Ecco ciò a cui devi prestare attenzione quando attribuisci il welfare aziendale per tagliare le imposte e contributi della S.r.l.

Ciao, ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale per trattare uno strumento di Efficacia Fiscale particolare: il welfare aziendale.

Uno strumento che va conosciuto bene, anzi, molto bene, in tutti i suoi aspetti, per evitare di abusarne, anche involontariamente, finendo per violare la legge.

Per questo però, come ben sai, ci sono io 😊, ricercatore e divulgatore fiscale che, questa settimana, ti metterà a disposizione tutte le informazioni che ti occorrono.

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Ora sei pronto a conoscere tutto sul welfare? Band alle ciance and let’s go…

 

Il vantaggio fiscale del welfare aziendale

Può capitare che tu abbia sentito, o letto su internet, che con il welfare aziendale puoi tagliare il carico tributario.

Tecnicamente questo è vero, ma ho deciso di fare un articolo per precisare al meglio il contesto e, quindi, darti la possibilità di utilizzarlo veramente al meglio per tagliare il carico tributario e per evitare di incorrere in errori, nella sua applicazione, che ti porterebbero, poi, a non dormire sonni tranquilli.

Per prima cosa ho deciso di riportarti la normativa fiscale per farti comprendere che non sempre ci sono parametri precisi di applicazione, ma ci sono delle aree “generiche” dove prevale, di fatto, il buon senso.

Il vantaggio fiscale del welfare aziendale in sostanza risiede nel meccanismo secondo cui tu dai, gratuitamente, al dipendente un bene o un servizio, la S.r.l. si scarica il costo, mentre il dipendente non riceve un fringe benefit sullo stipendio per l’utilizzo di quel bene/servizio.

Il vantaggio che ne ha un imprenditore con una S.r.l. sta nel fatto che questi potrebbe dare gratuitamente al dipendente dei beni per simulare un maggior compenso distribuito indirettamente al dipendente, che non è tassato in capo al dipendente ed è deducibile in capo alla S.r.l., evadendo di fatto le imposte ed i contributi che ci sono sulla busta paga del dipendente.

In un certo senso, è come dare un maggior compenso al dipendente, ma senza pagare imposte e contributi.

Per evitare questa speculazione, lo Stato ha messo dei paletti precisi, entro i quali tu puoi utilizzare questo strumento detassato.

In sostanza, ha definito degli ambiti in cui si può utilizzare questo strumento a vantaggio dell’imprenditore, sapendo che, per determinate parti, non ci sono degli elenchi precisi e, conseguenza, occorre utilizzare il buon senso.

Ti dico questo, perché nel momento in cui vuoi dare un bene, od un servizio, gratuitamente ad un dipendente, questo è considerato come un compenso da attribuire al dipendente. Quindi, pagherà normalmente i contributi Inps e anche le imposte. Questo meccanismo è chiamato fringe benefit.

Ossia, quando un dipendente utilizza, per fini privati, un prodotto (o un servizio) regalato dall’azienda (oppure un bene dell’azienda), egli deve avere un incremento del reddito figurativo.

Ciò  che gli farà pagare maggiori imposte e contributi è dovuto al fatto che utilizza gratuitamente un bene aziendale, oppure perché ha ricevuto un bene aziendale.

Il welfare aziendale è, praticamente, l’opposto. Ossia, il dipendente riceve gratuitamente il bene (o il servizio aziendale), lo utilizza e non paga nessuna imposta e nessun contributo Inps, continuandosi a scaricare regolarmente il costo.

Questo secondo caso è chiaro che ti dà il maggior vantaggio fiscale a disposizione dalla legge, perché con il fringe benefit il dipendente riceve il bene, paga le imposte ed i contributi, mentre, nel secondo caso, con il welfare aziendale, il dipendente riceve il bene e non paga né le imposte né i contributi.

È per questo motivo che la legge ti mette nelle condizioni di farlo solo in specifici casi e condizioni.

Cosa che scoprirai con il proseguimento della lettura di questo articolo.

Prima di tutto scoprirai quello che viene detto a livello di norma, perché è importante comprendere il motivo per cui hai il beneficio fiscale.

Successivamente, scoprirai a quali cose devi porre attenzione nel momento in cui vuoi utilizzare il welfare aziendale per tagliare, veramente, le imposte ed i contributi della S.r.l. utilizzando la legge.

 

Qual è la differenza tra il fringe benefit ed il welfare aziendale?

In un certo senso posso dirti che con tutti e due gli strumenti, il fringe benefit ed il welfare aziendale,  puoi dare un bene ad un dipendente, ma con il fringe benefit, ossia nel caso normale, il dipendente dovrà pagare le imposte ed i contributi, mentre con il welfare aziendale il dipendente non dovrà pagare né le imposte né i contributi.

In tutti e due i casi la S.r.l. ti deduce il costo ma, non pagando nulla, il dipendente, nel software aziendale, è come se, questo, ricevesse indirettamente un maggior compenso deducibile per la S.r.l., ma esente imposte ed esente contributi per il dipendente.

In un certo senso è come se fossero dei rimborsi forfettari sulla busta paga.

 

Qual è la norma fiscale del fringe benefit?

Quello che può essere definito fringe benefit, è racchiuso nell’articolo 51 del Tuir.

Il Tuir è l’acronimo di testo unico delle imposte sul reddito.

Qui, di seguito ti riporto l’articolo 51 del Tuir.

Posso capire che non sia di immediata intuizione, quindi ti riporto in seguito quello che è il significato in sintesi.

Art. 51 TUIR

Determinazione del reddito di lavoro dipendente

1.   Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro.

[…]

In sostanza, il compenso del lavoro da dipendente è costituito da tutto il denaro e dai beni che questo riceve dalla S.r.l. .

Questo significa che, nella norma, quando dai dei beni gratuitamente ad un dipendente (erogazioni liberali), questo dovrà pagarci i relativi contributi ed imposte.

Quindi, di norma, quando regali qualcosa hai dipendenti, ossia loro utilizzano dei beni e servizi che sono dedotti in caso alla S.r.l., i dipendenti devono indicare, nella busta paga, un maggior compenso figurativo (ossia finto, non reale), sul quale poi  pagherà un maggior importo di imposte e contributi.

In sintesi, tutto quello che riceve il dipendente dalla S.r.l. , tutto ciò può essere considerato una erogazione al dipendente, quindi, di norma va a confluire nel reddito del dipendente.

Normativa fiscale del welfare aziendale

Qui, di seguito ti riporto la normativa fiscale relativa a quello che è definito “welfare aziendale”.

Prima di proseguire ti volevo informare che nella norma italiana non troverai il termine “welfare”, in quando è un termine inglese utilizzato per definire la politica di benessere sociale che fanno gli stati nei confronti della popolazione.

In seguito, è stato coniugato in welfare aziendale per definire quel processo in cui la S.r.l. sostiene le spese di prodotti o servizi erogati ai dipendenti e, questi ultimi, non pagano nessuna maggiorazione di imposte e contributi dovuti al fringe benefit perché beneficiano in modo privato di un bene aziendale.

Intanto, ti riporto la norma,  successivamente, ti riporto in sintesi le spiegazioni.

Altra informazione che volevo darti è che, leggendo la norma, troverai che ci sono dei settori specifici dove tu puoi utilizzare il welfare aziendale con la S.r.l., e ci saranno altri settori dove non è chiaro l’ambito di riferimento delle spese che rientrano dentro il welfare.

In tutti i casi, ricordati che il vantaggio fiscale lo hai nell’attribuire ai collaboratori beni come welfare aziendale, invece che come beni sui quali  dovranno pagare le imposte ed i contributi sulla busta paga (fringe benefit).

Ricordati che le informazioni per tagliare le imposte ed i contributi sono conservate nel Tuir, che è l’acronimo di testo unico sulle imposte sul reddito.

Art. 51 TUIR

Determinazione del reddito di lavoro dipendente

[…]

2. Non concorrono a formare il reddito:

[…]

f) l’utilizzazione delle opere e dei servizi riconosciuti dal datore di lavoro volontariamente o in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, offerti alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti e ai familiari indicati nell’articolo 12 per le finalità di cui al comma 1 dell’articolo 100.

[…]

Essenzialmente, questo articolo afferma che NON vanno considerate, nel calcolo del compenso del dipendente, tutte le spese che rientrano:

  • nell’articolo 100 comma 1 del Tuir (che vediamo qui di seguito),
  • quelle sono messe a disposizione di tutti i dipendenti (oppure ad una certa categoria di questi),
  • quelle sostenute dal dipendente stesso e anche dai familiari di questo (che sono elencati nell’articolo 12 del Tuir, ma di fatto si trattano di dipendenti).

Ecco, in sostanza, questi sono i primi limiti che devi conoscere, a cui devi sottostare per utilizzare il welfare aziendale.

Adesso è importante comprendere per quali tipologie di spese puoi utilizzare il welfare aziendale.

Art. 100 TUIR

Oneri di utilità sociale

1.   Le spese relative ad opere o servizi utilizzabili dalla generalità dei dipendenti o categorie di dipendenti volontariamente sostenute per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, sono deducibili per un ammontare complessivo non superiore al 5 per mille dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente risultante dalla dichiarazione dei redditi.

[…]

Pertanto, la prima categoria di spese che rientrano nella norma del welfare aziendale include le spese di:

  • educazione,
  • istruzione,
  • ricreazione,
  • assistenza sociale,
  • sanitaria,
  • culto,
  • sussiste un limite del 5 per mille paragonato alle spese dei dipendenti.

Ovviamente, potrebbe essere sempre tutto contestato in caso di controllo ma, comunque, già ci sono settori più definiti, in cui puoi sostenere dei costi aziendali a vantaggio dei dipendenti, senza che questi debbano pagare imposte o contributi nella busta paga per aver usufruito di un bene aziendale gratuitamente.

Qui, di seguito ti riporto, invece, ulteriori tipologie di spese che puoi sostenere a vantaggio dei dipendenti che rientrano nella categoria del welfare aziendale:

(Art. 51, comma 2, lettera a) del TUIR)

“i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a disposizioni di legge; i contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale”.

 

(Art. 51, comma 2, lettera d-bis) del TUIR)

“acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale del dipendente e dei familiari indicati nell’articolo 12 che si trovano nelle condizioni previste nel comma 2 del medesimo articolo 12”.

 

(Art. 51, comma 2, lettera f-bis) del TUIR)

”la fruizione, da parte di familiari, dei servizi di educazione, istruzione, anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari.”

 

(Art. 51, comma 2, lettera f-ter) del TUIR)

“le somme e le prestazioni erogate dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per la fruizione dei servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti.”

Ecco che, grazie a questi ulteriori commi, puoi individuare che il dipendente può avere il vantaggio del welfare aziendale in queste specifiche spese:

  • versamento di contributi previdenziali maggiori per conto dei dipendenti,
  • spese di trasporto,
  • frequenza di ludoteche,
  • frequenza di centri estivi e invernali,
  • per borse di studio a favore dei medesimi familiari,
  • servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali a favore dei medesimi familiari.

Ora che hai individuato l’ambito delle spese che possono entrare nel welfare è importante comprendere su quali aspetti devi stare attento.

 

Cose a cui stare attento quando utilizzi il welfare aziendale nella S.r.l.

Conoscere la legge è sicuramente importante, ma io penso che il passo successivo da fare sia quello di comprendere le cose a cui devi stare attento con il fine di utilizzare al meglio il welfare aziendale nella S.r.l., in modo che sia un reale strumento per tagliare le imposte ed i contributi.

Dunque ti condivido i seguenti punti:

  • Non sempre è specificato dalla legge cosa rientra nel welfare aziendale con precisione, perché riguarda tutto quello che va a beneficio della collettività dei dipendenti, quindi, in un certo senso sei sempre a rischio accertamento.
  • Non lo puoi utilizzare spudoratamente per attribuire bonus variabili sulle vendite ai dipendenti.
  • Se dovessi avere un conflitto con un dipendente, allora saresti obbligato a dargli, comunque, il welfare aziendale.
  • Devi attribuire dei beni specifici e non dei buoni con i quali si può acquistare qualcosa che può essere al di fuori delle spese che rientrano nel welfare aziendale. Se, per esempio, attribuissi una play station per attività di svago andrebbe bene, ma attribuire un buono di Amazon, a mio parere, di base non va bene, perché con il buono di Amazon puoi acquistare praticamente di tutto.
  • Sporadicamente ci possono essere degli incentivi temporanei, stabiliti dal governo, in ambito del welfare come, ad esempio, l’aumento del beneficio dell’erogazione liberale esente durante il corona virus e dei bonus benzina di euro 200,00 del 2022 dovuto alla guerra Ucraina/Russia.
  • Ricordati che devi offrire la possibilità del welfare aziendale a tutti i dipendenti, difficilmente puoi erogarlo solo ad uno di questi.
  • Ricordati che le spese possono essere sostenute dai familiari del dipendente.
  • Puoi utilizzare il welfare aziendale solo nei confronti dei dipendenti e non nei confronti degli altri collaboratori con partita Iva.
  • Ricordati che puoi prendere, inoltre, i rimborsi forfettari e chilometrici, oltre che il welfare aziendale.
  • Non puoi applicare questa norma agli amministratori, ma solo ai dipendenti.

 

Conclusioni

Grazie a questo articolo ora hai scoperto cos’è il welfare aziendale, in cosa si differenzia dal fringe benefit e come devi utilizzare questo strumento di Efficacia Fiscale nella S.r.l. per essere certo di usarlo nel pieno rispetto della legge tagliando imposte e contributi.

In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .

Ma non basta.

Devi, infatti, anche verificare di:

  1. produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
  2. avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
  3. utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.

Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).

Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.

Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.

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