Quali rimborsi spesa può avere il socio e l’amministratore senza compenso?

📌 Disclaimer: Le informazioni contenute in questo articolo sono di carattere generale, hanno finalità divulgative e non sostituiscono la consulenza professionale personalizzata. Puoi confrontarti con il tuo professionista di fiducia per valutare se queste strategie si applicano al tuo caso specifico, oppure prenotare una consulenza gratuita di 15 minuti con me al seguente link: https://efficaciafiscale.clickfunnels.com/optin-presa-appuntamento-175647253290 Per ulteriori dettagli scrivimi a: info@efficaciafiscale.com con oggetto “Contabilità Controllata”.

Ciao,

ti do il benvenuto in questa nuova circolare del blog di Efficacia Fiscale.

Questa settimana parleremo di un aspetto molto importante per te che stai pensando di utilizzare i rimborsi spese nella tua S.r.l. nel caso in cui tu sia un socio o un amministratore senza compenso.

Per quale motivo è di vitale importanza gestire in modo efficace i rimborsi spese?

Perché ti permettono di avere delle somme nel tuo conto corrente esente imposte e contributi.

Ma attenzione, devi farlo rispettando la legge.

Non devono essere uno strumento per prendere un compenso o utili evitando di pagare le imposte o i contributi.

Appena avrai finito di leggere questa circolare conoscerai quando utilizzare i rimborsi spese nel caso in cui tu sia socio e amministratore senza busta paga nel rispetto della legge.

Ti dico questo perché devi stare attento ad utilizzarli correttamente. Non sempre si possono utilizzare tutte e 3 le tipologie di rimborsi spese insieme.

Se i rimborsi venissero gestiti in maniera impropria l’Agenzia delle entrate potrebbe non riconoscerli validi e, pertanto, saresti soggetto non solo al versamento delle imposte non pagate ma anche a sanzioni ed interessi.

Quando sei un socio o amministratore senza compenso non puoi utilizzare tutte le tipologie di rimborso spese.

Può capitare che la S.r.l., soprattutto nei primi periodi di vita, non abbia abbastanza utili per poter concedere all’amministratore un compenso minimo.

In questo caso l’amministratore non ha diritto a tutte le tipologie di rimborsi spesa, ma solo ad alcune.

Nel caso in cui l’amministratore ed il socio lavoratore percepissero un compenso allora potrebbero beneficiare di ulteriori tipologie di rimborsi con conseguenti benefici fiscali.

Distinguere queste due situazioni ti permette di migliorare l’efficacia fiscale della tua S.r.l..

Avere una gestione fiscale efficace della propria S.r.l. è una tua responsabilità.

Potrai ottenere il massimo beneficio fiscale soltanto iniziando subito a mettere in pratica gli strumenti a tua disposizione. In questo modo potrai vedere i risultati già dalla prossima dichiarazione dei redditi.

Subito dopo aver terminato la lettura di questa circolare, sarai in grado di utilizzare tutti i rimborsi spesa nel modo giusto, nel momento giusto, nella quantità giusta e nel totale rispetto della legge, con o senza busta paga dell’amministratore o del socio.

Risparmiare le imposte, per te significa avere più soldi, che puoi spendere per migliorare quello che già possiedi.

Con questo non intendo dire che tutti i soldi risparmiati te li spendi in sesso, droga e rock and roll.

Risparmiare sul carico fiscale per te significa avere più denaro.

Soldi che puoi spendere per ricapitalizzare la tua S.r.l. per acquistare nuove attrezzature, acquisire nuovi collaboratori per rendere un servizio migliore, dare maggiori incentivi ai venditori per incrementare l’utile, permetterti di eliminare i clienti che ti pagano con margini minori o che pretendono un servizio senza voler pagare quanto da te pattuito, semplicemente accedere alla migliore formazione per la tua azienda.

Inoltre avere più soldi ti permette di essere un compagno o marito migliore. Evitando che la tua compagna vada via da un altro che le possa garantire un futuro migliore portandovi via anche i figli.

Nello stesso modo, avere più soldi per te significa che puoi garantire un futuro migliore ai tuoi figli permettendogli di accedere alla formazione migliore ed a tutta l’assistenza sanitaria e cure mediche di cui hanno bisogno.

Ti dico tutto questo perché da più di due anni faccio consulenze specifiche per gli imprenditori che vogliono gestire la propria azienda con una S.r.l. e mi sono accorto di 2 cose importanti:

  1. i rimborsi spesa sono lo strumento più immediato e veloce per ridurre le imposte con questa forma giuridica,
  2. troppo spesso questo strumento viene utilizzato in modo sbagliato, cosa che annullerebbe tutto il beneficio fiscale, senza poi considerare l’aggiunta di sanzioni e interessi.

Prima descriverò le tipologie di rimborso spese previste dalla legge, successivamente ti lascio una procedura che puoi utilizzare tutte le volte che sei un socio o amministratore senza compenso.

Ora bando alle ciance e iniziamo ad entrare nel vivo della circolare, let’s go…

 

Le 4 tipologie di rimborsi spesa della S.r.l.

I rimborsi si suddividono essenzialmente in 4 categorie (tecnicamente sarebbero 3):

1) rimborso analitico;

2) rimborso chilometrico;

3) rimborso forfettario;

4) rimborso misto.

1) Il rimborso analitico consiste nella remunerazione al socio lavoratore/amministratore/dipendente delle spese sostenute basandosi esclusivamente sui documenti che attestano le spese inerenti la trasferta.

Esempio: Se degli imprenditori effettuassero una trasferta al di fuori del comune in cui ha sede la società, e si recassero da Parma a Bologna, avrebbero diritto al rimborso dell’autostrada e delle altre spese sostenute, come quelle di vitto e alloggio, purché siano documentate e richieste dal socio/amministratore della società.

2) Il rimborso chilometrico, invece, serve a rimborsare esclusivamente i chilometri percorsi per raggiungere il luogo di destinazione della trasferta.

Il calcolo dell’importo da rimborsare viene effettuato basandosi sui valori dei rimborsi chilometrici espressi dalle tabelle ACI.

Esempio: Quante volte utilizzi la tua macchina per un motivo collegato al tuo business?

Se tu avessi un’Alfa Mito 77 CV otterresti un rimborso chilometrico di euro 0,4622 (grazie alle tabelle Aci).

Questo significa che se tu dovessi fare 10 trasferte in un mese, su una distanza di 50 chilometri (solo andata), tu riceveresti 0,4622 x 50 x 2 x 10 = 462,20 euro esente imposte ed esente contributi. Che in un anno corrispondono a Euro 5.546,40.

Molti soci/amministratori, quando utilizzano il rimborso chilometrico, si accorgono che questo rimborso è più alto rispetto all’effettivo costo del carburante.

Perché?

Questo avviene semplicemente perché i quozienti riportati nelle tabelle ACI tengono conto del costo del carburante, ma anche di molti altri costi, come ad esempio la manutenzione ordinaria e straordinaria della vettura, l’assicurazione e una quota di ammortamento del veicolo (ossia una quota di consumo dello stesso).

Pertanto, indipendentemente dal tipo di auto che utilizzi, riceverai un rimborso in denaro superiore alla spesa effettivamente sostenuta per il carburante.

Questo è un metodo che permette al socio/amministratore di prendere compensi in modo sano e avere i soldi direttamente nel conto corrente senza dover pagare imposte e contributi.

È importante, però, che questo metodo venga utilizzato all’interno dei parametri di legge, quindi dovrai rispettare almeno queste due regole: la trasferta deve essere “vera” e “documentata”.

Il rispetto di queste semplici regole ti permetterà di evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate.

A questo punto la domanda che il socio/amministratore può fare è:

“Dato che la nostra azienda è ancora agli inizi e non abbiamo una busta paga come amministratori, possiamo comunque utilizzare il rimborso chilometrico?”.

La risposta è: “certamente!”

Il rimborso chilometrico, così come il rimborso analitico può essere pagato anche in assenza di busta paga.

3) Il rimborso forfettario può essere pagato solo in presenza di una busta paga e prevede un rimborso spesa “fisso” di € 46,48 per il fatto che l’amministratore ha fatto una trasferta.

Questo tipo di rimborso copre le spese di vitto, alloggio e, essendo una quota fissa, ti permetterà di avere un guadagno se le spese effettivamente sostenute durante la trasferta saranno inferiori a € 46,48.

Esempio: se tu avessi la sede della tua S.r.l. a Padova e dovessi fare una trasferta a Brescia per un motivo aziendale, tu avresti diritto a ricevere nella busta paga euro 46,48 esente imposte ed esente contributi come rimborso sostitutivo delle spese di vitto e alloggio.

Ora al socio/amministratore sorge un’ulteriore quesito:

“Ma posso utilizzare contemporaneamente tutte queste tre tipologie di rimborso?”

La risposta è sì.

Come ho detto in precedenza, il rimborso forfettario rimborsa esclusivamente le spese di vitto e alloggio.

Quindi per la stessa trasferta potrai richiedere il rimborso forfettario, il rimborso chilometrico e il rimborso analitico per le spese di trasporto (ad esempio l’Autostrada), ma senza farti rimborsare analiticamente le spese del vitto e dell’alloggio.

L’unica cosa da tenere presente è che, nel caso in cui vengano rimborsati analiticamente il vitto (esempio ristoranti) oppure l’alloggio (quindi l’hotel), il rimborso forfettario diminuisce progressivamente di un terzo.

Se ti fai rimborsare in modo analitico sia le spese del ristorante sia le spese dell’hotel il rimborso forfettario diminuisce di due terzi.

Ti faccio un esempio:

Se il socio/amministratore effettuasse una trasferta di un giorno (andata e ritorno nello stesso giorno), avrebbe diritto al rimborso chilometrico per i chilometri percorsi, al rimborso forfettario fisso di € 46,48 e al rimborso analitico delle spese di trasporto, come ad esempio l’autostrada.

Solo nel caso in cui durante la trasferta il socio/amministratore si faccia rimborsare tutte le spese di vitto o alloggio, allora il rimborso forfettario sarebbe diminuito di un terzo (sarebbe diminuito di due terzi nel momento in cui si facesse rimborsare il vitto e l’alloggio).

E quindi è normale che tu ti chieda…

“Ma il rimborso analitico delle spese diminuisce il rimborso delle spese forfettarie, giusto?”

E la risposta è…dipende da quale spesa ti fai rimborsare.

Il rimborso delle spese dei ristoranti e dell’hotel diminuiscono il rimborso forfettario giornaliero, mentre il rimborso delle spese di trasporto, come ad esempio l’autostrada, non diminuiscono il rimborso forfettario.

4) Il rimborso misto, come dice la parola, è un rimborso che comprende due tipologie di spesa.

Infatti il rimborso misto comprende sia il rimborso forfettario che il rimborso analitico di vitto o alloggio.

Se ti fai rimborsare il vitto, ossia alimenti e ristoranti, in modo analitico, allora il rimborso forfettario è ridotto di un terzo. Quindi il rimborso forfettario è diminuito da € 46,48 a € 30,98.

Se ti fai rimborsare l’alloggio, ossia l’hotel, in modo analitico, allora il rimborso forfettario è ridotto di un terzo. Quindi il rimborso forfettario è diminuito € 46,48 a € 30,98.

Se ti fai rimborsare in modo analitico il vitto e l’alloggio, ossia ti fai rimborsare le spese del ristorante e l’hotel, allora il rimborso forfettario è ridotto di due terzi. Quindi il rimborso forfettario è diminuito da € 46,48 a € 15,49.

Nota bene: Per le trasferte fatte all’estero, il rimborso giornaliero è di € 77,46.

Esempio: se il socio/amministratore fa una trasferta fuori dal comune della sede, per un motivo aziendale e dovesse spendere al ristorante o per l’hotel più di € 15,49, allora gli converrebbe farsi rimborsare le spese analiticamente e ottenere ugualmente il restante di € 15,49 a titolo di rimborso forfettario.

È importante sapere quali tipi di rimborsi possono essere utilizzati in presenza di una busta paga o in assenza di essa.

Ti dico questo perché se non hai la busta paga puoi utilizzare solo alcuni dei i rimborsi spese.

 

Ma puoi utilizzare sempre tutte le tipologie di rimborsi spese anche senza busta paga?

La risposta è no.

Infatti le tipologie di rimborso spese che puoi utilizzare come socio lavoratore o amministratore senza busta paga, sono limitate al rimborso analitico ed a quello chilometrico.

Solo nel caso in cui il socio lavoratore e l’amministratore abbiano una busta paga possono accedere anche al rimborso forfettario.

Nota bene: i rimborsi spese devono essere utilizzati se sono veri e non come strumento per prendere compensi esenti imposte e contributi.

Ecco perché il rimborso forfettario si può utilizzare solo con la busta paga

Un cliente che ha acquistato una mia consulenza e il libro “Come ridurre le imposte della S.r.l“ mi ha chiesto: mi puoi dare dei documenti per dimostrare che i rimborsi spese forfettarie si possono utilizzare solo con la busta paga?”.

Così ho fatto una ricerca che mi ha permesso di mostrargli perché il rimborso forfettario si può utilizzare solo con la busta paga.

Il primo documento da esaminare è l’interpello n.27/2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il quale afferma, in sintesi, che tutti i rimborsi spese sono validi se sono indicati nel libro unico del lavoro.

In sintesi, il libro unico del lavoro è il riepilogo delle buste paghe di una S.r.l..

Quindi, questo significa che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali vuole che tutti i rimborsi spese, per essere validi, siano riportati nelle buste paghe mensili e, ovviamente, supportati dai relativi prospetti utili al riconoscimento fiscale del rimborso.

Questa è la domanda che è stata fatta nell’Interpello:

“Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati ha avanzato istanza di interpello per conoscere il parere di questa Direzione in merito alla possibilità di omettere la registrazione nel Libro Unico del Lavoro dei rimborsi spese, comunque documentati, percepiti dagli Amministratori ai quali non viene conferito alcun compenso.”

In poche parole hanno chiesto se gli amministratori senza compenso, quindi senza busta paga, possono richiedere i rimborsi spesa.

“La circolare n. 20/2008 di questo Ministero ha comunque precisato che “vanno esclusi dalla registrazione nel Libro Unico del Lavoro tutti quei soggetti che svolgano tali attività in forma professionale o imprenditoriale autonoma, quali, a titolo esemplificativo (…) amministratori, sindaci e componenti collegi e commissioni, i cui compensi sono attratti nei redditi di natura professionale”.”

In questa parte si sottolinea che l’amministratore titolare di partita iva con cui esercita la medesima attività della S.r.l., non può ricevere compensi tramite busta paga ma devono essere fatturati nella partita iva dell’amministratore che è un professionista che svolge la stessa attività della società.

Tutto ciò ha conseguenze molto importanti, in quanto l’amministratore senza busta non potrebbero accedere a nessun rimborso spese perché tutti questi dovrebbero essere fatturati nella propria partita iva.

“Con riguardo ai rimborsi spese da documentare nel Libro Unico del Lavoro ai sensi dell’art. 39, comma 2 del D.L. n. 112/2008, si precisa che devono essere effettuate le annotazioni relative ai rimborsi spese anche se fiscalmente e contributivamente esenti, ovvero di tutte quelle somme sostenute dal lavoratore in occasione dello svolgimento della propria prestazione lavorativa nell’interesse esclusivo del datore di lavoro ed aventi, per questo motivo, un profilo strettamente restitutorio (rimborsi a piè di lista o alte spese rimborsabili fino all’importo massimo di € 15,49).”

“Ciò significa che devono essere indicate le somme da rimborsare, sia forfettariamente che su base di indicazione analitica (note spese o rimborsi chilometrici), con esclusione, quindi, di tutti i rimborsi che si riferiscono a documenti intestati direttamente all’azienda (quali, ad esempio, fatture per spese sostenute dal lavoratore in nome e per conto dell’azienda o carte carburanti).

Leggendo la risposta dell’interpello n.27/2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sembrerebbe che tutti i rimborsi spese, ossia quelli analitici, forfettari e chilometrici, debbano essere presenti sulla busta paga.

Quindi abbiamo due strade:

a) La prima prevede di dover fare una busta paga anche senza compenso ma in cui ci sono solo i rimborsi spesa;

b) la seconda prevede di poter utilizzare i rimborsi spese solo nel momento in cui l’amministratore e il socio possano avere una busta paga.

L’Amministratore la può avere tutte le volte che gli è attribuito un compenso, cosa relativamente veloce e semplice. Mentre per il socio è un po’ più complesso, in quanto per avere una busta paga, il socio dovrebbe lavorare sotto le direttive di un amministratore.

Di certo fare una busta paga all’amministratore o al socio con solo il rimborso spese analitico, il rimborso chilometrico o quello forfettario è alquanto inusuale e si tende ad erogare i rimborsi spese (per lo meno quello forfettario) solo nel caso in cui l’amministratore o socio abbia diritto ad una busta paga.

Senza poi considerare che l’utilizzo eccessivo del rimborso forfettario senza avere un compenso (anche se è stato inserito in una busta paga) potrebbe essere ugualmente contestato dall’Agenzia delle Entrate per una sorta di abuso del diritto.

Ossia l’Agenzia delle Entrate non vuole che si utilizzino artifizi legali con l’unico scopo di pagare meno imposte.  In questo caso specifico, l’Agenzia delle Entrate non vuole che si utilizzino i rimborsi forfettari solo come strumento per distribuirsi utili (o compensi) evitando di pagare imposte e contributi.

Tutto questo ha portato ad attribuire il rimborso forfettario nel momento in cui c’è una busta paga, o in tutti i casi, il rimborso forfettario sarebbe più facilmente attribuibile nel caso in cui ci fosse un vero compenso con busta paga, mentre risulterebbe più complesso attribuire dei rimborsi spese in una busta paga senza compenso. Tutti questo per avere più armi di difesa contro eventuali contestazioni da parte del funzionario dell’Agenzia delle Entrate.

Questo interpello era specifico per gli amministratori.

Ma quindi che dire dei soci lavoratori senza busta paga?

In questo caso possono prendere dei rimborsi chilometrici e analitici in base a specifiche disposizioni fiscali, ne parlerò nel prossimo capitolo…

 

I soci lavoratori e gli amministratori possono ricevere i rimborsi chilometrici e quelli analitici senza una busta paga? – Circolare n. 6 del 30 marzo 2009

Da quanto detto sopra pare che i rimborsi chilometrici e forfettari possano essere percepiti solo da coloro che hanno una busta paga.

Ma a convalidare il possibile utilizzo del rimborso chilometrico e analitico da parte del socio e dell’amministratore ci viene in aiuto una circolare dell’Agenzia delle Entrate.

Stiamo parlando della Circolare n. 6 del 30 marzo 2009 in cui viene data risposta alla domanda posta da un contribuente.

Domanda: “Come devono essere trattati, ai fini delle imposte dirette, i rimborsi spese dei soci di una S.n.c. (o altra società di persone) relativi alle trasferte da essi effettuati? Si possono equiparare ai rimborsi dei dipendenti?

Risposta: “L’articolo 95, comma 3, del Tuir trova applicazione solo con riferimento alle spese di vitto e alloggio sostenute per le trasferte effettuate dai dipendenti e dai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.

Le spese sostenute dalla società per le trasferte effettuate dai soci possono, invece, essere portate in deduzione secondo il generale principio di inerenza che sottende alla determinazione del reddito di impresa.

In relazione alle spese per prestazioni alberghiere e somministrazioni di alimenti e bevande opera, inoltre, la previsione normativa dettata dall’articolo 109, comma 5, del Tuir che limita la deducibilità di tali costi al 75 per cento del loro ammontare.”

Grazie a questa circolare l’Agenzia delle Entrate afferma che le spese effettuate dai soci sono deducibili dal reddito della società purché queste siano inerenti.

Quindi è vero che un socio difficilmente possa avere una busta paga nella quale inserire i rimborsi spese, ma è anche vero che il socio può utilizzare i rimborsi spesa e che la società li può dedurre.

Il sostenimento di spese inerenti l’attività da parte del socio (anche se non dipendente, né amministratore né collaboratore) è un caso che capita con particolare frequenza e che è stato oggetto della circolare Agenzia delle Entrate n. 6 del 30 marzo 2009 in cui si legge: “Le spese sostenute dalla società per le trasferte effettuate dai soci possono essere dedotte secondo il generale principio di inerenza che sottende alla determinazione del reddito di impresa”, ricomprendendo, quindi, anche il rimborso chilometrico dei dipendenti e dei soci.

Quindi potrebbe essere riconosciuto valido l’importo del rimborso del carburante delle tabelle Aci, in quanto queste sono considerate come rimborso anche per i dipendenti ed i collaboratori senza che questo sia per loro un compenso, in quanto il rimborso chilometrico è il rimborso delle spese sostenute per la trasferta del dipendente.

Ciò che conta è che la spesa sostenuta dal socio sia inerente l’attività di impresa. Solo nel caso in cui venga rispettato il principio di inerenza la spesa potrà essere dedotta. Questo anche nel caso in cui la spesa non sia stata sostenuta da un amministratore o da un dipendente bensì da un socio non dipendente.

 

La procedura che faccio seguire nel mio studio:

1. tutti i rimborsi spese dell’amministratore li faccio transitare nella busta paga (e quindi anche nel libro unico del lavoro) per fargli avere maggiore riconoscimento anche da parte della normativa del lavoro. Tutti i rimborsi spese, anche ove non ci fosse il compenso. All’amministratore, ove è possibile, consiglio di far fare un cedolino busta paga anche nel caso in cui avesse solo il rimborso analitico e chilometrico, ma non andrei ad inserire i rimborsi forfettari senza un compenso attribuito.

2. all’amministratore (come anche per il socio con busta paga), applico il rimborso forfettario solo nel caso ci sia un compenso, perché in questo modo proteggo il rimborso forfettario dalla possibile accusa di utilizzare il rimborso forfettario come metodo per distribuirsi gli utili o i compensi senza pagare le imposte (valuta sempre di utilizzare anche il trattamento di fine mandato);

3. al socio senza busta paga gli attribuisco solo il rimborso analitico o chilometrico, in quanto le trasferte chilometriche sono calcolate in base alle tabelle Aci, che servono appositamente per rimborsare le spese sostenute da chi fa la trasferta e non sono considerate un mero guadagno da chi ne beneficia (similmente a quanto succede ai dipendenti con una busta paga).

4. per ogni amministratore o socio che riceve i rimborsi spese, in tutti i casi, per sicurezza, faccio fare anche una certificazione annuale dei compensi (quello che una volta si chiamava Cud), in modo da dare maggiori comunicazioni dei rimborsi ricevuti evitando anche la ben che minima contestazione.

Ricordati anche che per i viaggi all’interno del comune, sia la trasferta sia l’eventualmente indennità chilometrica concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, quindi da tassare in capo all’utilizzatore.

 

Conclusioni

Grazie alle informazioni che hai ottenuto in questa circolare, sai quali rimborsi puoi richiedere alla tua S.r.l. nel caso in cui tu sia socio e amministratore senza busta paga.

Questo ti permetterà di gestire più efficacemente il vostro carico fiscale.

Vuoi approfondire questo o altri temi?

👉 Iscriviti al blog Efficacia Fiscale: in questo modo sarai sempre informato appena pubblicherò un nuovo articolo.

🎙 Seguimi anche su YouTube, dove ogni settimana analizziamo strumenti e strategie per migliorare l’organizzazione fiscale e prevenire rischi d’impresa.

In tutti i casi in cui hai un’attività imprenditoriale, sappi che scegliere di utilizzare una S.r.l. può offrirti maggiori possibilità di pianificazione fiscale, protezione patrimoniale e organizzazione strategica rispetto ad altre forme giuridiche.

La normativa italiana prevede specifici strumenti di risparmio fiscale applicabili alle S.r.l., e in certi scenari, se ben gestiti, questi strumenti possono contribuire a contenere il carico tributario in modo significativo.

In molti casi, un’impresa individuale può trovarsi a sostenere un carico tributario complessivo piuttosto elevato, considerando imposte dirette, contributi previdenziali e addizionali locali.

Al contrario, una S.r.l. ben strutturata e gestita con attenzione può beneficiare di un’imposizione più contenuta, grazie all’uso combinato di strumenti di pianificazione fiscale previsti dalla normativa.

Naturalmente, ogni situazione va valutata in base a variabili come utile, liquidità, struttura dei compensi, regime fiscale adottato e obiettivi imprenditoriali.

La Contabilità Controllata, ad esempio, è un metodo operativo che permette di monitorare con continuità i numeri della tua S.r.l., aiutandoti a individuare margini di ottimizzazione e a gestire con consapevolezza le decisioni economiche e fiscali.

Non si tratta di una formula magica, ma di un approccio basato sull’analisi dei dati e sulla coerenza delle scelte imprenditoriali.

Se stai valutando soluzioni per la gestione fiscale di una S.r.l., ricorda che le scelte più efficaci dipendono da variabili specifiche: dimensioni aziendali, utili, liquidità, regime fiscale e obiettivi di lungo periodo.

La normativa offre strumenti di ottimizzazione previsti dalla legge, ma la loro applicazione va sempre calibrata sulla tua situazione.

RICORDA CHE:

Le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo divulgativo e non sostituiscono una consulenza fiscale personalizzata.

Scrivimi a info@efficaciafiscale.com con oggetto “Contabilità Controllata” per maggiori dettagli.

Vuoi ridurre le imposte della tua S.r.l.?

Segui questi passi:
Scarica il manuale gratuito con oltre 94 strategie fiscali.
Prenota uno screening fiscale gratuito di 15 minuti:

[clicca qui]: https://www.contabilitacontrollata.com/3-schedule-page-1?cf_uvid=15d09e48fe88d17e50d696a1d9da9fcd
⿣ Acquista il libro “Come ridurre le imposte della S.r.l.”  cliccando su questo link: https://www.contabilitacontrollata.com/optinf1whvr6y

📞 Per domande o osservazioni, lascia un commento all’articolo o scrivici direttamente.

16 commenti
  1. Roberto
    Roberto dice:

    Salve..riguardo l’articolo ci sono situazioni che non mi sono chiare quindi chiedo:
    Un amministratore e socio unico srl settore commercio che abita ipotizziamo a Forli.
    Amministra la propria srl che ha sede legale a Firenze.
    La srl ha diversi punti vendita in zone tipo Rimini e Ravenna .
    L’amministratore ,dalla sua abitazione si reca abitualmente per svolgere le proprie mansioni non nella sede legale ma in uno o più punti vendita ha diritto all’indennità di trasferta ? I rimborsi chilometrici da dove vengono calcolati?
    Grazie

    Rispondi
  2. Giuseppe Floris
    Giuseppe Floris dice:

    Buona sera. Sono socio.di una LTD maltese dalla quale ottengo significativi rimborsi spese come socio. Questi rimborsi spese (analtico, chilometrico e forfettario) sono approvati dai soci e certificati da un audit finanziario a fronte della legislazione Maltese e comunque riportati nel bilancio approvato ogni anno. Volevo sapere se l’agenzia delle entrate potrebbe elevarmi delle contestazioni. Ergo potrebbe imporre di applicare la legislazione italiana interpretando questi come emolumenti e quindi soggetti a tassazione.

    Rispondi
    • Redazione
      Redazione dice:

      Ciao Giuseppe, mi devi fornire maggiori informazioni. Fammi capire, la LTD maltese ha una stabile organizzazione in Italia ed eroga a te i rimborsi spesa? Te lo chiedo perchè i rimborsi spese degli altri paesi hanno una norma fiscale che appartiene a quel specifico paese (e non del fisco italiano)

      Rispondi
  3. Karina
    Karina dice:

    Scusa Simone ma non si possono pagare con bonifici e giustificativi i rimborsi analitici e chilometrici anche fuori busta paga? Tanto è tutto tracciato non mi pare sia obbligatorio per legge metterli nel cedolino anche se l amministratore ha busta paga, no?

    Rispondi
    • Redazione
      Redazione dice:

      Ciao Karina, ottima domanda. Puoi dedurre dal costo della S.r.l. i rimborsi chilometrici e analitici senza busta paga. Questo per un principio di inerenza del costo aziendale. Dal lato dell’amministratore/dipendente che percepisce i soldi, il ministero del lavoro, con una circolare del 2010 (di cui ho già fatto un articolo specifico), ha affermato che un amministratore per poter avere questi rimborsi esente imposte ed esente contributi devono passare nel libro unico del lavoro (ossia un amministratore per poter avere i rimborsi esenti imposte e contributi dovrebbe farli transitare in una busta paga anche senza compenso). Posso capire che sia tecnicamente complesso, quindi io faccio in questo modo: i rimborsi forfettari, nel quale c’è una maggiore speculazione fiscale, li faccio percepire ai miei clienti solo quando hanno un compenso da amministratore. Mentre i rimborsi chilometrici e analitici, siccome c’è meno speculazione fiscali, li faccio transitare all’amministratore anche senza busta paga. Non so se sono stato chiaro, in ambito fiscale ci sono molti particolari da scoprire. Scrivimi pure se vuoi ulteriori informazioni.

      Rispondi
    • Redazione
      Redazione dice:

      Ciao Vincenzo, non c’è un limite di chilometri all’anno, ma c’è un limiti di “cavalli fiscali” che il fisco ti riconosce fiscalmente deducibili

      Rispondi
  4. Antonello
    Antonello dice:

    Buongiorno,
    complimenti per l’articolo …
    stavo giusto cercando informazioni per il discorso dell’indennità trasferta di socio/amministratori.
    Ho un solo dubbio, quando si parla di indennità di trasferta … cosa significa tecnicamente?
    ok, devo recarmi fuori dal comune ma deve durare per N ore ? … se vado da un cliente per 2 ore è sempre trasferta ?
    grazie e mi interessa anche il suo libro
    Antonello

    Rispondi
    • Redazione
      Redazione dice:

      Ciao Antonello, ti ringrazio per il tuo apprezzamento. Come trasferta si intende quando l’amministratore (o il socio) vanno al di fuori del comune ove c’è la loro sede abituale di lavoro, che in genere corrisponde con la sede della S.r.l. .Scrivimi se hai bisogno di ulteriori informazioni.

      Rispondi
  5. Agostino
    Agostino dice:

    io in realtà non ho capito bene l’articolo…sono socio unico e amministratore di una srls e percepisco il compenso Amministratore A50 dpr 917 e il commercialista dice che non mi spetta alcun rimborso anche se lavoro tutti i giorni fuori comune ..l’unico rimborso che mi spetta a detta sua è il rimborso chilometrico da tabella aci.

    Rispondi
    • Redazione
      Redazione dice:

      Ciao Agostino, se fai una trasferta ti confermo che puoi benissimo prendere il rimborso forfettario (e anche il rimborso chilometrico)

      Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *