Come mai l’Inps pretende il pagamento dei contributi dai soci della S.r.l., con una posizione Inps commercianti aperta, anche sugli utili delle società dove NON svolgono un lavoro operativo nonostante i giudici gli avessero dato contro? (prima della circolare di giugno 2021)
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Ciao, ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale per affrontare un argomento spinoso che urta gli imprenditori che hanno, o intendono costituire, una S.r.l.: la pretesa dell’Inps che i soci, con una posizione Inps commercianti aperta, versassero i contributi anche sugli utili delle S.r.l. dove NON svolgevano del lavoro operativo, nonostante i giudici avessero dato loro torto.
Come sai, se hai letto i miei precedenti articoli pubblicati sul blog www.efficaciafiscale.com, sono un commercialista ma provengo da una famiglia di imprenditori e sono io stesso un imprenditore.
Quindi, non solo imposto il mio lavoro in ottica costruttiva lavorando gomito a gomito con gli imprenditori in modo da aiutarli a fare sempre più soldi, ma mi arrabbio per gli stessi motivi che fanno arrabbiare i miei clienti: i prelievi ingiustificati degli Enti.
Per questo motivo, su spunto di Fabio, un utente che mi ha posto una domanda sul mio canale YouTube Commercialista Simone Calisti, ho deciso di approfondire questo argomento, ho registrato un Podcast che ora ho trasformato in articolo.
Prima di addentrarti nella lettura ricordati di iscriverti al blog www.efficaciafiscale.com per avere accesso al materiale che metto gratuitamente a disposizione degli utenti registrati e di iscriverti al mio canale YouTube Commercialista Simone Calisti sia per seguire i miei video che per partecipare alle dirette in modo da porre, come ha fatto Fabio, domande concrete le cui risposte, pratiche, saranno utili anche agli imprenditori 😊
Sei pronto a scoprire perché l’Inps pretende i soldi dai soci che hanno una posizione Inps aperta anche sugli utili delle S.r.l. dove NON svolgono del lavoro operativo?
Bando alle ciance and let’s go…
La domanda di Fabio
Caro imprenditore, ti do il benvenuto in questo nuovo podcast del blog di Efficacia Fiscale, il blog con le soluzioni fiscali specifiche per tutti gli imprenditori che hanno una S.r.l. o che ne vogliono aprire una nuova.
Oggi voglio condividere con te una domanda presentatami da Fabio, un utente che mi segue attraverso il canale YouTube.
Il video a cui fa riferimento l’utente elencava i 7 strumenti legali idonei a limitare i contributi Inps del socio lavoratore di una S.r.l. .
La sua è una domanda importante, soprattutto perché ci permette di comprendere un meccanismo fondamentale da adottare davanti ad una situazione di incertezza del diritto.
La domanda di Fabio: “Come mai l’Inps pretende il pagamento dei contributi dai soci della S.r.l., con una posizione Inps commercianti aperta, anche sugli utili delle società dove NON svolgono un lavoro operativo nonostante i giudici gli avessero dato contro?”
Non sempre l’Inps ha diritto a richiedere i contributi agli imprenditori
Possiamo affermare che più volte l’Inps, anche davanti alla Cassazione che attribuisce l’ultimo grado in giudizio, ha perso la sentenza nei confronti del contribuente a cui era stato richiesto il pagamento dei contributi ingiustificatamente.
Alla domanda di Fabio posso rispondere che, questo problema, si presenta soprattutto perché, in Italia, ci si trova spesso davanti ad una incertezza di diritto.
Ossia, con riferimento al nostro caso, la Cassazione (o comunque i giudici) stabilisce che, su quella determinata quota di utili, l’Inps non deve pretendere il pagamento dei contributi, ma l’Ente non considera recepito il messaggio, in quanto non vi è una circolare interna.
Proviamo a metterci nei panni di un funzionario dell’Inps.
È vero che i giudici della Cassazione sono favorevoli al contribuente, ed hanno “costretto” l’Inps a NON chiedere il pagamento dei contributi sugli utili delle S.r.l. dove non svolgono il lavoro operativo.
Però, finché l’Ente continua a pubblicare, ogni anno, circolari su come effettuare il calcolo dei contributi sulla base imponibile Inps e, soprattutto, finché l’Inps non si impegna a pubblicare una circolare interna a favore del contribuente, ecco che i funzionari non possono fare quanto stabilito dalla Cassazione perché si scontrerebbero contro le direttive dell’Ente impositore per il quale lavorano.
Quindi, quanto detto dall’utente Fabio è corretto, l’Inps non dovrebbe richiedere contributi su tali utili delle S.r.l. dove il socio non svolge del lavoro operativo, ma questo viene effettuato solo dopo che l’Ente impositore va a recepire la variazione dei giudici a favore del contribuente utilizzando una circolare interna.
Spesso, in Italia, ci si trova davanti a queste situazioni di conflitto, in cui la Cassazione è favorevole al contribuente, ma i funzionari che lavorano per l’Ente, trovandosi davanti a questo scenario nel momento in cui avvengono i controlli, vanno ad accertare la situazione che i giudici, appunto, contrastano.
Questo perché il funzionario NON ha ricevuto la direttiva da parte dell’Ente, tramite una circolare interna, di seguire le indicazioni valutate dai giudici.
Ciò non vuole dire che il contribuente ha colpa se un funzionario gli contesta qualcosa.
Anzi, se l’Ente impositore continua a chiedere il versamento dei contributi per utili della S.r.l. dove il socio non svolge del lavoro operativo, è tenuto, prima di tutto, a difendersi facendo ricorso all’Inps attraverso il proprio cassetto previdenziale.
Il primo tentativo di difesa lo puoi fare facendo ricorso all’Inps utilizzando il cassetto previdenziale
Nel momento in cui devi difenderti da una pretesa ingiusta dell’Inps, la prima azione che devi compiere è fare un ricorso direttamente all’Inps, utilizzando il cassetto previdenziale.
Non è assolutamente una pratica costosa, ma di certo potrebbe portare via del tempo.
Dopo aver mostrato, tramite il cassetto previdenziale, che la cassazione è favorevole alla tua posizione da contribuente, il funzionario locale dovrebbe fermarsi e annullare il tutto.
Ma, anche qui, si potrebbero avere problemi, almeno fino a quando l’Ente nazionale non integra tale situazione attraverso una circolare interna, o una circolare ministeriale interna.
Il ruolo del funzionario, davanti a questa situazione, non è alquanto facile perché ricordiamo che il suo compito è quello di scovare, trovare più materiale imponibile possibile per richiedere contributi.
Dopo devi ricorrere alla giustizia ordinaria, ossia ad un giudice di primo grado, di secondo grado e, per ultimo, ai giudici della Cassazione
Ecco che, se il ricorso all’Inps viene effettuato, allora sei obbligato a ricorrere alla giustizia ordinaria con un giudice di primo grado, di secondo grado e, per ultimo, ai giudici della Cassazione.
Tutto ciò sicuramente porterà via tempo e denaro utilizzato per pagare le spese legali degli avvocati.
Ma, soprattutto, dovranno essere versati anticipatamente una parte di contributi accertati dal funzionario Inps.
Questo in quanto, il ricorso davanti ad un giudice, non interrompe la riscossione del pagamento di questi contributi.
Ti dico questo perché per fare ricorso solo all’Inps tramite il cassetto previdenziale, non devi anticipare nessun importo in quel momento.
Ma, per fare il ricorso in tribunale, dovrai di sicuro chiedere aiuto ad un Avvocato, che pertanto ti chiederà soldi.
Oltre a questo, anche se fai ricorso in tribunale contro un provvedimento ingiusto, dovrai comunque pagare il 50% dei tributi che ti hanno contestato.
Poi, se alla fine del contenzioso ti trovi ad aver ragione, allora questi soldi ti verranno restituiti con gli interessi, ma di sicuro ci vorranno degli anni.
Dunque, spesso quando ci si trova davanti a queste situazioni dove vi è incertezza di diritto, avendo come unica certezza la prova che la Cassazione è favorevole al contribuente, l’unico modo per bloccare ciò che viene contestato è l’utilizzo della giustizia ordinaria.
Detto questo, siccome non puoi cambiare la caratteristica con cui ci si difende da una pretesa ingiusta da parte di un Ente, è importante condividere il mio punto di vista.
Conviene sempre fare un ricorso nel caso in cui il Fisco ti contesta qualche cosa?
Il mio consiglio è verificare quanto è l’importo che il Fisco o l’Inps ti contestano.
Se, nel caso di un accertamento, l’Ente ti dovesse contestare una cifra contenuta, allora non ti converrebbe andare in tribunale e spendere soldi dall’avvocato, oltre che il tuo prezioso tempo.
Mentre, se ti contestano delle somme importanti, sarebbe idoneo recarsi presso un tribunale dimostrando di avere i giudici, o addirittura la Cassazione, dalla propria parte.
In questo caso dovrai anticipare sicuramente i tributi accertati e le spese legali, ma successivamente verranno restituite in caso di tua vittoria.
Se ci pensi, è come aver ricevuto una multa stradale ingiusta.
Se la multa fosse di soli 50,00 euro, molto probabilmente vinceresti il ricorso per quanto tu possa avere ragione, ma spenderesti più soldi nell’avvocato e sprecheresti tanto tempo prezioso. Cosa che per te è importante.
Mentre, se la multa ingiusta ricevuta fosse di euro 500,00 più il ritiro della patente, allora si che tu avresti un vero interesse nel fare ricorso in tribunale.
Ecco, questo è il meccanismo che tu affronti nel caso in cui ricevi un accertamento da parte di un Ente.
La Circolare Inps n.84 del 10 giugno 2021
Prima di passare alle conclusioni voglio specificare che il 10 giugno 2021 l’Inps ha diramato una circolare in cui afferma che, sugli utili del socio finanziatore della S.r.l., non bisogna effettuare il pagamento dei contributi (anche se quest’ultimo avesse aperto una posizione Inps commercianti).
Dunque, l’Ente ha recepito quanto è stato stabilito dai giudici della Cassazione e, quindi, non c’è neanche bisogno di ricorrere in tribunale, perché, ora che l’Inps ha diramato questa nuova circolare interna, i funzionari in casi di controllo devono rispettarla.
Infatti, qui c’è un altro principio importante che devi conoscere.
Anche se i giudici della Cassazione hanno stabilito un certo indirizzo ma l’Ente no, i funzionari dell’Ente eseguiranno sempre le direttive emesse dall’Ente, cosa che obbliga i contribuenti a dover andare in tribunale se vogliono avere ragione.
Questo in quanto un funzionario deve di fatto eseguire gli ordini dell’Ente per cui lavora.
Quindi non ha interesse (e neanche la possibilità) di dare ragione al contribuente, anche se i giudici della cassazione hanno stabilito il contrario.
Ma, nel momento in cui l’Ente emana una circolare interna in cui si allinea a quanto stabilito dai giudici, allora ecco che i funzionari dell’Ente devono rispettare quanto è stato stabilito dalla circolare, conformandosi con quanto stabilito dai giudici della Cassazione.
Pertanto, il contenzioso si può evitare con certezza solo dopo che l’Ente ha recepito quanto detto dai giudici e ne dà comunicazione ai funzionari attraverso istruzioni interne.
In caso contrario, i funzionari dell’Ente tenderanno sempre a sollevare contestazioni che potrai sgravare in sede di giudizio presso un tribunale, cosa che ti farà perdere denaro e tempo.
Così facendo, ti troverai sotto il profilo pratico a fare veramente ricorso in tribunale solo nel momento in cui l’Ente ti contesta somme elevate, mentre se ti contestano somme piccole ti conviene pagare quanto da loro preteso invece che perdere tempo e denaro.
Detto ciò, ricordo che per ridurre le imposte e i contributi una S.r.l. ha a disposizione un elevato numero di strumenti di risparmio fiscale.
Ovviamente non puoi conoscerli tutti tanto quanto un commercialista specializzato sulle S.r.l. ma, per facilitarti la manovra, metto a disposizione, nel mio blog www.efficaciafiscale.com, un manuale gratuito con una check-list al cui interno si possono trovare ben oltre 94 strumenti di efficacia fiscale da utilizzare nella propria S.r.l. per combattere imposte e contributi.
Puoi utilizzare tali strumenti in maniera autonoma o con l’aiuto del tuo commercialista, oppure puoi anche decidere di approfondire una consulenza con me attraverso le modalità riportare in tale manuale.
Grazie per l’attenzione.
Conclusioni
Grazie alle informazioni contenute in questa circolare, ora sai in quali casi i funzionari degli Enti ti possono fare contestazioni fiscali nonostante la Cassazione sia a favore del contribuente ed in quali casi i funzionari degli Enti si adeguano a quanto è previsto dai giudici della Cassazione.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .
Ma non basta.
Devi infatti anche verificare di:
- produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
- avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
- utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.
Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).
Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.
Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.
Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.
Strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. che troverai scaricando il manuale che riceverai compilando il form qui in basso.
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