il ricavo del fatturato nella società italiana.
Sintetizzando posso dirti che, se hai una società estera e pensi di svolgere, anche sporadicamente, un lavoro operativo in Italia per conto della società estera, devi riportare una quota di ricavo nella società italiana per operare in maniera del tutto legale.
Concludo ricordando che l’efficacia fiscale ti permette di adempiere in maniera regolare alla legge, alle dovute norme fiscali che troviamo nel sistema fiscale italiano, in modo da non avere future contestazioni e sanzioni.
È bene tenere a mente che, in Italia, la S.r.l. è la forma giuridica che permette all’imprenditore di avere a disposizione il maggior numero di strumenti di efficacia fiscale per poter tagliare maggiori imposte e contributi.
Ovviamente bisogna conoscere la legge ed i dovuti meccanismi.
Manuale GRATUITO: i 94 strumenti di Efficacia Fiscale
Per agevolarti ti metto a disposizione gratuitamente sul blog www.efficaciafiscale.com un manuale in PDF con 94 strumenti di efficacia fiscale.
Puoi scaricarlo ed iscriverti alla newsletter nel form che trovi in fondo ad ogni articolo.
Puoi decidere di utilizzare questi strumenti in maniera autonoma oppure con l’ausilio di un commercialista.
All’interno del manuale, inoltre, potrai trovare le dovute modalità nel caso vorrai avere una maggiore consulenza direttamente con me.
Grazie per l’attenzione.
Conclusioni
Grazie alle informazioni contenute in questa circolare ora sai tutto quello che devi conoscere su come aprire una società all’estero nel pieno rispetto della legge, senza incorrere nel reato di esterovestizione.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .
Ma non basta.
Devi infatti anche verificare di:
- produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
- avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
- utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.
Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).
Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.
Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.
Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.
Strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. che troverai scaricando il manuale che riceverai compilando il form qui in basso.
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Ogni 12 mesi avrai una S.r.l. con più utili rispetto a prima, con più soldi in banca rispetto a prima e la possibilità di tagliare il carico fiscale della società dal 70,72% al 28%.
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Che cosa aspetti a contattarci?
Buongiorno,
io sono socia accomandante di una società KG tedesca (tipo la nostra SAS), la socia accomandataria che gestisce la societò di persone è mia sorella che vive in Germania. È corretto che nel quadro RW io dichiari la quota di capitale apportata nella KG? Nel mio caso si tratta di 5000€, il mio commercialista mi ha detto di non scrivere nulla in quanto appunto la quota di capitale è inferiore di 15.000€ ma adesso mi sono venuti dei dubbi e relativa ansia, potete gentilmente confermarmi che è corretto non scrivere nulla? Grazie di cuore a chi mi risponderà!
Ciao Rebecca, confermo che se tutto il tuo patrimonio all’estero è inferiore ad euro 15.000 non devi compilare il quadro RW
Grazie della risposta, questo significa che se la mia parte di utili della società tedesca supera i 15.000€ devo compilare il quadro RW? Anche se materialmente non ho percepito nulla perché abbiamo deciso di reinvestirli?