Sai trasformare i rimborsi forfettari della S.r.l. in un compenso esente tributi per l’imprenditore?

Ti do il benvenuto in questo articolo di Efficacia Fiscale per affrontare un argomento che tratto spesso con i miei clienti: il rimborso forfettario.

È sicuramente uno degli argomenti più gettonati e capita spesso che i clienti mi chiamino per chiedermi “Simone, cos’è il rimborso forfettario? Ne ho diritto? Cosa devo fare per averlo”?

Prima di addentrarmi nell’argomento, faccio una breve presentazione di chi sono, cosa faccio e dove voglio arrivare con questi articoli e con i video che pubblico sul mio canale YouTube “Commercialista Calisti”.

Qual è il mio scopo di questo blog e del mio canale YouTube? È farti risparmiare imposte e contributi nella quantità maggiore possibile grazie alle leggi fiscali messe a disposizione per le S.r.l. . Meno paghi di imposte e più soldi avrai per te. Questo è semplice e chiaro.

Mi chiamo Simone, sono un commercialista che, dopo anni di studio, di praticantato e di esercizio della professione è giunto alla conclusione che la S.r.l. è la migliore forma giuridica per noi imprenditori che non siamo una multinazionale.

Prima di arrivare a questa conclusione ho dedicato parecchio tempo ad informarmi, a confrontare le varie forme giuridiche ed i vari tipi di contabilità e, ora che ho imparato ad orientarmi con destrezza nella selva (talvolta oscura) di norme, circolari, sentenze di vario grado, risposte ad interpelli ed ogni forma ufficiale con cui gli Enti comunicano, ho deciso di condividere con te i risultati delle mie ricerche.

Ricerche in continuo svolgimento visto che lo Stato produce norme pressoché ogni giorno tanto quanto una fornace.

Ho uno Studio fisico, a Rimini, ed uno Studio virtuale in cui ricevo clienti da ogni parte d’Italia (e non solo) che si trovano a proprio agio nel rapportarsi on line con me e con i miei collaboratori.

Anche i miei collaboratori, infatti, lavorano on line. In smartworking, come si ama dire attualmente.

Utilizziamo questa formula da anni, a partire dal 2016, e l’emergenza COVID19, da questo punto di vista, non ci ha minimamente toccati.

I miei articoli, i miei video, il mio lavoro sono rivolti a questa tipologia di cliente. L’imprenditore curioso, che vuole sapere e capire. Che è interessato a condurre un business in modo sano tramite la propria S.r.l., arricchendosi anche tramite il risparmio fiscale, senza evadere, senza fare “il nero”, senza ricorrere a mille trucchi ai limiti della legalità.

Non sono un accademico che riporta il testo delle norme, il mio obbiettivo è farmi capire dagli imprenditori.

Non sono un marketer che guadagna vendendo il “prodotto S.r.l” a tutti costi anche quando non ti serve.

Sono un commercialista che lavora gomito a gomito con gli imprenditori che hanno una S.r.l. per aiutarli a far decollare e mantenere in volo il loro business grazie alla comprensione delle loro esigenze.

Una di queste esigenze è proprio risparmiare, il più possibile, imposte e contributi nel massimo rispetto della legge utilizzando le norme fiscali specifiche messe a disposizione delle S.r.l. .

Cosa che otterrai anche attraverso i rimborsi spese forfettari, come ti spiegherò a breve non appena avrò terminato questa breve presentazione parlandoti dei due pilastri su cui si fonda il mio Studio: la Contabilità Controllata mensile e l’Efficacia Fiscale.

La Contabilità Controllata mensile ha lo scopo di assicurare a te, imprenditore, che i numeri del bilancio della tua S.r.l. sono aggiornati mensilmente, che il bilancio rispecchia perfettamente la realtà e puoi tranquillamente leggere, con l’aiuto del tuo commercialista, gli indici in modo da indirizzare il tuo business nella giusta direzione. Per esempio tagliando i rami secchi o investendo sulle attività che fanno presagire un buon margine di guadagno.

I numeri del bilancio sono il migliore alleato della tua S.r.l nella guerra per il successo a due condizioni: che sia aggiornati ogni mese e che tu lo sappia leggere. In entrambe le condizioni il commercialista ha un ruolo fondamentale.

Per questo, quando lo scegli, devi assicurarti che ti assista in queste fasi strategiche.

L’Efficacia Fiscale è finalizzata a far risparmiare all’imprenditore il più possibile le imposte e contributi grazie alle norme fiscali messe a disposizioni per le S.r.l. .

Lo Stato prevede dei “bonus” specifici per le S.r.l., degli strumenti che, se ben utilizzati, quando ci sono i presupposti, nella giusta misura e nel momento opportuno, consentono di ridurre considerevolmente il carico fiscale e contributivo, nel massimo rispetto della legge (anzi, direi grazie alla legge).

Tagliare le imposte ed i contributi significa per te aumentare gli utili, e quindi i soldi, a tua disposizione utilizzando la legge.

Uno di questi strumenti di risparmio è proprio il rimborso forfettario di cui, giuro, parlerò a brevissimo non prima, però, di averti descritto ancora uno degli aspetti positivi dei pilastri su cui ho voluto fondare il mio Studio.

Sto parlando della procedura della Contabilità Controllata, che è un mio specifico meccanismo che mi permette di essere certo che tutti gli imprenditori disciplinati possano, ogni anno, avere più soldi rispetto alle loro spese grazie al controllo mensile dei numeri del bilancio della loro S.r.l. .

La Contabilità Controllata e l’Efficacia Fiscale consentono la pianificazione fiscale ossia la determinazione di quanto si andrà a versare per imposte e contributi con netto anticipo rispetto a quando si dovrà versare.

Il che consente di determinare il budget disponibile per gli investimenti e, soprattutto, di non essere colto alla sprovvista dai temutissimi F24 (il modello F24 è il modulo con cui si pagano materialmente le imposte ed i contributi, un po’ come se fosse un bollettino postale) che rovinano le ferie a tanti imprenditori.

Cosa potrai ottenere tramite la Contabilità Controllata mensile e la corretta applicazione degli strumenti di Efficacia Fiscale?

Otterrai più soldi.

Otterrai più soldi e con questi potrai:

– avvalerti di validi collaboratori cui non avrai timore ad affidare parte dei tuoi incarichi, in modo da avere più tempo per te stesso, per le persone che ami e per nuovi business;

– fare regali (anche di pregio) alla tua compagna, ai tuoi figli, a chi ti vuole bene e avrai il tempo per assaporare le loro reazioni;

– dedicarti alle cose che ti piacciono e che hai sempre trascurato perché troppo impegnato a cercare di quadrare la situazione finanziaria, a fare chiarezza, a guadagnare per pagare le imposte;

– assicurare i migliori corsi di studio ai tuoi figli e le migliori cure mediche a te stesso e alle persone che ti sono care in caso di necessità.

E molto altro. Compreso il dormire sonni tranquilli, l’avere il controllo del tuo umore, non essere vittima dello stress che colpisce chi ha la sensazione di non avere in pugno la situazione e godere dell’invidia che provocherai in chi ti sottovalutava.

Sei pronto ad ottenere tutto questo tramite la tua S.r.l. e grazie (anche) ai rimborsi forfetari?

Bando alle ciance, let’s go…

 

Quanti tipi di rimborsi spesa ci sono?

Prima di entrare nello specifico sul come utilizzare al meglio il rimborso forfettario in modo che questo sia per te un vero compenso esente imposte e contributi è importante comprendere quali tipologie di rimborsi spese può avere un imprenditore con una S.r.l. .

I rimborsi si suddividono essenzialmente in tre categorie:

1) rimborso analitico;

2) rimborso chilometrico;

3) rimborso forfettario.

 

1) Il rimborso analitico consiste nella remunerazione delle spese sostenute basandosi esclusivamente sui documenti che attestano le suddette spese.

Ti faccio un esempio.

Se l’imprenditore effettua una trasferta al di fuori del comune in cui ha sede la società, per esempio a Rimini, e si reca a Bologna per un motivo aziendale, avrebbero diritto al rimborso dell’autostrada.

Rimborso che l’imprenditore chiede alla S.r.l. utilizzando un rimborso analitico, ed è quantificato in base ai documenti giustificativi dei costi sostenuti.

 

2) Il rimborso chilometrico, invece, serve a rimborsare l’imprenditore esclusivamente per i chilometri percorsi per raggiungere il luogo di destinazione della trasferta e tornare indietro.

Il calcolo dell’importo da rimborsare viene effettuato basandosi sui valori dei rimborsi chilometrici espressi dalle tabelle ACI (considerando anche i limiti fiscali in funzione dei cavalli fiscali e dei chilometri medi annuali impiegati dall’auto).

Se hai utilizzato questo strumento di risparmio fiscale ti sarai di certo accorto che questo rimborso chilometrico è più alto rispetto all’effettivo costo del carburante.

Perché?

Questo avviene semplicemente perché i quozienti riportati nelle tabelle ACI non tengono conto solamente del costo del carburante, ma anche di molti altri costi, come ad esempio la manutenzione ordinaria e straordinaria della vettura, l’assicurazione e una quota di ammortamento del veicolo.

Pertanto, indipendentemente dal tipo di auto che utilizzi, riceverai un rimborso superiore alla spesa effettivamente sostenuta per il carburante.

Questo è un metodo che ti permette di prendere compensi in modo sano e avere i soldi direttamente in conto corrente della S.r.l. senza dover pagare imposte e contributi.

È importante, però, che questo metodo venga utilizzato all’interno dei parametri di legge, quindi dovrai rispettare almeno queste due regole: la trasferta deve essere “vera” e “documentata”.

Il rispetto di queste semplici regole ti permetterà di evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate.

A questo punto un imprenditore che ha appena costituto una S.r.l. potrebbe chiedersi:

“Dato che l’imprenditore non ha attivato una busta paga come amministratore della S.r.l., può comunque utilizzare il rimborso chilometrico?”.

La risposta è: “certamente!” Il rimborso chilometrico, così come il rimborso analitico può essere pagato anche in assenza di busta paga.

3) Il rimborso forfettario (oggetto di questa circolare) può essere pagato solo in presenza di una busta paga e prevede un rimborso spesa “fisso” di euro 46,48 per il fatto che l’amministratore ha fatto una trasferta (se la trasferta fosse all’estero allora il rimborso forfettario aumenterebbe ad euro 77,47).

Questo tipo di rimborso copre le spese di vitto, alloggio e, essendo una quota fissa, ti permetterà di avere un guadagno se le spese effettivamente sostenute durante la trasferta saranno inferiori a euro 46,48.

A dirti il vero, oltre a queste tipologie di rimborso c’è anche il rimborso definito “misto”, che, come dice la parola è un misto tra il rimborso forfettario ed il rimborso analitico.

Cosa che devi conoscere per evitare di incorrere in errori nel calcolo dei rimborsi spesa esenti imposte ed esenti contributi da richiedere alla S.r.l. .

 

Cosa è il rimborso misto?

Il rimborso misto è, appunto, una via di mezzo tra il rimborso forfettario ed il rimborso analitico.

Infatti alcune spese del rimborso analitico sono pienamente compatibili con il rimborso forfettario, mentre alcune spese del rimborso analitico diminuiscono il rimborso forfettario.

Questo è l’elemento che devi prendere in forte considerazione e conoscere bene perché devi evitare di fare errori nel momento in cui chiedi i soldi alla S.r.l. esente tributi facendolo diventare per te un vero guadagno.

Ricordati che le spese di trasporto come il taxi, autostrada, treno, rimborso chilometrico sono compatibili con il rimborso forfettario, ossia puoi prendere entrambi al massimo senza limitazioni.

Se, oltre al rimborso forfettario, richiedi alla S.r.l. il rimborso analitico delle spese relative al vitto e all’alloggio, allora diminuiscono di 1/3 ciascuno il rimborso forfettario (euro 15,49).

Mentre se tu dovessi richiedere analiticamente sia le spese di vitto, sia le spese di alloggio, allora dovresti ridurre il rimborso forfettario di 2/3 (euro 30,98).

Ma penso che sia più facile mostrartelo con un esempio:

1) Se l’amministratore fa una trasferta aziendale fuori dal comune ordinario di lavoro, esce e rientra in giornata senza richiedere nessun rimborso di vitto o alloggio, allora ha diritto a ricevere nella busta paga un rimborso forfettario intero di euro 46,48.

2) Se l’amministratore dovesse fare una trasferta e spendere più di 15 euro al ristorante, allora gli converrebbe farsi rimborsare analiticamente la spesa del ristorante, superiore ad euro 15, e quindi richiedere un rimborso forfettario complessivo di euro 30,98.

3) Se l’amministratore dovesse fare una trasferta e spendere più di 15 euro per prenotare l’hotel, allora gli converrebbe farsi rimborsare analiticamente la spesa dell’hotel alla S.r.l., superiore ad euro 15, e quindi richiedere un rimborso forfettario complessivo di euro 30,98.

4) Se l’amministratore dovesse fare una trasferta e spendere più di 15 euro per mangiare fuori, più di euro 15 per prenotare una stanza all’hotel, allora gli converrebbe farsi rimborsare analiticamente queste spese e richiedere come rimborso forfettario euro 15,49.

Questo non lo dico io, ma l’articolo 51 del Tuir, che è l’acronimo di testo unico sulle imposte sul reddito in cui è contenuta la norma di questo bonus fiscale:

Art. 51

Determinazione del reddito di lavoro dipendente

[…]

5. Le indennità percepite per le trasferte o le missioni fuori del territorio comunale concorrono a formare il reddito per la parte eccedente lire 90.000 al giorno, elevate a lire 150.000 per le trasferte all’estero, al netto delle spese di viaggio e di trasporto; in caso di rimborso delle spese di alloggio, ovvero di quelle di vitto, o di alloggio o vitto fornito gratuitamente il limite è ridotto di un terzo. Il limite è ridotto di due terzi in caso di rimborso sia delle spese di alloggio che di quelle di vitto. In caso di rimborso analitico delle spese per trasferte o missioni fuori del territorio comunale non concorrono a formare il reddito i rimborsi di spese documentate relative al vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto, nonché i rimborsi di altre spese, anche non documentabili, eventualmente sostenute dal dipendente, sempre in occasione di dette trasferte o missioni, fino all’importo massimo giornaliero di lire 30.000, elevate a lire 50.000 per le trasferte all’estero. Le indennità o i rimborsi di spese per le trasferte nell’ambito del territorio comunale, tranne i rimborsi di spese di trasporto comprovate da documenti provenienti dal vettore, concorrono a formare il reddito.

Questo pezzo sta a descrivere che:

– in caso di rimborso analitico delle spese di vitto o alloggio, allora il rimborso forfettario è dedotto di 1/3;

– mentre in caso di rimborso analitico delle spese di vitto e alloggio insieme, allora il rimborso forfettario è diminuito di 2/3;

– in tutti i casi, l’imprenditore può dedursi di sicuro delle spese non documentate pari ad euro 15,49, per ogni giorno di trasferta;

– oltre a questo, sottolinea il fatto che anche le spese di trasporto e di viaggio, opportunamente documentate, non concorrono al reddito del dipendente o imprenditore;

– se i rimborsi spesa sono erogati per una trasferta all’interno del comune, questi concorrono a formare il reddito, quindi l’imprenditore dovrà pagare i contributi e le imposte;

– in caso di rimborso analitico delle spese per trasferte o missioni fuori del territorio comunale, non concorrono a formare il reddito i rimborsi di 4 differenti tipologie di spese documentate: relative al vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto. Gli altri rimborso sono da tassare nella busta paga dell’imprenditore.

 

Perché è importante utilizzare il rimborso spese forfettario?

L’enorme vantaggio che hanno i rimborsi spesa sta nel fatto che sono somme di denaro che un imprenditore può prendere dalla S.r.l. senza pagare imposte e senza pagare contributi.

La frequenza di spostamento o meno dell’imprenditore fuori dal comune della sede ordinaria di lavoro dipende di certo dalla tipologia di attività aziendale svolte.

Ma, è anche vero che, il rimborso forfettario delle S.r.l., essendo un importo fisso che riceve l’imprenditore esente imposte ed esente contributi, indipendentemente dalle spese che questo sostiene durante la trasferta, allora è di fatto un ottimo strumento per prendere un maggior compenso tagliando i tributi.

Detto in modo un po’ sintetico, siccome prendi almeno un rimborso forfettario di euro 46,48 indipendentemente dalle spese sostenute, è normale che se fai una trasferta “corta” in cui esci e rientri in mezza giornata o in una giornata, allora probabilmente spenderai di meno rispetto ad euro 46,48.

Così facendo ricevi più soldi rispetto a quelli che spendi, diventando per te un compenso di fatto esente imposte, esente contributi, e per la S.r.l. è un costo completamente deducibile.

All’inizio dell’attività imprenditoriale accetto che tu possa anche stare in casa a lavorare e non muoverti (cosa per cui potresti utilizzare altri strumenti di risparmio fiscale), ma è anche vero che c’è da dire che nell’evolversi degli eventi aziendali, con il tempo in una società cresce il fatturato, il numero di clienti, numero di fornitori, numero di collaboratori, ecc. .

Cosa che si trasforma in necessità di coordinare tutti questi fattori, passando da un ruolo meno operativo ad uno più manageriale, che comporterà più spostamenti da parte dell’imprenditore.

Maggiori spostamenti aziendali che per te si trasformano in un maggiore richiesta di rimborsi spese forfettarie sul quale prendere un compenso senza pagare i tributi.

 

Chi può beneficiare del rimborso forfettario?

I soggetti che possono ottenere il rimborso forfettario grazie ad una S.r.l. sono:

– il socio lavoratore inquadrato come dipendente;

– l’amministratore con compenso, quindi con busta paga;

– il dipendente.

Questo perché il rimborso forfettario è erogabile a condizione che essi abbiano una busta paga. Per mostrarti questo ti riporto un esempio in cui ti delineo 3 casi:

Esempio: se l’imprenditore di una S.r.l. dovesse svolgere l’attività aziendale come socio operativo senza busta paga, allora questo non ha diritto a ricevere il rimborso forfettario, appunto perché non c’è la busta paga.

Se, invece, l’imprenditore con la S.r.l. fosse anche un amministratore con busta paga, allora questo potrebbe prendere benissimo il rimborso forfettario.

Come ultimo caso, c’è anche la possibilità che l’imprenditore svolga il lavoro nella S.r.l. come solo amministratore senza compenso senza essere socio. In questo caso l’imprenditore non può ricevere il rimborso forfettario, perché non avendo compenso non può avere una busta paga, quindi non può ricevere il rimborso forfettario.

Sia l’imprenditore, sia il dipendente, per poter ottenere i rimborsi forfettari, devono avere una busta paga.

 

Quando puoi prendere il rimborso forfettario? (2 cose a cui stare attento quando richiedi il rimborso spese)

Con questo capitolo voglio segnalarti principalmente 2 aspetti a cui devi stare veramente attento per essere certo di prendere il rimborso forfettario per essere sicuro che questo sia veramente esente tributo e per evitare un errore che può costarti caro:

1) il primo è che puoi richiedere un vero rimborso forfettario esente imposte ed esente contributi nel momento in cui fai una trasferta fuori dal comune ove hai la sede di lavoro ordinario.

Questo in quando se la trasferta fosse fatta all’interno del comune è da tassare in capo al dipendente.

La sede di lavoro abituazione la puoi trovare nel contratto, cosa che per l’amministratore lo puoi individuare nel verbale di nomina.

Se non fosse indicato allora potrebbe essere preso come riferimento la propria residenza.

2) Come secondo punto, nel caso in cui l’imprenditore è un professionista (ossia ha una partita Iva ma senza la camera di commercio) e la S.r.l. fa la stessa attività della partita Iva, allora l’imprenditore non può ricevere i rimborsi spese esente imposte ed esente contributi.

Questo in quanto se l’amministratore è un professionista che svolge la stessa attività della S.r.l., l’imprenditore non può avere una busta paga perché i compensi da amministratore devono essere fatturati dalla partita Iva da professionista personale dell’imprenditore (cosa che gli impedisce di prendere materialmente i rimborsi spese forfettari esente imposte ed esentei contributi).

Dunque se l’amministratore fosse un professionista e la S.r.l. svolgesse la sua stessa attività, allora NON potrebbe avere nessuna tipologia di rimborso spesa esente imposte ed esente contributi.

Cosa che gli fa perdere tutti i benefici fiscali. Situazione che devi ovviamente evitare o, comunque, valutare preventivamente.

Questo non lo dico io, ma è stato confermato nella Circolare del 16/11/2000 n. 207 – Min. Finanze – Dip. Entrate Aff. Giuridici Uff. del Dir. Centrale

 Circolare del 16/11/2000 n. 207 – Min. Finanze – Dip. Entrate Aff. Giuridici Uff. del Dir. Centrale

Collegato fiscale alla legge finanziaria 2000. Primi chiarimenti.

[…]

1.5.5 Art. 34 – Disposizioni in materia di redditi di collaborazione coordinata e continuativa

Con l’articolo 34 della legge in commento è stato modificato il trattamento fiscale applicabile ai redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.

In particolare, la lettera b) dell’articolo citato, tramite l’inserimento nell’articolo 47 del TUIR della lettera c-bis), che definisce le varie fattispecie di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, qualifica fiscalmente i redditi erogati in relazione a tali rapporti quali “redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente”.

La nuova disposizione, oltre ad indicare alcuni rapporti di collaborazione coordinata e continuativa tipici, come ad esempio quelli di sindaco, di amministratore ed altri, definisce quali elementi identificativi degli “altri rapporti di collaborazione” l’assenza del vincolo di subordinazione (la cui presenza farebbe rientrare il reddito nell’ambito dei redditi di lavoro dipendente) nonché’ la mancanza di un’organizzazione di mezzi (requisito necessario, invece, ai fini della qualificazione del reddito d’impresa).

La norma in esame, comunque, prevede espressamente che, qualora gli uffici o le collaborazioni rientrino nei compiti istituzionali compresi nell’attività di lavoro dipendente ovvero nell’oggetto dell’attività di lavoro autonomo, i compensi percepiti siano soggetti alle regole previste per tali redditi. Possono, quindi, configurarsi delle situazioni in virtu’ delle quali il professionista effettua collaborazioni non rientranti nell’oggetto della professione esercitata. Tali attività non costituiranno reddito di lavoro autonomo ma rientreranno tra i redditi assimilati al lavoro dipendente ai sensi dell’articolo 47 del TUIR.

Questo pezzo afferma semplicemente che se i compiti dell’amministratore della S.r.l. rientrano tra i compiti della partita Iva da professionista dell’imprenditore, allora questo ultimo deve incassare i compensi da amministratore con una fattura (perdendo il bonus fiscale del rimborso spese forfettario perchè manca la busta paga).

Mentre se così non fosse i compensi da amministratore rientrano nella categoria da dipendente, quindi può avere la busta paga e quindi può richiedere il rimborso spese forfettario esente imposte ed esente contributi.

Cosa che non può ottenere se deve incassare soldi utilizzando una partita Iva.

Superato questi 2 ostacoli, la cosa principale che l’imprenditore deve comprendere è come fare in modo che i rimborsi forfettari siano un compenso esente imposte ed esenti contributi.

 

Come utilizzare il rimborso spese forfettario della S.r.l. in modo che questo sia un compenso esente tributi per l’imprenditore?

Il rimborso forfettario è, appunto, un compenso fisso che viene messo nella busta paga dell’amministratore, del socio dipendente, oppure del dipendente. Compenso sul quale l’imprenditore EVITA di pagare le imposte ed i contributi.

Essendo un compenso fisso, l’imprenditore prende sempre euro 46,48 indipendentemente da quanto spende durante la trasferta. Quindi significa che se durante la trasferta spende meno soldi, allora ci guadagna.

In generale, ecco dove guadagni veramente dei soldi: le trasferte in cui spendi meno di euro 46,48 sono quelle che si possono definire “corte”, ossia che esci e rientri nel Comune della sede di lavoro in giornata, ma ancora meglio in mezza giornata oppure in poche ore.

Così se tu esci per una trasferta veloce e poi rientri dopo poco tempo, difficilmente hai sostenuto spese per un ristorante e neanche meno per pagare l’hotel, quindi tu prendi interamente un maggior soldi sulla busta paga di euro 46,48 esente tributi a fronte di non aver sostenuto spese.

Cosa che ti fa avere un maggior compenso senza pagare ne imposte ne contributi.

 

Quando NON ti conviene utilizzare i rimborsi spese forfettari della S.r.l.? (ma ricordati che hai comunque un vantaggio fiscale)

Reputo molto importante affrontare questo argomento perché sono tutte informazioni che gli imprenditori mi chiedono durante le consulenze.

Infatti capitano imprenditori che credono di non aver nessun vantaggio fiscale se fanno delle trasferte in cui sono fuori per lavoro per vari giorni nel momento in cui chiedono sia il rimborso analitico delle spese di vitto, sia il rimborso analitico delle spese di alloggio alla propria S.r.l. .

Ma non è così, perchè anche se il vantaggio fiscale è minore, nelle trasferte di più giorni l’imprenditore può avere un compenso senza pagare tributi.

Nel momento in cui fai trasferte “lunghe”, ossia fai delle trasferte che ti tengono impegnati più giorni, è normale che le spese per l’hotel ed il mangiare sono maggiori, ciascuno, ad 1/3 di euro 46,48 (euro 15,49).

Dunque questo significa che, se non vuoi perdere dei soldi, allora ti conviene farti rimborsare analiticamente le spese di vitto e alloggio in modo analitico, ridurre di 2/3 il rimborso forfettario, e quindi richiedere euro 15,49 di rimborso forfettario nella busta paga dell’amministratore.

Ti voglio segnalare che è vero che nelle trasferte lunghe hai meno vantaggio fiscale, in quanto riceveresti solo euro 15,49 per ogni giorno di trasferta come rimborso forfettario, ma è anche vero che comunque hai un beneficio fiscali in ogni giorno. Cosa che ti permette ugualmente di prendere, seppur piccolo, vantaggio fiscale grazie al rimborso forfettario.

Quindi non dimenticarti mai questo beneficio.

Ricordati sempre che quando fai trasferte, all’interno del tuo comune, tutti i rimborsi spese erogati sono da tassare in capo al dipendente/imprenditore. Cosa che devi evitare perché non avresti nessun vantaggio fiscale.

 

Cosa dice il Fisco? 

Premetto che questa parte potrebbe essere per te un po’ troppo tecnica, ma ho deciso ugualmente di inserirla nel caso tu volessi degli elementi di prova a dimostrazione di quello che affermo.

Leggere e informarti è una cosa intelligente, tanto quanto verificare gli elementi di prova.

Questo capitolo lo divido in 2 aspetti: 1) la deducibilità del rimborso spesa forfettario per la S.r.l. e 2) la tassazione in capo all’imprenditore che riceve il rimborso forfettario.

 

1) la deducibilità del rimborso spesa forfettario per la S.r.l.

Il rimborso analitico ha un limite giornaliero di euro 180,76, quindi se l’imprenditore richiede analiticamente un importo superiore allora la S.r.l. non si può dedurre il costo (e di conseguenza non è da tassare in capo all’imprenditore).

Ma, invece, il rimborso spese forfettario non ha limiti di deducibilità. Questo significa che la S.r.l. potrà scaricarsi qualsiasi importo dato all’imprenditore a titolo di rimborso forfettario. In questo caso sarà chi riceve il rimborso che dovrà pagarci le imposte ed i contributi solo nel caso l’importo erogato a titolo di rimborso forfettario fosse superiore ad euro 46,48.

Un elemento importante da segnalarti è che il limite di deducibilità del rimborso analitico di euro 180,76 giornaliero NON si applica neanche in caso di rimborso misto (analitico e forfettario insieme), quindi l’imprenditore può chiedere a rimborso anche spese maggiori rispetto al limite indicato in precedenza.

Per iniziarti a mostrare questo, ti riporto l’articolo 95 del Tuir in cui afferma che le spese di vitto, alloggio sostenute sono deducibili per la S.r.l. al massimo fino ad euro 180,76 al giorno.

Ciò significa che per il rimborso superiore la S.r.l. dovrà pagarci le imposte Ires del 24% e Irap del 4%.

Art. 95

Spese per prestazioni di lavoro

[…]

3. Le spese di vitto e alloggio sostenute per le trasferte effettuate fuori dal territorio comunale dai lavoratori dipendenti e dai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa sono ammesse in deduzione per un ammontare giornaliero non superiore ad euro 180,76; il predetto limite è elevato ad euro 258,23 per le trasferte all’estero.

Ma, ricordati, che per i rimborsi misti l’Agenzia delle Entrate ha specificato che NON c’è nessun limite di deducibilità.

Questa cosa è stata confermata in una risposta nella Circolare del 16/07/1998 n. 188 – Min. Finanze – Dip. Entrate Aff. Giuridici Serv. III

Questo pezzo sto a significare che i rimborsi analitici hanno il limite di euro 180,76 al giorno, ma che non si estende ai rimborsi misti (ossia nei rimborsi spese forfettari sono sempre deducibili in capo alla S.r.l. indipendentemente dall’importo).

Dunque al rimborso misto NON si applicano i limiti di deducibilità e la S.r.l. può dedurre tutte le spese richieste dall’imprenditore erogate forfettariamente per la trasferta.

Circolare del 16/07/1998 n. 188 – Min. Finanze – Dip. Entrate Aff. Giuridici Serv. III

[…]

9. Rimborsi spese misti per i dipendenti e per i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.

D. L’art. 62, comma 1-ter, del T.U.I.R., dispone che le spese di vitto e alloggio sostenute per le trasferte effettuate fuori dal territorio comunale dai lavoratori dipendenti e dai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa sono ammesse in deduzione per un ammontare giornaliero non superiore a lire 350.000 (limite elevato a lire 500.000 per le trasferte all’estero). Le istruzioni alla compilazione della dichiarazione dei redditi per l’anno 1996 chiariscono che il limite di deducibilità di cui sopra si riferisce esclusivamente ai rimborsi a piè di lista, rimanendo quindi esclusi i casi di rimborso forfetario e misto. Poiché’ l’attuale formulazione dell’art. 48, comma 5, del T.U.I.R. identifica una nuova ipotesi di rimborso misto di contenuto simile a quella di rimborso analitico (rimborso delle spese di vitto e alloggio è corresponsione di una indennità di lire 30.000, elevate a lire 50.000 per le trasferte all’estero), l’interpretazione data dal Ministero nelle suddette istruzioni può essere estesa “per analogia” alla nuova ipotesi di rimborso misto?

R. La nuova disciplina dei rimborsi misti delle spese sostenute in occasione delle trasferte fuori del territorio comunale dove il dipendente ha la sede di lavoro, contenuta nell’articolo 48, comma 5, del T.U.I.R., benché di contenuto simile a quella fissata nello stesso articolo per il rimborso analitico, non consente di estendere “per analogia” alle ipotesi di rimborso misto quanto stabilito nell’art. 62, comma 1-ter, del T.U.I.R. a proposito dei limiti di deducibilità da parte dell’imprenditore dei rimborsi analitici delle spese per le trasferte fuori del territorio comunale dei dipendenti e dei titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.

In sintesi, questo pezzo afferma che per i rimborsi forfettari la S.r.l. potrà sempre scaricarsi il costo.

Ora scoprirai quando i rimborsi forfettari sono considerati un compenso completamente esente imposte ed esente contributi.

 

2) la tassazione in capo all’imprenditore che riceve il rimborso forfettario

Per comprendere in quali casi l’imprenditore deve pagare i tributi nel caso ricevesse i rimborsi spese forfettari bisogna fare affidamento all’articolo 51 del Tuir:

Art. 51

Determinazione del reddito di lavoro dipendente

[…]

5. Le indennità percepite per le trasferte o le missioni fuori del territorio comunale concorrono a formare il reddito per la parte eccedente lire 90.000 al giorno, elevate a lire 150.000 per le trasferte all’estero, al netto delle spese di viaggio e di trasporto; in caso di rimborso delle spese di alloggio, ovvero di quelle di vitto, o di alloggio o vitto fornito gratuitamente il limite è ridotto di un terzo.

Questo significa che se l’imprenditore riceve in una trasferta un rimborso forfettario di euro 46,48 allora NON deve pagare nessun tributo.

Quindi se ha sostenuto meno spese allora ci ha guadagnato perché ha ricevuto di più rispetto a quello che ha speso.

Mentre se avesse ricevuto un rimborso forfettario giornaliero, ad esempio, di euro 86,48, allora significherebbe che solo la parte superiore, di euro 40 (86,48 – 46,48) deve essere assoggettata a tributi da parte dell’imprenditore.

Inoltre voglio condividere con te queste ulteriori informazioni veramente importanti che ti permetteranno di rendere il rimborso forfettario un vero compenso senza pagare né imposte né contributi:

Circolare del 16/11/2000 n. 207 – Min. Finanze – Dip. Entrate Aff. Giuridici Uff. del Dir. Centrale

Collegato fiscale alla legge finanziaria 2000. Primi chiarimenti.

[…]

La quota di indennità che non concorre a formare il reddito non subisce alcuna riduzione in relazione alla durata della trasferta e, pertanto, anche nell’ipotesi di trasferta inferiore a 24 ore […].

[…]…mentre restano assoggettati a tassazione tutti i rimborsi di spesa, anche se analiticamente documentati, corrisposti in aggiunta all’indennità di trasferta (salvo quanto precisato nel prosieguo per l’ipotesi del rimborso misto);

Questo pezzo afferma un concetto molto importante:

– il rimborso forfettario non subisce variazioni in funzione della durata della trasferta. Quindi anche nel caso di trasferta “breve” allora l’imprenditore ha diritto a ricevere il rimborso forfettario pieno di euro 46,48;

– che le spese rimborsate in aggiunta ai limiti di euro 46,48 e alle spese di viaggio più trasporto sono da tassare in capo all’imprenditore.

Da questo è normale comprendere che tu guadagnerai maggiormente nel momento in cui fai delle trasferte brevi in cui non devi spendere soldi per il vitto o per l’alloggio.

 

Come puoi dimostrare la trasferta? Devi compilare un prospetto note piè di lista per ottenere il rimborso forfettario?

Il rimborso forfettario si chiama così perché rimborsa forfettariamente gli importi al dipendente/amministratore/imprenditore, questo indipendentemente dal giustificativo di spesa.

Quindi non c’è bisogno di una documentazione necessaria per documentare la richiesta di rimborso forfettario. Così non c’è bisogno di avere nessun documento riepilogativo delle spese sostenute.

Ma è vero che, le trasferte devono essere vere, quindi è meglio poter avere qualche elemento di prova per dimostrare che tu eri effettivamente fuori dal Comune di sede normale di lavoro.

Dimostrazione che hai anche con i documenti contabili (esempio fatture pagate per casa, prelievo in banca) oppure anche con documenti che non siano prettamente fiscali, come ad esempio contratti di fornitura in cui si accorda a presentarsi in determinati luoghi di lavoro per effettuare la prestazione.

È vero che l’unica documentazione che devi mostrare è quella relativa ai rimborsi spese analitici di vitto, alloggio, viaggio e trasporto, ma è comunque importante dimostrare (ed avere prove) di essere stato fuori dal Comune ordinario di lavoro per godere del bonus fiscale.

 

C’è un compenso minimo che deve avere l’amministratore per ricevere i rimborsi forfettari esente imposte ed esente contributi?(Come difenderti dalle contestazioni dal funzionario dell’Agenzia delle Entrate?)

Non c’è un compenso minimo dell’amministratore che deve avere per poter richiedere i rimborsi forfettari senza pagare tributi.

A livello teorico, potresti anche farti un cedolino da amministratore di euro 1, sul quale pagherai imposte e contributi quasi nulli, con l’aggiunta di 900 euro (che sono circa 20 giorno di trasferte) di rimborso forfettario sul quale NON paghi imposte.

La mia unica preoccupazione è che, anche se la trasferta fosse vera, il funzionario dell’Agenzia delle Entrate potrebbe contestarti l’utilizzo del rimborso forfettario come strumento per prelevare utili dalla S.r.l. senza pagare imposte e senza pagare contributi.

Quindi per “difendere” i rimborsi forfettari e prendere soldi senza pagare tributi, allora devi fare in modo di avere un certo volume di compenso da amministratore.

Per lo meno perché se vuoi andare davanti ad un giudice tributario puoi dimostrarsi che siccome avevi un compenso da amministratore adeguato (io direi adeguato non tanto al lavoro dell’amministratore, ma principalmente all’utile che la S.r.l. poteva permettersi in quel momento), allora non hai fatto nessun abuso del diritto e tu devi aver ragione su quanto il funzionario dell’Agenzia delle Entrate ti ha contestato.

Nel fare questo potrebbe venirti in mente la domanda di quanto deve essere il compenso minimo da dare all’amministratore della S.r.l. per evitare contestazioni fiscali sull’utilizzo dei rimborsi forfettari.

Ecco, un parametro di compenso minimo da amministratore che ti permette di essere sicuro di non aver problemi fiscali non esiste.

Quello che esiste è il buon senso, cosa che non è stato quantificato dall’Agenzia delle Entrate, ma che reputo equilibrato tradurlo in un comportamento come questo che leggerai qui di seguito.

Nella fase iniziale di sviluppo della tua S.r.l. è normale avere un utile contenuto, quindi potrebbe essere sensato come amministratore di prendere un compenso molto basso, anche di euro 200/400/500 di lordo per poi richiedere i rimborsi forfettari veri di cui puoi usufruire.

Per lo meno avresti la giustificazione che non puoi prendere un compenso maggiore senza portare in rosso l’utile della società.

Oppure, detto in altro modo, potresti anche affermare che se avessi aumentato lo stipendio dell’amministratore allora avresti avuto una perdita alla fine dell’anno e questo sarebbe stato un comportamento antieconomico.

Ti dico questo perché un funzionario dell’Agenzia delle Entrate potrà sempre contestarti tutto, compreso anche la validità del rimborso forfettario, ma è anche vero che poi davanti ad un giudice ti puoi presentare affermando che hai fatto questa scelta secondo un principio di correttezza amministrativa in quando hai preso un compenso adeguato all’utile della S.r.l. in quel preciso momento, in quanto era anche in funzione dell’utile generato dalla società. Dunque, non c’era intento di utilizzare i rimborsi forfettari come unico strumento per distribuirti utili della S.r.l. senza pagare le imposte.

Poi, successivamente nell’evoluzione degli anni della S.r.l., nel momento in cui gli utili aumentano, allora puoi aumentare il compenso dell’amministratore anche in funzione degli utili (sempre prendendo tutti i rimborsi forfettari veri per le trasferte che hai veramente fatto). Questo in quanto con utili alti puoi aumentare il compenso dell’amministratore senza portare in rosso il conto economico della tua S.r.l. .

In questo modo hai un elemento storico per mostrare che non hai un compenso basso solo per prelevare utili esenti imposte ed esenti contributi, in quanto hai aumentato il compenso dell’amministratore appena hai accertato che nella S.r.l. ci fossero maggiori utili.

 

A cosa devi stare attento quando applichi il rimborso misto e il rimborso forfettario?

Qui, di seguito, voglio condividere con te una sorta di ulteriore check list a cui devi prestare attenzione quando utilizzi il rimborso forfettario (oppure quello misto) nella tua S.r.l. per ridurre al minimo le contestazioni fiscali.

Ci possono essere concetti ripetuti, infatti prendi questa che leggi una sorta di check list per essere certo di essere sulla strada giusta:

– ricordati che nell’ambito di una trasferta non puoi cambiare il metodo di calcolo dei rimborsi a piacimento, quindi valuta bene se ti è utile utilizzare il rimborso spese misto oppure il rimborso spese forfettario;

– ricordati che hai sempre bisogno di fare una trasferta per motivi aziendali fuori dal comune di ordinario lavoro per poter attivare il rimborso forfettario;

– non fare il furbetto, anche se fosse la S.r.l. che ti paga le spese della trasferta, devi comunque diminuire di 1/3, o di 2/3, in caso di spese analitiche. Quindi non pensare di prendere l’intero rimborso forfettario perché la S.r.l. ti paga direttamente le spese della trasferta;

– puoi prendere il rimborso forfettario solo se hai una busta paga;

– i rimborsi forfettari si possono erogare ai dipendenti, cosa che puoi sfruttare come se fosse un maggior compenso;

– ricordati, in generale, che i rimborsi non si possono utilizzare da parte dei professionisti con partita Iva che hanno una S.r.l. che svolge la stessa attività. In quanto quei rimborsi spese dovrebbero essere considerati come compensi presi con normale fatturazione;

– ricordati che il rimborso forfettario effettuato in Italia è di valore pari ad euro 46,48, mentre la trasferta effettuata all’estero è di euro 77,47;

per le aziende, non c’è alcun limite massimo di deducibilità: i rimborsi forfettari in capo alla società sono interamente deducibili in quanto corrisposti in base a norme di legge. Al contrario, chi lo percepisce, se li riceve più alti rispetto a quanto stabilità dalla legge allora sono da assoggettare a pagamento di imposte e contributi;

– il rimborso forfettario, per la S.r.l. è sempre deducibile mentre i limiti li devi verificare in capo a chi percepisce i soldi. Al contrario del rimborso chilometrico ha dei limiti di deducibilità in capo alla S.r.l. e nessuna tassazione in capo a chi li riceve. Entrambi possono dare un compenso esente imposte ed esente contributi, ma da angoli diversi;

– ti conviene il rimborso forfettario se sei in un settore in cui fai varie trasferte per motivi di lavoro. Se sei in un settore in cui stai sempre a casa a svolgere il tuo lavoro, ovviamente non puoi beneficiare dei rimborsi forfettari, ma è vero che puoi utilizzare altri strumenti di risparmio fiscale;

– Le spese di viaggio e trasporto eventualmente rimborsate in aggiunta all’indennità forfettaria, purché analiticamente documentate, non sono tassate (per trasferte fuori dal Comune). Ulteriori rimborsi aggiuntivi, di qualsiasi altra natura, documentati o no, saranno invece pienamente tassabili;

– sia le spese di viaggio sia il rimborso chilometrico sono compatibili con il rimborso forfettario. Ossia puoi richiedere sia l’uno che l’altro;

– in sintesi, ricordati che per avere un compenso senza pagare i tributi grazie al rimborso forfettario, la trasferta deve essere effettuata fuori dal Comune dove c’è la sede di lavoro ordinaria dell’imprenditore e che le spese vive pagate durante il viaggio siano inferiori ad euro 46,48.

 

Conclusioni

Grazie alle informazioni che hai ottenuto da questa nuova circolare sai come trasformare il rimborso forfettario previsto per le S.r.l. in un compenso da dare all’imprenditore senza pagare imposte, senza pagare contributi tutte le volte che deve fare una trasferta aziendale.

In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .

Ma non basta.

Devi infatti anche verificare di:

a) produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,

b) avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…

c) utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.

Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).

Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.

Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare nella tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.

Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.

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Ogni 12 mesi avrai una S.r.l. con più utili rispetto a prima, con più soldi in banca rispetto a prima e la possibilità di tagliare il carico fiscale della società dal 70,72% al 28%.

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In questo modo crei sempre più ricchezza per te e ottieni tutto il successo che ti meriti insieme alle persone a te care.

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