Quali strumenti di risparmio fiscale puoi applicare guardando il bilancio della S.r.l.?
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Ciao, ti do il benvenuto in questo nuovo articolo del blog di Efficacia Fiscale per condividere con te una checklist di strumenti di Efficacia Fiscale, ossia delle “cose” che controllo ogni volta in cui incontro, per una consulenza virtuale, un imprenditore che ha, o intende costituire, una S.r.l. .
Questa checklist mi dà soddisfazione 😊 per due motivi: perché mi consente di condividere, con te, i risultati della mia attività preferita “il ricercatore e divulgatore fiscale” e perché è la conferma che il lavoro di staff con i clienti, con cui amo lavorare gomito a gomito, funziona e dà risultati.
Questo articolo, infatti, nasce da un Podcast che, a sua volta, è nato dalla consulenza con un imprenditore che, un bel giorno, mi ha contattato e mi ha detto: “Simone guarda, questi sono i miei numeri del bilancio, adesso dimmi tu quali strumenti di risparmio fiscale posso utilizzare per ridurre il carico tributario”.
Ciò che condivido con te che stai leggendo, è il risultato di questa consulenza.
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Sei pronto, ora, a conoscere la checklist di tutto ciò che controllerò insieme a te se deciderai di fare una consulenza fiscale con me? Bando alle ciance and let’s go…
La checklist degli strumenti di Efficacia Fiscale: una breve premessa
Caro imprenditore, ti do il benvenuto in questo nuovo podcast del blog di Efficacia Fiscale, il blog con le soluzioni fiscali specifiche per tutti gli imprenditori che hanno una S.r.l. e che ne vogliono aprire una nuova.
Oggi voglio condividere con te una checklist che utilizzo per fare una prima analisi di efficacia fiscale con tutti i miei clienti che hanno una S.r.l. .
Questa check list fornisce una serie di elementi base che devi verificare, insieme al tuo consulente, per avere la maggiore efficacia fiscale possibile grazie alla tua S.r.l., applicando gli strumenti di risparmio fiscale.
Premetto che la S.r.l. è la forma giuridica che ti permette di avere il maggior numero di strumenti di risparmio fiscale.
Questo non lo dico io, ma lo dice la legge.
Più vado avanti con il mio studio sugli strumenti per le S.r.l. per quanto riguarda il risparmio fiscale e con le consulenze con gli imprenditori che hanno una S.r.l., più sono convinto del fatto che esse sono l’unica forma giuridica che ti permette di tagliare le imposte ed i contributi, i tributi in generale.
Non solo, tutte le volte che su Internet trovi qualcuno che parla di risparmio fiscale, vedrai che, nella maggior parte dei casi, non dico al 100% ma probabilmente il 90% delle volte, è implicata una S.r.l., perché proprio la legge ha attribuito loro la possibilità di avere il maggior numero di strumenti di risparmio fiscale.
È ovvio che, per poter tagliare i tributi in Italia, queste regole le devi conoscere, non puoi pretendere di avere una S.r.l. e di risparmiare le imposte così, per il solo fatto di avere una S.r.l., ma devi applicare determinati strumenti di efficacia fiscale, che sono ormai molto diffusi tra gli imprenditori e che, magari, alcune volte non sono applicati.
Nel caso specifico vari imprenditori, semplicemente perché sono molto impegnati nella propria parte operativa, non hanno modo di studiare e approfondire gli strumenti di efficacia fiscale, tanto quanto può fare un commercialista.
Poi, è pur vero che il risparmio fiscale tu lo puoi avere solo se utilizzi e installi questi strumenti nella tua S.r.l. in base ai tuoi obiettivi. Ricordandoti sempre che bisogna adattarli ad un caso vero, dobbiamo, cioè, utilizzarli dicendo la verità.
In sostanza, quindi, non ha senso risparmiare le imposte dicendo bugie.
Nel caso in cui dichiarassimo cose false per tagliare il carico tributario, che siano imposte o contributi, questo, sul lungo periodo, non ci farebbe dormire tranquilli perché se diciamo bugie, in caso di controlli non abbiamo elementi di prova per difenderci.
Ora, dopo questa premessa, proseguo il podcast presentandoti questa checklist di strumenti di efficacia fiscale, elenco che controllo tutte le volte che faccio una consulenza ai miei clienti.
Ho deciso di fare questa checklist dopo una consulenza, avvenuta qualche settimana fa, con un imprenditore che mi ha inviato il bilancio e mi ha detto: “Simone guarda, questi sono i miei numeri, adesso dimmi tu quali strumenti di efficacia fiscale posso utilizzare per ridurre il carico tributario”.
Parto subito con la checklist e ti indico quali sono le cose che verifico nel bilancio dei miei clienti tutte le volte che voglio migliorare la loro efficacia fiscale.
1) Verifica contributi Inps commercianti
La prima cosa che io verifico sono i contributi Inps commercianti, ovviamente cercando di fare in modo di diminuire il più possibile questi contributi, ed anche eliminarli ove possibile.
Mi spiego meglio.
In una S.r.l. sai benissimo che ci sono due tipologie di contributi: i contributi della gestione separata, che sono sul compenso dell’amministratore e risultano in bilancio, e i contributi che deve pagare, nel caso, il socio lavoratore nella gestione commercianti.
Questi ultimi si pagano fissi, sono circa 3.850,00 € all’anno di contributi fissi, poi, eventualmente, se l’utile attribuito dalla S.r.l. al singolo socio supera i 15.953,00 €, lì il socio dovrà pagare un’ulteriore 24% (e vengono chiamati contributi eccedenti il minimale).
In questo caso ti dico che, se per qualche motivo tu dovessi essere socio operativo della tua S.r.l. e la stessa realizzasse un utile di 100.000,00 €, dovresti, in qualità di socio, pagare circa 24.000,00 € di contributi Inps.
E, se sei socio operativo, li devi pagare, cioè è inutile avere efficacia fiscale dicendo bugie.
Questa cosa voglio sottolinearla, perché mi capitano ancora situazioni con imprenditori che fatturano 100/200.000,00 €, oppure che hanno proprio un utile che si avvicina ai 100.000,00 € o più, che sono ancora iscritti all’Inps commercianti, nonostante loro, di fatto, non facciano nulla di operativo.
Di logica è normale che, quando noi siamo imprenditori individuali, o comunque apriamo una nuova azienda, all’inizio facciamo tutto noi in prima persona; quindi, anche la parte operativa viene svolta da noi.
Nel momento in cui incominciamo a fatturare circa 100.000,00 €, e a maggior ragione ad avere in seguito un utile pari a 100.000,00 €, ecco che, lì, risulta quasi impossibile fare tutto quanto da soli e, di sicuro, incominciamo ad avere necessità di collaboratori.
Nel momento in cui noi iniziamo ad avere un fatturato di 100.000,00 €, o anche meno, è certo che qualche collaboratore lo si abbia.
Io, ad esempio, poiché il mio lavoro prevede l’inserimento di dati, ecc., già prima di raggiungere i 100.000,00 € di fatturato, ho avuto l’esigenza di avere collaboratori.
A maggior ragione, più il fatturato incrementava, più mi accorgevo che non faccevo nulla di operativo.
Svolgo un’attività da amministratore, cioè mi occupo di pubblicare contenuti, pensare all’ acquisizione clienti, seguire le consulenze e risolvere i problemi dei clienti, coordinare i collaboratori; quindi, non faccio più nulla di operativo.
Il primo elemento che guardo, soprattutto se tu hai un’utile alto, è se si può cancellarti dall’Inps commercianti; perché, se tu hai un utile di 100.000,00 €, lì sopra tu paghi almeno 25.500 € di contributi Inps.
È vero si tratta di contributi e, pertanto, ti torneranno indietro sotto forma di pensione, ma sono, comunque, soldi che potresti utilizzare in qualche altro modo, e, in ogni caso, se sei amministratore e percepisci un compenso, i contributi già li versi.
Secondo me, è anche vero che la pensione non scomparirà mai, ma ci sarà sempre il problema che, se tu versi tanto ai fini dell’Inps, in futuro non avrai tanto indietro.
Tendenzialmente, per quello che è attualmente il sistema pensionistico, le pensioni andranno sempre di più verso a un importo fisso standard erogato a titolo di pensione.
Il discorso pensionistico e contributivo dell’Inps, non dico che lo devi eliminare, ma lo devi ottimizzare.
Intendo che, se tu già hai una S.r.l., ricevi un compenso di amministratore intorno ai 16/20.000,00 € lordi e, in più, se sei socio lavoratore iscritto all’Inps commercianti e non fai nulla di operativo, io ti chiedo di cancellare la tua posizione Inps commercianti per farti risparmiare, potenzialmente, 25.500,00 € di contributi Inps (importo massimo di Inps che paghi in un anno).
Si tratta di imprenditori che fatturano tanto, ed hanno focalizzato la propria vita sul produrre svolgendo compiti di tipo operativo, ma poiché adesso fatturano tanto, io consiglio loro di cancellarsi senza problemi dall’Inps commercianti, perché avranno sicuramente dei dipendenti che si staranno già occupando della parte operativa.
È anche vero che, più hai fatturato, più hai dipendenti, più puoi dimostrare all’Inps che non fai nulla di operativo e giustificare la tua cancellazione dall’Inps commercianti.
Dopo questa consulenza, i miei clienti mi ringraziano perché, con una consulenza che ha un prezzo più basso rispetto al versare ogni anno 25.500,00 €, riescono a risparmiare un bel po’ di soldi (con 10 anni si arriva a più di 250.000,00 €).
Quindi, se ti trovi in questa condizione, ti raccomando di prestarci attenzione.
2) Verifica rimborsi chilometrici
La seconda cosa che verifico in un bilancio è se ci sono i rimborsi chilometrici, ossia quella tipologia di rimborso che ricevi come socio.
Rientrano in questa tipologia di spesa le spese che fai come amministratore, tutte le volte che fai una trasferta aziendale al di fuori dal Comune dove hai la sede operativa; sede che, in genere, corrisponde con la sede della tua S.r.l. .
Quando fai una trasferta per un motivo aziendale, ecco che lì puoi chiedere come rimborso un tot di km valorizzati tenendo conto delle tabelle ACI e la tua S.r.l. si scarica il costo al 100%.
E tu, amministratore o socio, prendi questi soldi senza pagare imposte contributi.
Sottolineo, per sicurezza, che devi utilizzare la tua auto. Questo lo specifico perché è una domanda che mi rivolgono, spesso, gli imprenditori.
Utilizzare il rimborso chilometrico sotto un profilo fiscale ottimizza il prelievo impositivo, cioè tu paghi meno imposte contributi.
Perché è vero che devi utilizzare un’auto tua per le trasferte aziendali per chiedere il rimborso chilometrico, però, visto che la valorizzazione del rimborso chilometrico avviene con delle tabelle ACI, otterrai un qualcosa in più rispetto alla benzina effettivamente consumata.
Questo perché, nelle tabelle ACI, ci sono delle stime che considerano, oltre alla spesa per la benzina, anche il costo dell’usura dell’auto che riguarda tutta la componentistica sulla manutenzione ordinaria o straordinaria e il costo della tassa di circolazione e il bollo.
Quindi tu, socio o amministratore, pagando la benzina per la trasferta, otterrai più soldi grazie al rimborso chilometrico.
In più ricordati che la tua S.r.l. può scaricarsi, al 100%, il costo e non al 20% se utilizzi l’auto aziendale.
Tu, il rimborso chilometrico, lo prendi senza pagarci imposte e contributi e ottieni anche qualcosa in più rispetto alle spese effettive.
Ciò, sicuramente, non farà risparmiare chissà quante imposte, però ottimizzi il carico fiscale applicando un po’ di accortezza in più (come per il discorso dell’Inps di prima).
Molti di questi punti che ti sto elencando sono cose semplici sotto un certo punto di vista, ma basta avere un po’ di accortezza fiscale, pensarci sopra, ed ecco che il rimborso chilometrico è una cosa buona perché lo puoi fare anche senza busta paga, attivandolo senza problemi.
Questo è uno dei primissimi strumenti di efficacia fiscale che ho verifico nelle S.r.l. dei miei clienti.
3) Verifica rimborso forfettario
Cos’è il rimborso forfettario?
È quel rimborso fisso di 46,48 € che, l’amministratore o il socio lavoratore, ha diritto di prendere quando fa una trasferta aziendale. Copre le spese di vitto e alloggio, ossia di ristorante e hotel.
Premetto che, per ottenere il rimborso forfettario hai bisogno della busta paga, mentre il rimborso chilometrico lo puoi ottenere senza busta paga.
Il rimborso forfettario, invece, lo puoi attivare solo se hai una busta paga; è una cosa buona perché è un importo fisso, che tu ricevi senza pagare le imposte né i contributi, che ti va a sostituire le spese di vitto e alloggio, indipendentemente da quante sono le spese vere che sostieni.
Ti faccio un piccolo esempio.
Se fai una trasferta di un’ora perché vai da un cliente, ecco che lì, tu, come amministratore con busta paga, o come socio con busta paga, (ma è più difficile che il socio possa essere considerato un dipendente con busta paga, quindi in genere è l’amministratore che fa una trasferta) ricevi questo rimborso forfettario.
Questo rimborso è di 46,48 €, sia che tu faccia una trasferta di un’ora e rientri, sia che tu sia stato tutto quanto il giorno fuori, o anche più giorni.
Noterai quindi, che il rimborso forfettario presenta un vantaggio per te, perché se fai una trasferta corta, anche di un’ora, mezz’ora, per un motivo aziendale che sia vero, ecco che hai diritto, comunque, a ricevere 46,48 € che ti vanno a coprire le spese di hotel e ristorante che, in questo caso, non hai sostenuto.
Pertanto, il rimborso forfettario che ricevi sulla tua busta paga, è proprio un maggior compenso in più.
Bene, questa cosa direi che è veramente fondamentale.
Premetto che, per l’esperienza diretta che ho, in alcuni settori ho notato che si fanno poche trasferte, di conseguenza si ha poche volte diritto ai rimborsi, ma, se sei in un settore in cui fai tante trasferte, ti conviene utilizzarlo al massimo.
Anche questo è un elemento che verifico, perché veramente ti può fare guadagnare tanti, tanti soldi, a maggior ragione se sei in un settore in cui fai, appunto, più trasferte.
Faccio qualche altra piccola annotazione.
Ricordati che la trasferta deve essere vera e deve essere più documentata possibile.
Se non hai un documento, cerca almeno di avere un’e-mail inerente agli accordi presi per concordare l’incontro, oppure un resoconto dell’incontro appena fatto, in modo da giustificare la trasferta per il futuro. In questo modo avresti un maggior vantaggio nel momento in cui ti venissero richieste spiegazioni.
Ricordati anche che il rimborso forfettario è diminuito di 1/3 se ti fai rimborsare analiticamente le spese di vitto oppure di alloggio, mentre il rimborso forfettario deve essere diminuito di 2/3 nel momento in cui ti fai rimborsare le spese di vitto e di alloggio.
Questo cosa vuole dire?
Vuole dire che, nel momento in cui fai trasferte lunghe, cioè stai fuori una settimana intera per fare un corso di formazione, ovvio che tu paghi l’hotel, che costerà molto di più rispetto a 1/3 del rimborso chilometrico.
Andrai a mangiare fuori e, di conseguenza, la società spenderà molto di più per te che 1/3 di rimborso forfettario; quindi, quando fai le trasferte lunghe ti accorgerai, sotto il profilo pratico e facendo il calcolo insieme al tuo commercialista, che ti converrà farti rimborsare analiticamente le spese di vitto, alloggio, cioè ristorante, hotel, che saranno più alte di 15,00/16,00 € e avrai, diciamo, solo il rimborso forfettario di 1/3 rimanente, che è pari a 15,00 € o poco più.
Questa cosa, comunque, la devi vedere come un vantaggio.
Perché, è vero che se fai una trasferta lunga il rimborso forfettario è basso, però, è anche vero che, di base, tu hai sempre qualcosa da risparmiare tutte le volte che fai una trasferta come amministratore.
Come vedi, con un po’ di accortezza puoi benissimo avere maggiore efficacia fiscale con gli strumenti che hai già e svolgendo il business come lo hai sempre fatto, senza modificare o stravolgere altre cose.
Sai che puoi avere maggiore sicurezza fiscale con poco ed a questo devi prestare attenzione, perché è una cosa importante.
4) Verifica rimborso analitico
Come dice la parola ti rimborsa tutte le spese di trasferta che tu fai in maniera analitica.
Ad esempio, se vai a mangiare fuori, ti rimborsa il ristorante con fattura o anche con scontrino, stessa cosa anche l’hotel, e, di base, tutte le spese che tu sostieni, te le fai pagare dalla società, ma anche se le paghi tu, come amministratore o socio lavoratore, la società te le può rimborsare.
È, comunque, un costo deducibile per la società e, quando ricevi i soldi di questo rimborso, tu, non devi pagare imposte su questo, perché il rimborso è pari alle spese che sostieni.
Ho voluto aggiungere anche il rimborso analitico perché, di fatto, lo puoi attivare, anche senza busta paga, insieme al rimborso chilometrico.
Il rimborso chilometrico ed il forfettario, per te, sono un maggior compenso in più.
Alla fine, facendo i conti, noterai che queste due tipologie di rimborsi, per te, sono compensi in più perché ti danno più soldi rispetto a quelli che spendi.
Sul rimborso analitico, invece, non c’è speculazione perché tu ricevi indietro le spese che hai sostenuto per la trasferta.
È importante conoscere il rimborso analitico, perché sono quelle spese che fai soprattutto all’inizio, quando inizi il tuo business ed apri la tua S.r.l. e non hai abbastanza utili.
In questo caso, sicuramente, dovrai fare delle trasferte in prima persona e, molto probabilmente, sostenere delle spese che ti farai, perlomeno, rimborsare dalla società, quindi, non c’è speculazione.
È vero che potresti perdere dei soldi, perché molte volte capita che si facciano delle trasferte e si abbiano spese con soldi di tasca propria, di cui, poi, non si richiede un rimborso dalla società.
Quindi, a maggior ragione, lì, quei soldi sono proprio persi.
Invece, con il rimborso analitico tu, comunque, ricevi indietro i soldi e, in più, la società si scarica il costo e paga meno imposte.
Pertanto, è vero che con il rimborso analitico la somma è pari a zero perché ricevi gli stessi soldi che sostieni, però, ti permette di migliorare l’efficacia fiscale, perché vai ad abbassare l’utile della S.r.l. .
5) Trattamento di fine mandato
È una cosa molto semplice.
Hai presente il trattamento di fine rapporto che hanno i dipendenti?
Quando un dipendente lavora per te, oltre a maturare il suo compenso mensile, matura, ogni mese, una quota di trattamento di fine rapporto, che viene restituito al dipendente nel momento in cui si interrompe, appunto, il rapporto.
Questa cosa esiste anche per l’amministratore, si chiama trattamento di fine mandato e ha delle caratteristiche simili al trattamento di fine rapporto.
Il trattamento di fine mandato è un vantaggio per l’amministratore, perché non fa accumulo con il compenso dell’amministratore percepito nell’anno.
Mi spiego meglio.
Quando un dipendente interrompe il rapporto riceve il TFR, poi, l’anno dopo, non deve fare la dichiarazione dei redditi e sommare sia il reddito presente nel CUD sia il reddito percepito come trattamento di fine rapporto, perché il trattamento di fine rapporto è tassato in maniera separata, con aliquote un po’ più basse rispetto al fare il calcolo con l’accumulo di tutti e due redditi.
Questo meccanismo vale anche per l’amministratore.
L’amministratore tutto quello che prende come trattamento di fine mandato, lo può ricevere solo alla fine del suo mandato.
Quando lo riceve non deve fare la somma di tutti e due redditi e, quindi, tassare il trattamento di fine mandato con l’aliquota Irpef più alta, perché c’è un’aliquota media, con un calcolo un po’ particolare. Alla fine, noterai che ti farà pagare meno imposte rispetto al fatto di pagare l’Irpef sull’accumulo di questi due redditi.
Il trattamento di fine mandato lo devi far presente nel momento di stesura dell’Atto costitutivo e in più devi determinarlo nel momento di nomina dell’amministratore, per essere un po’ più protetto.
Il problema del trattamento di fine mandato è che devi determinare un valore giusto per l’amministratore, non c’è un parametro di calcolo previsto dalla legge.
Esiste sempre la possibilità che, l’Agenzia delle Entrate, ti contesti il trattamento di fine mandato, affermando che tu hai proprio dato un valore più alto rispetto all’apporto dell’amministratore stesso.
Qui, comunque, c’è un po’ di confusione, perché non c’è un parametro stabilito dalla legge e, dunque, sai che lo puoi utilizzare benissimo.
Il valore è libero, lo sceglierei sempre tu, però, per quanto sia difficile quantificare questo valore in modo oggettivo, devi renderlo sempre di più equiparabile al valore che l’amministratore dà alla società.
Questo è tutto quello che devi, in generale, sapere sul trattamento di fine mandato.
Voglio farti presente che, le cose che leggi qui, presenti anche nel mio podcast, sono cose che puoi vedere direttamente dai numeri del bilancio. A parte il discorso dell’Inps, in gran parte puoi vedere questi elementi proprio leggendo il bilancio.
Leggendo il bilancio molte volte già puoi vedere come ottenere maggiore efficienza fiscale, perché puoi capire quali strumenti di risparmio fiscale puoi inserire nella tua S.r.l. .
6) Verifica se c’è o meno il compenso dell’amministratore per…
Una volta verificato se c’è il compenso da amministratore nella S.r.l., cerco di rendere omogeneo, o comunque equiparare, il compenso dell’amministratore in base alle spese che lui sostiene per mantenere il suo stile di vita.
In sostanza, cerco di rendere, o almeno cerco di far attribuire ai miei clienti, un compenso da amministratore che sia pari alla parte di spese che servono loro per mantenere il loro stile di vita.
Perché ti dico questo?
Dico questo perché, sempre considerando un utile che va sempre verso l’alto, nel quale un socio amministratore, poi, non è più operativo perché delega la parte operativa ai dipendenti e collaboratori, ecco che, il compenso da amministratore, in qualche modo gli serve per avere determinati bonus fiscali, ad esempio, il rimborso forfettario.
Inoltre, ricordati di non esagerare con il compenso da amministratore, perché oltre a determinate soglie, conviene prendere i maggiori utili della S.r.l. con una normale distribuzione di utili, invece che il compenso dell’amministratore.
Questo perché, se prelevassi gli utili come normale distribuzione di utili della S.r.l., il carico impositivo sarebbe più alto, però, siccome non versi più i contributi Inps sulla busta paga dell’amministratore (che sono un costo per la S.r.l.) di fatto aumenta l’utile prelevabile, ed è più conveniente prelevarlo, versando tutte le imposte sulla distribuzione, invece di incassare queste somme come compenso da amministratore.
Quello che faccio in quel caso, può sembrare una cosa complicata, ma non lo è.
Faccio in modo di dare un giusto compenso all’amministratore della S.r.l. .
Tendenzialmente il compenso sarà almeno pari a circa 16/20.000,00 €, perché così l’amministratore può avere un anno di contribuzione per l’anzianità Inps.
Però, se può eventualmente fermarsi, è meglio arrivare a un certo valore tale per cui tutto quello che vuole in più deve essere preso come distribuzione di utili, perché su quegli utili non pagherà il carico contributivo.
Il discorso sarebbe complesso, richiederebbe un po’ di analisi e sarebbe meglio affrontarlo durante una consulenza dal vivo insieme a me.
Quello che posso dirti ora è che, se tu dovessi essere un mio cliente, io farei in modo di alzarti il compenso da amministratore solo il giusto che ti serve per mantenere le spese personali, per farti pagare meno Inps possibile e in più ti farei avere tutti i rimborsi spese per le trasferte.
Inoltre, sempre riguardo al punto sul compenso di amministratore, farei in modo di allacciare, sulla tua busta paga, tutti i bonus fiscali possibili, ad esempio i figli a carico, eventuali deduzioni per altri contributi pagati, oppure anche con quello che si chiamava il bonus Renzi.
Ti metterei, di conseguenza, sulla busta paga dell’amministratore tutti i possibili bonus che la legge consente alla busta paga.
Sistemando queste piccole cose non diventeresti ricco, però sistemarle ti permetterebbe di ottimizzare il carico fiscale grazie appunto alla busta paga. Questo è ciò che io farei in questo caso. E, questa cosa, introduce essenzialmente il settimo punto.
7) Preleva utili senza contributi Inps
Certi strumenti di efficacia fiscale sono correlati l’uno all’altro, anche se li tratto in punti diversi, come nel caso di questo strumento che tratto al numero 7).
Ricordati che, quando tu prelevi utili senza pagare i contributi Inps commercianti, ecco che lì, di fatto, tu risparmi tributi nel prendere gli utili semplicemente come socio finanziatore.
Mi spiego meglio portandoti un esempio: se tu prelevi tutti gli utili dalla tua S.r.l., come imposte tu paghi circa il 42,72%, ossia paghi un pochettino meno rispetto all’aliquota massima Irpef che c’è sul compenso da amministratore.
Però, qual è il problema?
Il problema è che, sul compenso dell’amministratore ci sono i contributi Inps da pagare e, soprattutto sugli utili delle S.r.l., tu dovresti pagare anche i contributi della gestione commercianti, come il socio lavoratore.
Quindi, quello che io consiglierei, come progetto di lungo periodo e sempre dicendo la verità, è quello di fare in modo di toglierti come socio lavoratore (sempre che questa cosa sia vera), di abbassarti il compenso di amministratore fino al limite che ti permetta di poterti sostenere le spese correnti (o, comunque, almeno ad arrivare ad un anno di pensione) e, poi, tutti i soldi in più che rimangono sulla S.r.l. te li farei prelevare proprio come distribuzione di utili.
Questa cosa sembra molto semplice, e infatti lo è, ci vuole semplicemente un po’ di accortezza sul fare i calcoli, calibrare questi strumenti.
Questo settimo punto è veramente, lo voglio sottolineare, un metodo per risparmiare le imposte. È proprio quello di prendere gli utili della S.r.l. senza pagare i contributi Inps commercianti.
Questo ti fa risparmiare tanti tributi perché, in questo caso, risparmi i contributi Inps.
Anche se tu, in questo momento, starai pensando:” sì, però, è vero Simone che, per quanto riguarda la distribuzione degli utili pago, comunque sia, un’aliquota un po’ più alta rispetto agli utili bassi che potrei prendere con il compenso dell’amministratore”.
Sì, è vero, hai ragione.
Però, il problema è che sul compenso dell’amministratore tu paghi anche i contributi Inps, mentre sugli utili della S.r.l., come socio finanziatore, tu non paghi i contributi Inps commercianti, quindi, di fatto, tu proprio guadagni a livello fiscale se prelevi utili come distribuzione di utili senza essere socio lavoratore, ossia tu sei un socio finanziatore.
Ed anche questa cosa, mi ripeto, puoi farla applicando con un po’ di accortezza.
8) Le royalties
Ci sarebbero molte cose da dire su questo argomento, a cui, però, dedicherò un podcast a parte.
Qui, cercherò di essere sintetico.
Le royalties sono quelle cose che tu ricevi come canone di affitto del know how che tu dai in affitto alla tua S.r.l. .
Faccio un piccolo esempio: se tu affitti un immobile ad una persona, tu ricevi un canone mensile, giusto?
Ecco che, se tu hai un know how, esempio un famoso marchio, lì sopra tu puoi chiedere, alla tua S.r.l., un tot di royalties, e tu prendi i soldi e li metti sul tuo conto corrente personale.
Qual è il vantaggio di tutta questa cosa?
Il vantaggio è che, per la società è un costo completamente deducibile, sia Irap sia a fine Ires.
Tu ti prendi già i soldi sul tuo conto corrente e, li sopra, paghi l’Irpef ordinaria, però ridotta di un 25% o di un 40%, in funzione del fatto che tu abbia più o meno di 35 anni.
Pertanto, come già puoi capire da solo, per te, questa cosa ha un enorme vantaggio fiscale.
E questo, per te, è veramente molto positivo.
Ovviamente, però, devi prestare un po’ di attenzione, perché l’Agenzia delle Entrate non vuole che utilizzi queste cose solo come strumento per distribuire gli utili, alla fine dicendo bugie. Vuole che sia una cosa vera, ossia vuole che il know how sia una cosa vera.
Ad esempio, il logo, ad esempio il marchio o altre tipologie di know how (di cui, come ti ho detto, tratterò un po’ più nel dettaglio in un altro podcast) devono essere veri. In più, oltre questo, deve essere vero anche il valore di mercato.
Ti porto un esempio semplice.
Se tu, oggi, crei un logo e lo dai subito alla tua S.r.l. in affitto per 100.000,00 € al mese, effettivamente, in caso di controlli, questo può risultare poco credibile agli occhi del Fisco.
Se tu, invece, avessi il marchio della Coca Cola e potessi darlo in affitto alla tua S.r.l. a 100.000,00 € al mese, ecco che, probabilmente, potrebbe essere un valore basso (perché il marchio della Coca Cola, ovviamente, ha un valore, direi, inestimabile).
Questo è un esempio per farti capire che il valore delle royalties deve essere un valore di mercato vero, ossia deve essere un valore pari ai soldi che tu pagheresti per acquisire quel determinato know how.
Anche qui non ci sono metodi troppo specifici per calcolare questa cosa.
L’unica cosa vera che puoi utilizzare è farti fare prima una perizia da parte di un perito, o anche rivolgerti ad un commercialista che ti potrà calcolare quant’è il valore di questa royalties.
Quindi, tu potrai scaricare questa cosa sapendo che, in caso di contestazioni, dovrai andare davanti a un giudice, gli dovrai mostrare la perizia che tu hai fatto fare per testimoniare il valore vero di mercato che tu hai utilizzato. Questa è, essenzialmente, una cosa importante.
Anche qui, a mio parere, se tu crei una S.r.l. oggi e hai, comunque, il marchio, diciamo “nuovo”, ovvio che questa cosa non la puoi utilizzare. Dovrai aspettare due, o tre anni, perché il tuo marchio deve avere un valore distintivo vero.
Questo valore, questo vantaggio fiscale, arriverà solo sul lungo periodo.
È, però, una cosa che devi pianificare prima, perché, prima pianifichi e prima riuscirai a risparmiare le imposte, i contributi.
Nel momento in cui hai un fatturato elevato, maggiormente hai la possibilità di riconoscere valido il marchio come segno distintivo.
Di conseguenza, avrai maggior forza per difendere il tuo marchio. Più lo utilizzerai, più il fatturato sarà alto, più farai soldi e più potrai proteggerlo in caso di controlli fiscali.
A maggior ragione, questa cosa, potrai farla nel momento in cui avrai utili importanti.
Questo è tutto quello che devi fare e che io controllo e verifico per le royalties.
E anche le royalties sono un elemento che è presente sul bilancio.
9) Accantonare utili nella S.r.l.
Aggiungo che c’è un nono punto tra gli strumenti di risparmio fiscale.
Non è, in qualche modo, visibile facilmente sul bilancio. È, però, un meccanismo importante ed è il fatto di accumulare utili nella S.r.l. .
Faccio una piccola premessa: gli imprenditori hanno bisogno, ogni anno, di accantonare un po’ di utili o, comunque, e te lo dico proprio per esperienza, tutti gli imprenditori che hanno un certo volume di fatturato alto, utili alti, hanno la caratteristica di accantonare un po’ di soldi per il futuro.
Non dico per le spese aziendali, magari per i beni strumentali, per il cambio, per rinnovamento, ma soprattutto per avere un cuscinetto di ossigeno per le spese future, per gli imprevisti.
Anch’io, che sono un commercialista e non ho un prodotto fisico, non dico di aver coperto un anno di spese operative, però a sei mesi dovrei esserci arrivato, quindi ho un cuscinetto di utili, accantonati nella mia S.r.l., per pagare le spese operative e i collaboratori per i prossimi sei mesi.
Perché questo? Perché, comunque, se per qualche motivo mi dovesse subito calare il fatturato e non potessi fatturare più nulla, per almeno sei mesi avrei ossigeno per continuare a pagare i miei collaboratori e farli lavorare tranquillamente e per poter continuare a ristrutturare la mia azienda per recuperare il fatturato.
Questo è il tutto; accantonare gli utili nella propria S.r.l. è una cosa che tutti gli imprenditori fanno. A maggior ragione se hanno utili alti e, questa cosa, tu la fai sia che tu abbia una ditta individuale, sia che tu abbia una S.r.l..
La differenza sta nel fatto che, se tu hai una ditta individuale tu, comunque, fai tutto quanto l’utile e, anche se lo lasci nel conto corrente della tua ditta individuale, dovrai pagare le imposte (ed è qui che, l’imprenditore che ha una ditta individuale, percepisce di pagare molte imposte, perché, comunque sia pagherà sempre tutti quanti i contributi Inps) mentre, con una S.r.l. li può diminuire.
Però, è anche vero che se tu hai una ditta individuale e lasci per esempio 10.000,00 € nel conto corrente aziendale, nella tua dichiarazione dei redditi li devi, comunque, tassare e li tassi con l’aliquota più alta, al 43%.
Ovvio che tu, in questo caso, percepisci un carico fiscale più alto, perché tu ricevi 10.000,00 € in meno ma, nonostante questo, paghi l’aliquota più alta del 43% più le addizionali, che sono circa il 2%, quindi, in tutto 45%; logico che tu ti accorgi, o almeno, pensi che, con una ditta individuale, il carico fiscale italiano sia troppo alto, perché appunto ricevi meno soldi e paghi più tributi…
Questa è una cosa che noto come modello di pensiero, e su più imprenditori che hanno una ditta individuale con un utile alto.
Dall’altro lato abbiamo una S.r.l. .
Non puoi pensare di non pagare nessuna imposta con una S.r.l. .
Però, se tu accumuli gli utili nella tua S.r.l., ecco che, lì sopra, tu paghi il 24% di Ires.
Pertanto, tu devi pensare che sugli utili che tu lasci nella tua S.r.l., lì sopra pagherai il 28% fisso e li potrai utilizzare ovviamente ai fini aziendali, mentre, dall’altro lato, tu, come ditta individuale, è vero che i soldi li potrai sempre prendere, è l’utile individuale, bene, però pagherai, comunque sia, il 43% di Irpef più il 2% circa di addizionali comunali e regionali.
Quindi, da un lato paghi 45% con la ditta individuale, anche se non hai percepito questi soldi, mentre con la S.r.l. non paghi il 45% ma paghi il 28% e, come puoi notare, c’è una differenza del 17% e sono un sacco di soldi perché, ogni 100.000,00 € di utile che tu hai accantonato nella S.r.l. risparmi almeno il 17.000 € (non è poco).
Poi, è ovvio che questi soldi devono essere utilizzati solo ai fini aziendali, però, ti dico che tutti gli imprenditori che sono in crescita accantonano utili. Cioè, è difficile pensare di diventare dei grandi imprenditori e prosciugare sempre la cassa aziendale.
Questo perché, di fatto, anche se tu avessi una ditta individuale e dovessi fare, veramente, un fatturato ed utile enormi, di sicuro, dei soldi per il futuro della tua ditta individuale li accantoneresti, peccato che lì sopra pagheresti, comunque, le imposte.
Ti sottolineo poi che, nel momento in cui tu farai un exit dalla tua S.r.l., ci sono altri strumenti di risparmio fiscale di cui potremo parlare; quindi, di fatto, ti dico che accantonare gli utili nelle S.r.l. può avere ulteriori vantaggi fiscali rispetto alla ditta individuale.
Queste cose non sono però oggetto di questo podcast. Magari, in futuro, farò un podcast in cui elencherò gli strumenti di efficacia fiscale un po’ più, diciamo, avanzati.
Questi sono, in un certo senso, gli strumenti di efficacia fiscale di primo livello, perché sono le cose che io, a livello base, metto a disposizione.
Strumenti che utilizzo, e utilizza il mio team, quando, ogni mese, controlliamo le contabilità delle S.r.l. dei miei clienti, guardando i numeri del bilancio che hanno ottenuto nel corso di ogni mese.
Ora mi avvio alla conclusione, perché ho raggiunto l’obiettivo di questo podcast.
Ci sono anche altre cose che si possono fare per gestire l’aspetto fiscale, però, te ne parlerò in un altro podcast.
Per darti il maggior numero di soluzioni fiscali per farti tagliare il maggior numero di imposte, contributi ho messo a disposizione un manuale completamente gratuito di strumenti di efficacia fiscale sul mio blog www.efficaciafiscale.com e, lì sopra, appena tu scaricherai il manuale, troverai almeno 94 strumenti di risparmio fiscale che tu puoi utilizzare nella tua S.r.l. .
Come noterai sono veramente molti di più e il discorso è molto più ampio rispetto al contenuto di questo podcast.
Ti consiglio, quindi, di andare sul mio blog www.efficaciafiscale.com, scaricare il manuale e, all’interno, troverai ulteriori strumenti di efficacia fiscale che potrai utilizzare grazie all’aiuto del tuo commercialista.
Sempre lì, oltre alla checklist, troverai tutto quello che devi fare per proseguire il rapporto con me a un livello successivo, ossia chiedendo una consulenza di efficacia fiscale e, quindi, sapere come applicare questi strumenti nella tua posizione specifica, risparmiando più imposte contributi possibili e anche eventualmente, ricevere informazioni su come poter portare la S.r.l. da me, per poter tenere da me la tua contabilità utilizzando la procedura della contabilità controllata.
Procedura che io faccio utilizzare i miei collaboratori, che mi permette di rendere la tua S.r.l. un bancomat da cui farti prelevare più soldi rispetto a quelli che spendi.
Questo perché, controllando la contabilità ogni mese, controllando i numeri nel bilancio della tua S.r.l. ogni mese, io sono certo che tu, ogni mese, possa avere sempre più soldi. E, se fai più soldi, riesci a pagarmi ed io e te riusciamo a vivere insieme e felici 😊, ok?
Perché, nel momento in cui io sono certo che tu fai soldi, io sono certo che la collaborazione tra noi potrà andare avanti nel corso del tempo.
Detto questo, ti ringrazio per l’attenzione. Ti aspetto alla prossima puntata. Ciao, a presto.
Conclusione
Grazie a questo articolo hai a disposizione una checklist che ti tornerà molto utile quando deciderai di verificare, magari insieme a me, i numeri del tuo bilancio della S.r.l. nell’ottica di ottenere il massimo vantaggio dagli strumenti di risparmio fiscale che lo Stato mette a disposizione, nel pieno rispetto della legge, cosa che ti farà dormire sonni tranquilli.
In tutti i casi in cui hai un’azienda sappi che, se tu vuoi veramente dormire sonni tranquilli, proteggere il tuo patrimonio personale, proteggere il tuo investimento imprenditoriale, tagliare le imposte ed i contributi, tutelare la tua famiglia e il tuo futuro, la soluzione migliore risiede nell’utilizzare una S.r.l. .
Ma non basta.
Devi infatti anche verificare di:
- produrre utili in abbondanza nella S.r.l.,
- avere sempre la liquidità necessaria per far funzionare la S.r.l. regolarmente e…
- utilizzare il più possibile strumenti di risparmio fiscale, riservati per legge alla S.r.l., nella tua società per ridurre le imposte e contributi dell’imprenditore.
Stai però attento, perché gestendo in modo inappropriato una S.r.l., rischi di pagare più del 70,72% di imposte e contributi (tanto quanto una ditta individuale).
Mentre, dal lato opposto, con una gestione fiscale efficace della S.r.l., le imposte possono essere ridotte fino al 28%.
Tra il 70,72% di carico tributario ed il 28%, ci sono vari strumenti di pianificazione fiscale che puoi utilizzare grazie alla tua S.r.l. per tagliare il più possibile le imposte ed i contributi Inps.
Più strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. applichi e più riuscirai a ridurre le imposte ed i contributi avvicinandoti al 28%.
Strumenti di risparmio fiscale specifici per la S.r.l. che troverai scaricando il manuale che riceverai compilando il form qui in basso.
Tutte le volte che decidi di utilizzare una S.r.l. per la tua attività imprenditoriale, ricordati che puoi accedere al servizio della Contabilità Controllata.
Seguendo la procedura della Contabilità Controllata, puoi rendere la tua S.r.l. una macchina che ti genera costantemente, ogni anno, più soldi di quelli che spendi.
Ogni anno avrai una S.r.l. con più utili rispetto a prima, con più soldi in banca rispetto a prima e la possibilità di tagliare il carico fiscale della società dal 70,72% al 28%.
Tutto questo grazie all’applicazione dei principi di Efficacia Fiscale e al controllo mensile dei numeri del bilancio della S.r.l. utilizzando la procedura della Contabilità Controllata.
In questo modo crei sempre più ricchezza per te e ottieni tutto il successo che ti meriti insieme alle persone a te care.
Se non puoi applicare la procedura della Contabilità Controllata sulla tua S.r.l. con il tuo commercialista, non preoccuparti.
In alternativa puoi inviare una e-mail direttamente a me all’indirizzo info@efficaciafiscale.com, con oggetto “Contabilità Controllata” e richiedere maggiori informazioni, specificando nella e-mail di quali informazioni hai bisogno, ma sapendo che non ti faremo mai dei “preventivi per la tenuta della contabilità”.
Perché se vuoi collaborare con me (portando la contabilità della tua S.r.l. da me o per aprire una nuova S.r.l.) dovrai prima acquistare la consulenza di Efficacia Fiscale – -.
Solo dopo aver fatto la consulenza con me riceverai il prezzo per il servizio della Contabilità Controllata se reputiamo – io e te – che collaborare insieme sia utile per entrambi.
Invece, per ottenere gratuitamente altri strumenti di Efficacia Fiscale che ti consentono di diminuire le imposte della tua S.r.l., è sufficiente che compili il form qui sotto, inserendo la tua migliore e-mail.
Riceverai gratuitamente un manuale che comprende una check list dettagliata dei principali strumenti per ridurre il carico fiscale dal 70,72% al 28% utilizzando la tua S.r.l. (sono più di 94).
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Se vuoi informazioni fiscali gratuite ma “lente” puoi mettere un commento in fondo a questo articolo (rispondo a tutti i commenti del blog una volta ogni uno/due settimane).
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1. Prima di tutto inserisci la tua migliore e-mail nel form qui sotto. Ciò ti permetterà di scaricare gratuitamente il manuale con oltre 94 strumenti di risparmio fiscale che puoi utilizzare con la tua S.r.l..
Al termine della lettura del manuale che scaricherai, potrai richiedere una consulenza gratuita per comprendere se puoi accedere ad un mese di Contabilità Controllata in omaggio per la tua S.r.l. (o la futura S.r.l.).
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Se non ti è chiaro qualcosa, ricorda che il team di Efficacia Fiscale è a tua disposizione!
Che cosa aspetti a contattarci?
Ciao, ho seguito i tuoi video su youtube, in cui giustamente illustri la strategia che punta sul non distribuire utili, bensì di tirare fuori gli utili tramite buste paga dei soci, rimborsi forfettari, ecc…
Mi chiedo, relativamente alla parte di utile che non si riesce ad abbattaere, un pò perchè occorre fare i conti con gli studi di settore per cui il conto economico non può uscire a pareggio, un po’ perchè non tutte le strategie di spese sono attuabili, e un pò perchè il socio non ha convenienza a lasciare gli utili nella società visto che gli servono i soldi, per cui prima o poi questo utile sarà distribuito e quindi sconterà l’altro 26% raggiungento il 50%, percentuale da evitare, tale da fare perdere la convenienza a costituire una srl.
Gradirei, se è possibile, un vostro parere al riguardo, può essere che mi sfugge qualche passaggio.
Nell’attesa ti porgo cordiali saluti e vi ringrazio.
Ciao Paola, ci sono vari elementi da considerare nella posizione fiscale di un imprenditore, ma io ti consiglierei di attribuirti un compenso da amministratore di un importo lordo pari al minimale Inps contributivo per avere un anno di pensione maturata e poi il restante prelevare il tutto come normale distribuzione di utili. Scrivimi se hai bisogno di ulteriori informazioni.